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Tag: La fabbrica del cinema

Finalmente Stark

Finalmente Stark

StarkJames Woods ha la faccia appena un po’ stropicciata ma il tempo che passa non  ne ha intaccato  l’espressività , quanto a  capacità interpretative, si sa ,l’andare degli anni incrementa le possibilità al mestiere dell’attore e così Woods veste con disinvoltura i panni di Sebastian Stark, avvocato della upper class di Los Angeles, arrembante e col pugnale tra i denti, pronto a tutto pur di vincere, come da regolamentare steretipo (ma non tutto è leggenda e molto di vero c’è) di quello che noi chiamiamo con espressione aggraziante principe del foro e che da quelle parti invece spesso è definito Shark, squalo. Fin qui siamo nella norma del legal drama statunitense che attraverso il racconto d’ istruttorie e processi indaga sulla natura umana colta in uno dei momenti più ardui  per la vita di un essere umano, ovvero su dinamiche e  contesti sociali come e meglio di un manuale di politica, antropologia, psicologia etc. Ma cosa succede se l’avvocato che usa con astuzia la legge per ottenere la libertà di quei ricchi e facoltosi che possono permettersi un esoso patrocinio, passa  dall’altra parte della barricata a ricoprire il ruolo della Pubblica Accusa? E’ quel che Shark, serie televisiva americana molto acclamata e in onda da sabato scorso su Rete 4, ci racconterà nel corso di ventidue puntate delle quali la prima, il pilota, diretta da Spike Lee .E così apprendiamo che il sindaco di Los Angeles stanco di ricchi imputati che riescono a farla franca grazie ad abili avvocati, ingaggia Stark, in momentanea crisi professionale ed esistenziale , per aver determinato l’assoluzione di un assassino che ha immediatamente commesso un nuovo delitto e lo mette a capo dell’Unità Anticrimine della Procura Distrettuale.Uno staff di giovani inesperti e un brutto ufficio , per uno che ha in casa la riproduzione di un’aula di tribunale con il banco della giuria de il buio oltre la siepe, nella quale si esercita , saranno il segnale dell’inevitabile discontinuità col brillante passato.Come se non bastasse , una figlia adolescente che decide di vivere con lui, piuttosto che con sua madre,lo richiamerà a nuove responsabilità . Saprà cavarsela già nell’ambito della prima puntata, prima  istruendo i giovani sulle tre regole auree che indirizzano le scelte vincenti 1) il processo è una guerra e arrivare secondi vuol dire morire 2) La verità è relativa.Scegline una che funziona. 3) In un processo ci sono solo dodici opinioni (quelle dei giurati) che importino e la tua (indicando lo staff) non è decisamente una di queste,poi vincendo a poker con il sindaco un ufficio più degno. Altre perle saranno distribuite del tipo Il nostro mestiere è vincere ,la Giustizia è un problema di Dio, tanto per chiarire al gentile pubblico che se i PM fossero più spregiudicati e dotati di mezzi, più criminali sarebbero assicurati alla giustizia.Ma siamo in America,niente paura.Qui da noi le cose vanno diversamente.E poi avremo pure tante magagne ma siamo romanisti e sebbene Totti in questo caso , non c’entri, ce ne vantiamo. Bello,avvincente , ben scritto, ben girato.Per amanti del genere e per addetti ai lavori che abbiano voglia di divertirsi disimparando le buone maniere professionali.

Stark è in onda ogni sabato su Rete 4 in prima serata.Due episodi alla volta.

