Quando la risata seppellisce machismo e nostalgia
Ho sempre dubitato che i parrucchieri fossero quei luoghi del tutto futili intorno ai quali ama esercitarsi, con tutta la malignità di cui è capace, l’ Immaginario maschile. E non solo perchè da brava cinematografara ho amato Donne di Cukor o la Moglie del soldato o Steel Magnolias ma semplicemente perchè è la stessa realtà a contraddire il cliche dell’aggregazione femminile ciacolante, superficiale e pettegola quando si trova all’ombra della cosmesi in fiore .
Caramel è la pasta di zucchero e limone usata nel mondo arabo per la depilazione e dunque anche a Beirut nel salone di bellezza di tre donne indipendenti e in aperto contrasto con la realtà che le circonda. All’interno de Au trois coleurs, così si chiama emblematicamente il salone, c’è tutto il Libano con i suoi pregiudizi (cristiani e musulmani) le sue tradizioni e la sua cultura che tende ad emarginare le donne. Melodramma, commedia e cinema popolare si mescolano in questo bel film d’ esordio per Nadine Labaki (che è anche una delle protagoniste),il collante è la scrittura classica della commedia elegante,raffinata e sensuale che ci propone l’incrocio di storie raccontate senza ovvietà e con dialoghi irresistibili.
La macchina da presa difficilmente esce dal salone,le poche volte lo fa per insistere su scorci di Beirut, case, strade, paesaggi avvolti nella luce speciale di quei luoghi, quel tanto che basta ad infliggere acute fitte di nostalgia alla povera spettatrice.Chi ci è stato, sa. Musica di Khaled Mouzanar.Attrici non professioniste di eccezionale bravura ( e bellezza ). Presentato a Cannes 2007 alla Quinzaine des Réalizateurs.
3 pensieri riguardo “Quando la risata seppellisce machismo e nostalgia”
ti faccio qui gli auguri (per ora).
da una temperamatite :-DDD
Che grande trovata,consiglierei di copiare il modello : un abito estivo per andare alla spiaggia. E sarebbe subito Bahia.
non so se ti ricordi, ma una volta si portavano, ne avevo uno simile con le bretelline sottili e tutti i volant guarniti da merlettini.
E si indossavano pure le sottogonne per dare ampiezza all’abito.