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Se l’Evento non c’è (meglio inventarlo)

Se l’Evento non c’è (meglio inventarlo)

Qui non si è guardato Sanremo non già perchè si sia esclusivamente dediti ai quintetti d’archi, alla Qualità Totale, o all’ascolto di  performances di sceltissime avanguardie, ex o in carica che siano (tutto cambia meno l’avanguardia). Ne’ si è totalmente insensibili al fascino del Nazional Popolare da Vola – colomba – bianca – vola – diglielo – tu, ai giorni nostri. Semplicemente da tre giorni tre, per motivi di servizio , si torna a casa, troppo tardi alla sera, giusto in tempo per il Dopofestival di Elio e le Storie Tese, pregevole anzichenò quantunque le speranze che il match Luzzatto Fegiz vs Cutugno portasse all’annullamento totale dei contendenti, siano durate l’espace d’un matin. Pace (pubblica!) fatta tout de suite come da protocollante Costume Nazionale.Che amarezza. Essendo però discretamente interessata alle sorti  della tripletta Tricarico – Cammariere – Gazzè e libera per tempo in serata , provo ad allestire il desco e l’apparecchio televisivo per amici egualmente desiderosi capire perchè se, come tutti dicono, L’ Evento non c’è , se ne parli tanto, ovvero perchè il calo di ascolti sia più analizzato, discusso e rilanciato di quanto quel  terzo di elettori, probabili astenuti nel voto di aprile, meriterebbe .Ovviamente non sarà questo il vero piatto forte della serata ma, da domani si potrà conoscere anche il parere della Tenutaria sul Festival 2008 . Manca solo quello, a quanto sembra.

Nell’illustrazione l’avanguardista Faithfull Marianne in concorso a Sanremo nel 1967 con il brano ” Quando ballai con lui ” il cui testo, per decenza, si evita di riportare

Le Guardie

Le Guardie

Guido ReniAvrebbero fatto meglio a dire che un agente, avendo perso la testa, si era trovato ad esplodere  un colpo che a filo di logica , non doveva essere esploso.Il dramma non avrebbe comunque assunto connotati differenti, tuttavia un’Assunzione di Responsabilità sarebbe stata assai più dignitosa dei ritardi, delle omissioni, delle smentite  e degli oramai immancabili grafici e perizie balistiche pubblicate dai giornali. Assunzione di responsabilità che è Politica oltre che individuale. Tacendo,omettendo,tergiversando, la questura di Arezzo e il Viminale hanno alimentato la rabbia,il povero Gabriele Sandri da vittima dell’imperizia ,dell’errore di valutazione, della mancanza di nervi saldi ma anche del clima di Paura delle accuse di inedia o d’impotenza delle Istituzioni o delle Forze dell’Ordine è  diventato subito un morto per il calcio.Quale migliore occasione per dimenticare le rivalità e gli antagonismi di squadra e dare tutti insieme addosso alle guardie?

Esserci, esserci, esserci … è fondamentale solo esserci. Non conta più un cazzo la passione per il calcio, ricordare a memoria il nome di ogni calciatore, comprarsi la maglia del club, librarsi in ardite e colorite discussioni da bar sul valore della squadra, sui tatticismi, le scelte del mister, l’operato della dirigenza: comportarsi come fa il tifoso, lo sportivo, l’appassionato … a noi di tutto questo non ce ne fotte un cazzo. Quella è roba da club, da tifoso normale. Da individuo che dorme indossando il pigiama con i colori sociali della squadra e si esalta ad ogni gol siglato da un mercenario qualsiasi. A noi interessa soltanto il contatto domenicale con la tifoseria nemica, urinare sul cacatoio dei benpensanti, vomitare sullo scranno dei servi da tastiera, travolgere tutto per avanzare spavaldi e ritti, a volto coperto contro il cielo urlando il nome di Firenze per tornare a casa la sera o il giorno appresso, con le labbrate prese che bruciano, ma soprattutto con quelle date che urlano. Tornare a casa per raccontare nei minimi particolari la dinamica degli scontri, la geografia dei tafferugli, la bieca idiozia belluina dei cori, l’ignoranza geniale degli striscioni infamanti, la potenza devastante dei nostri inni. Tornare per appuntare sulla maglia il merito di aver ridicolizzato la curva di casa, dentro e fuori lo stadio e aver dimostrato che c’eravamo, tutti, in qualunque modo, a qualunque costo. Ovunque.