Polvere di stelle in chiave antipapista

Polvere di stelle in chiave antipapista

Bussola

Certo alla Kidman i ruoli da  cattiva si addicono particolarmente, forse per questo che lo scrittore Philip Pullman non riusciva ad immaginare che lei nei panni  di Marisa Coulter, capo dell’Intendenza Generale per l’Oblazione, organizzazione incaricata dal tirannico Magisterium di condurre esperimenti sui bambini nei laboratori di Bolvangar.Si parla della Bussola d’oro e del libro, anzi dei libri , componenti la trilogia  His Dark Material che  ne hanno ispirato la sceneggiatura, curata dallo stesso Pullman . L’operazione sembra avere tutti i numeri per affiancare il successo del Signore degli Anelli come da file di pubblico, merchandising spinto, schierato sui mercati internazionali ( in USA è già delirio) e gran dispiego di mezzi da parte della produzione ma siamo di fronte a ben altra qualità artistica, narrativa e visuale. Così tra magia e filosofia in un mondo mutante ribelle ai fondamentalismi della regia hollywoodiana si rappresenta  una saga in cui l’Entità malvagia è malvagia davvero e ben oltre l’immaginabile, nei libri è chiaramente il Papato, nel film sottilmente si allude e il Magisterium ha un capo con la bianca chioma, adorno di gioielli , contornato da croci e da pastori tedeschi. In tutto questo, l’orfana Lyra riuscirà a svincolarsi dal mondo vittoriano? Basteranno cultura , amicizie cockney o l’Alethiometro affidatole dallo zio?.Il Magisterum controlla la verità e odia il libero pensiero: sarà guerra totale quando un amico di Lyra sarà rapito dai feroci Mostri Ingoiatori e Lyra lo andrà a cercare..

 

La bussola d’oro (The Golden Compass) è un film di genere avventura,ragazzi, fantastico della durata di . diretto da Chris Weitz e interpretato da Dakota Blue RichardsNicole KidmanEva GreenDaniel CraigBen WalkerIan McKellenJim CarterCharlie RoweSam ElliottSimon McBurney.

Prodotto nel 2007 in USA e distribuito in Italia da 01 Distribution il giorno .

 

 

 

Contenuti Speciali

Contenuti Speciali

A Venezia 1989 – Mostra del Cinema –  in Sala Grande , alla Prima del film Palombella Rossa, si stava tipo come d’autunno sugli alberi le foglie, causa accidenti vari, molti dei quali, la pellicola riproduceva pari pari e la musica di Battiato, non ne parliamo , quando accadde ciò che al cinema non accade che nelle grandi occasioni (o a fine proiezione) : l’applauso a scena  aperta a Michele aka Moretti,  nel passaggio in cui molla una sberla alla giornalista rea di aver pronunciato l’espressione cheap. Visto per la prima volta, fu una specie di scossone . C’eravamo dunque e tiravamo pure schiaffoni. Scrivo questo, non perchè voglia avviare il tag Com’eravamo ( tanto è inutile sempre quelli siamo rimasti) ma perchè mi fa piacere segnalare l’iniziativa della Warner che inserisce in un cofanetto intitolato Il Cinema di Nanni Moretti sia Io sono un autarchico che Sogni d’oro che Palombella Rossa mai riversati in DVD e siccome il pezzo forte e la novità di questa collana  sono i Contenuti Speciali curati dallo stesso Moretti, la sequenza di quell’applauso c’è, come pure ci sono brani tratti da Conferenze Stampa o Interviste memorabili, tenute nello stessa circostanza della Mostra – ci sono due modi di ricattare lo spettatore : il film ruffiano e l’argomento importante – e per gli appassionati il corto l’Ultimo campionato che racconta il ritiro di Moretti dalla pallanuoto dopo aver vinto il torneo di serie C e che è anche una specie di quaderno degli appunti per la realizzazione di Palombella. C’è la scena del rigore (vera) col doppio inganno al portiere e conseguente successo dell’azione.In puro stile Morettiano.

Il cofanetto contiene :

Ecce Bombo di e con Nanni Moretti (contenuti speciali : intervista con l’autore)

Sogni d’Oro di e con Nanni Moretti ( contenuti speciali : pubblico di merda sullo sgangherato match televisivo tra Moretti – Apicella  e Gigio Morra – Gigio Cimino  condotto da Giampiero Mughini)

Palombella Rossa di e con Nanni Moretti (contenuti speciali : Intorno al film , l’Ultimo Campionato,Venezia 1989, La musica )

Il Portaborse di Daniele Luchetti con Nanni Moretti e Silvio Orlando

Il 26 febbraio 2008 usciranno invece : Io sono un autarchico, Aprile, Caro Diario di e con Nanni Moretti  e La seconda volta di Mimmo Calopresti con Nanni Moretti e Silvio Orlando

Quando la risata seppellisce machismo e nostalgia

Quando la risata seppellisce machismo e nostalgia

Ho sempre dubitato che i parrucchieri  fossero quei luoghi del tutto futili intorno ai quali  ama esercitarsi, con tutta la malignità di cui è capace, l’  Immaginario maschile. E non solo perchè da brava cinematografara  ho  amato  Donne di Cukor o la Moglie del soldato o Steel Magnolias ma semplicemente perchè è la stessa realtà  a contraddire il cliche dell’aggregazione femminile ciacolante, superficiale e pettegola quando si trova  all’ombra della cosmesi in fiore .

