Giuditta
“Dammi forza, Signore Dio d’Israele, in questo momento”. E con tutta la forza di cui era capace lo colpì due volte al collo e gli staccò la testa ( Giuditta 13,6-8)…Poco dopo uscì e consegnò la testa di Oloferne alla sua ancella… (Giuditta 13, 9)
Giuditta non è un guerriero ne’ una seduttrice.E’ semplicemente l’ultima possibilità di salvezza per la città di Betulia.L’iconografia tradizionale la rappresenta come descritta nella Bibbia, trionfale,sontuosamente abbigliata e adorna di preziosi gioielli per la visita al campo di Oloferne dove si reca accompagnata dalla fida schiava Abra o in altri casi nuda (a simboleggiare la Seduzione) mentre sguaina la spada.Caravaggio invece ci restituisce la bellezza di un’ambientazione essenziale,unico richiamo al fasto della tenda di Oloferne , il drappo rosso del baldacchino che sovrasta la scena, il forte impatto drammatico della quale, è tutto racchiuso nella fronte aggrottata di lei, nel suo sguardo fisso al collo della vittima e in quel solco profondo tra le sopracciglia.
Giuditta e Oloferne è un dipinto di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio del 1599 è custodito nella Galleria nazionale di Arte Antica,in Palazzo Barberini a Roma