Santa Pazienza (carcerati,finocchi e negri)

Santa Pazienza (carcerati,finocchi e negri)

In principio fu  Claudio Poverini con una torrenziale  lettera a Corrado Augias (Repubblica). Poi venne  il turno del sindacalista ex-Fiom che in distinta circostanza (Manifesto) – confessò a Fabio Mussi   -  Non vi seguo più, vi occupate solo di carcerati, finocchi e negri –  seguito a ruota  dalla "democratica cattolica con passato femminista e comunista" (Espresso) addolorata della personale inclinazione xenofoba, fino ad arrivare  all’elettore ds che ha deciso di partecipare alle ronde notturne di "azione giovani" (La Stampa). Ora è vero che come dicevano Tognazzi – Monicelli in Romanzo Popolare, dobbiamo essere democratici tolleranti e del duemila e che in tale contesto, è bene offrire ai compagni che sbagliano, ogni conforto dialettico,grammaticale e stilistico ma è possibile mai che tra un dibbbbattito un’autocritica ,una spiegazione,una annotazione storico sociologica e un programma di governo delle città, non ci sia nessuno, ma proprio nessuno che  dica loro " ti stai comportando come un imbecille?" Nessuno che sommessamente suggerisca a questi aderenti alla sinistra con tentazione razzistica, di fare i conti con i propri istinti più bassi, senza passare per le vie brevi?Andiamo, il problema è di grande serietà e proprio per questo merita sia affrontato col massimo del rispetto e dei piedi di piombo,rammentando sempre che tra l’ insofferenza xenofoba esibita con civetteria  (invece che con vergogna) e gli squadroni per ripulire i quartieri con o senza cappuccio bianco,il passo è davvero breve.

 

La digue rose contre la vague bleue

La digue rose contre la vague bleue

sieges

Ah  le gioie del maggioritario secco con doppio turno (per l’appunto alla francese). L’UMP di Sarkozy si conferma partito di maggioranza  all’Assemblea Nazionale ma perde,  bene che gli vada, una trentina di seggi.Il Front National sparisce con la disfatta di Marine Le Pen , mentre i socialisti dovrebbero guadagnare nella peggiore delle ipotesi , una cinquantina di seggi.Il secondo turno ha regalato  sorprese e un leggero riequilibrio delle forze in campo.Un’ opposizione rafforzata assicura maggiori garanzie democratiche  e restituisce un po’ di fiducia alla sinistra fiaccata dalle sconfitte e dai regolamenti di conti interni . I giornali non azzardano, al momento, una vera e propria analisi del voto ma  va accreditandosi  l’ipotesi che l’annunciato aumento dell’IVA (con conseguente levitazione dei prezzi) abbia giocato un qualche ruolo nei risultati e che il PS abbia in qualche collegio raccolto i voti dei MoDeM di Bayrou.Intanto la compagine governativa perde un pezzo importante per la strada : Alan Juppè Ministro dell’ambiente,  non è stato eletto a Bordeaux e secondo quanto annunciato da Sarkozy prima della tornata elettorale,dovrà dimettersi.Nemmeno troppo a sorpresa ma curiosamente,data la circostanza, quasi tutte le edizioni della sera in Francia, affiancavano ai risultati elettorali  la notizia del benservito che  Ségolène Royal avrebbe consegnato al padre dei suoi figli François Hollande segretario del PS e discreto oppositore della candidatura di Ségolène alle presidenziali.Le note concludono tutte con un’altra indiscrezione : La Royal avrebbe intenzione di candidarsi alla guida del PS al posto di Hollande. A proposito di redde rationem.Ed era anche ora…

Piazza bella piazza ….

Piazza bella piazza ….