Caramel è la pasta di zucchero e limone  usata nel mondo arabo per la depilazione e dunque anche a Beirut nel salone di bellezza di tre donne indipendenti e in aperto contrasto con la realtà che le circonda. All’interno de Au trois coleurs, così si chiama emblematicamente il salone, c’è tutto il Libano con i suoi pregiudizi (cristiani e musulmani) le sue tradizioni e la sua cultura che tende ad emarginare le donne. Melodramma, commedia e cinema popolare si mescolano in questo bel film d’ esordio per Nadine Labaki (che è anche una delle protagoniste),il collante è la scrittura classica della commedia elegante,raffinata e sensuale che ci propone l’incrocio di storie raccontate senza ovvietà e con dialoghi irresistibili.

La macchina da presa difficilmente esce dal salone,le poche volte lo fa per insistere  su scorci di Beirut, case, strade, paesaggi avvolti nella luce speciale di quei luoghi, quel tanto  che basta ad infliggere acute fitte di nostalgia alla povera spettatrice.Chi ci è stato, sa. Musica di Khaled Mouzanar.Attrici non professioniste di eccezionale bravura ( e bellezza ). Presentato a Cannes 2007 alla Quinzaine des Réalizateurs.

La banda Bush

La banda Bush

Appoggiata ? Oh no , no no, voi l’avete venduta : la sua rete apriva  ogni servizio sull’invasione in Iraq con una bandiera digitale  a tutto schermo, il saluto dei marines dalla mascella quadrata ,la maestosa aquila in volo su una musica solenne .Sa in un certo senso siamo nella stessa squadra ,abbiamo entrambi delle responsabilità ,voi avete già venduto la guerra,ora le chiedo di aiutarmi a vendere la soluzione .

Lui è Jasper Irving un senatore repubblicano che vuole regalare l’esclusiva di un nuovo piano strategico a Janine Roth, giornalista di lungo corso , combattuta tra lo scoop e l’evidente manipolazione di un uomo politico che cerca di imporsi come futuro Presidente  degli Stati Uniti.

 

Sono una delle tre coppie di Leoni per agnelli. Poi c’è il professor Malley  e Todd un suo allievo disilluso e Arian e Ernest  due soldati dispersi sulle montagne dell’Afghanistan ed ex allievi a loro volta del professor Malley. Tutti insieme sviluppano tre azioni parallele che concorrono allo schema, un po’ nello stile di Altman . Settimo film da regista per Robert Redford, presentato a Roma Film Fest l’autunno scorso con dovizia di lezioni e incontri con il pubblico animati dallo stesso Redford e dagli attori .

Francis Ford Coppola, sempre a Roma ma in distinta lezione, ci aveva già spiegato che un vero film antimilitarista per essere efficace, deve ignorare del tutto la guerra e parlare magari d’amore o che so..d’altro.Questa di Redford è un’opera  molto teatrale con dialoghi intensi e  bellissimi in cui il tema del conflitto è  un catalizzatore di questioni esistenziali e le parole  atti di accusa potentissimi contro le politiche muscolari americane più o meno recenti.Dedicato ai giovani sconfortati dai fallimenti della Storia e all’aspirazione di poter cambiare il mondo che Redford caparbiamente (ed onorevolmente) coltiva,recitato da attori talmente coinvolti e in parte da rendere inadeguato qualsiasi aggettivo, Leoni per Agnelli è un film denso,significativo e sperimentale, pregevole  e raffinato oltre che  controcorrente.. ..e  c’è da scommetterci, in odore di (meritatissimo ) Oscar.