Alla fine, passati il magone, le amarezze e le delusioni della vigilia,la Piazza dei Diritti ha vinto la sfida dei numeri,dei contenuti e della bellezza.Non si sono contate le adesioni  e i messaggi di solidarietà e ,come è d’abitudine in queste circostanze, non sono nemmeno mancate critiche e reprimende.Un respiro di sollievo collettivo,ognuno ha ancora per la testa Piazza del Popolo sabato scorso,soprattutto ognuno ha temuto il confronto numerico con il Family day . Mentre siamo a metà strada , notizie confortanti danno piazza San Giovanni stracolma . E’ arrivato il momento di godersi la parata . Passano gli spartani Passa la realtà.La pratica quotidiana che  è andata tanto più avanti di ogni sciocca considerazione di Primati da attribuire, e a chi o a  quale Famiglia.I figli delle coppie omosessuali sfilano sul trenino colorato :Passa l’orgoglio genitoriale – gay o etero è sempre figlio mio –  sta scritto sulle loro magliette . Sono famiglie che aiutano altre famiglie a capire che non c’è niente da capire.Bisogna solo amare.E sono anche  i più appaluditi. Ma è poi così importante discutere se siano o no le loro richieste di diritti,lecite,ben esposte,se siano appropriate le loro modalità, se siano o meno accattivanti i loro gesti, se questa domanda di diritti non sottaccia  per caso una qualche volontà di diventar normali ,uscendo definitivamente, dal clichè in cui li abbiamo ricacciati? Trasgressivi a vita.E che è ? Una condanna per compiacere il nostro ordine delle cose? Ma poi di quale trasgressione parliamo? L’omosessualità è una naturale tendenza. Questa piazza non chiede approvazione, chiede il diritto di lavorare,di riconoscere i figli,  di assistere il compagno ammalato, di ereditarne la casa o di riceverne la pensione.Trattasi del contenuto di una Direttiva Europea.Non del programma di Belzebù. La risposta a tutti i nostri pruriti di indubbio stampo confessionale,non è nel vento come diceva quel tale. E’ nel disagio che ci procurano i loro corpi nudi, piumati, mascherati,i loro simulacri volgari.L’emarginazione e il razzismo questo sono : vivere in una eterna condizione d’inadeguatezza e di vergogna. Quel disagio, credete a me, è oro.Teniamocelo stretto.

No diritti No voti

No diritti No voti

E’ lo slogan più tosto del Pride, quello più difficile. E’ scritto in calce ad un volantino dell’ArciLesbica, lo distribuiscono alcune ragazzette dall’aria risoluta ma a me lo passa ripiegato un amico con un cenno – che ne pensi?, vorrebbe significare – d’implicita richiesta.Che posso dire di uno scritto appuntito sul bullismo omofobo, sulle discriminazioni, sul riconoscimento delle coppie omosessuali ? – No diritti No voti – è la logica conclusione delle speranze disilluse. Hanno ragione – cos’altro? – son io che  sento scaduta ogni  considerazione di buon senso. No diritti No vo ti. Ho paura,o forse spero,  diventi il tema del futuro. Così non rincorro le ragazzette, non le fermo – parliamone !- Le seguo con lo sguardo ,ne osservo le schiene dritte.E penso con fastidio al potere di chi sta loro contro.No diritti No voti è un ricatto contro altri ricatti .Temo di non poter essere loro utile .Siano allora quelli che hanno deluso quest’altra generazione di strafottenti con i quali è impossibile trattare, intolleranti di autorità, partiti e voti, siano loro a recuperarne la fiducia ed il consenso.Io, con le mie piazze bruciate e le mie linee di scontro, con la mia addomesticata protervia è meglio che taccia . Anche se rimarrò lì. Che altro non so fare.

Ricorsi..

Ricorsi..

E’ di solare evidenza che al signor Enrich Priebke  sia stato riservato durante tutto il tempo della sua detenzione,un trattamento specialmente favorevole che contrasta con la forma e la sostanza delle norme riguardanti l’esecuzione della pena

Presentati due  ricorsi uno da parte dell’Anfim (associazione Martiri Fosse Ardeatine) al Tribunale Militare contro il provvedimento che consente a Priebke di lasciare gli arresti domiciliari per motivi di lavoro, l’altro alla Procura della Repubblica da parte della Comunità Ebraica di Roma,   affinchè indaghi   se effettivamente Priebke meritasse tale benevolo trattamento in relazione alle norme applicate,al suo reale stato di salute,oppure qualcuno in suo favore,abbia abusato del suo ufficio,illecitamente prendendo per buone le carte che il detenuto gli andava sottoponendo ed abbia altrettanto illecitamente abusato della propria discrezionalità per invadere il terreno dell’arbitrio.Come dire che si spera di riaprire il processo.

Tra le aggravanti Priebke annovera quella di non essersi mai pentito della Strage.Ognuno del resto è quello che è.E questo suo essere inamovibile rispetto alle proprie responsabilità autorizza noi a considerare lui quello che appunto dimostra di essere : un vile assassino.