Domenico Mungo . Sensomutanti. L’ amore ai tempi del DASPO. Edizioni Tirrenia Stampatori.Torino.

 

Giglia

Giglia

Ho imparato tre cose. Dal PCI  che NOI è più importante di IO. Quando sento qualcuno parlare sempre di sé,ho una reazione allergica.Da mio marito che bisogna guardare al futuro,alle cose che ancora vanno fatte,a ciò che deve ancora succedere.Dal movimento delle donne  che bisogna partire dalla propria esperienza,che questa è una risorsa insostituibile.

Giglia Tedesco

Giglia Tedesco ha seduto nell´aula del Senato dal 1968 fino al 1994, occupandosi in particolare di Giustizia e di Diritto di Famiglia: è stata infatti relatrice per la legge 194 e per la Riforma dell´Adozione.E’ morta venerdì pomeriggio disponendo che la cosa non facesse notizia e che le esequie si svolgessero in forma privata.

Famola strana (quella riforma )

Famola strana (quella riforma )

DemocratsOfferta Veltroni (detta del Kaiser per i numerosi  riferimenti germanici ) : Un sistema su base proporzionale, senza premio di maggioranza,(sennò è inutile ), che riduca la frammentazione e che dia agli elettori la possibilità di scegliere i rappresentanti.

Scenari : Facciamo finta che il trio Franceschini – Veltroni –  Amato, NON si sia già incontrato con il duo Bertinotti – Giordano, in segretissima riunione ieri l’altro, e diciamo che Rifondazione tradizionalmente proporzionalista potrebbe vedere con favore una simile soluzione. Meno entusiasti sono i referendari  essendo improvvisamente scomparsa dal tavolo delle trattative l’ipotesi maggioritaria ( che tanto non passerebbe). Angius dei socialisti, preferirebbe invece il Mattarellum corretto senza  scorporo e  candidature multiple, mentre Clemente Mastella favorevole al sistema tedesco (che in questo caso sarebbe anche un po’ spagnolo)  , propone che la soglia di sbarramento sia innalzata al 10% (della serie non badiamo a spese) . Le rimanenti piccole formazioni  dell’Unione intanto,escluse dal gioco di sponda PRC – PD inauguratosi in gran segreto due giorni fa, si sono (comprensibilmente) irritate ma non sono andate oltre la richiesta un incontro (Cesare Salvi) di tutte le forze di sinistra (qualcuno tenta un allora se è così liberi tutti ricattatorio, tanto per non perdere l’abitudine ma senza esito).La prossima settimana sarà impegnata più che a mettere a punto i meccanismi della riforma a rassicurare tutti su quanto di maggioritario ci possa essere in questo sistema proporzionale e viceversa.L’asse Bertinotti Veltroni preoccupa le formazioni intermedie che potrebbero vedersi improvvisamente costrette a scegliere tra PD e Cosa Rossa per una semplice questione di sopravvivenza. Questo in realtà è quello che ogni cittadino dabbene si augura , ma vallo a spiegare ai Verdi o a Sinistra Democratica.

Contraltari : Forza Italia e Lega , l’una impegnata a confortare  l’operazione di Storace (sempre utile indebolire il competitore Fini) e l’altra a pascolare maiali a Padova, continuano a opporre atteggiamenti di chiusura.Tanto il deadline si appresta, il 14 novembre eccolo lì,  dopodichè secondo loro si va tutti a votare col Porcellum In questo periodo sembra impossibile liberarsi dei maiali ,immagine che ritorna insistentemente.

Contraltari e Pontieri : Casini e Fini : Prodi deve cadere,magari cadesse Prodi… ma se Prodi non cade e la maggioranza c’è , tanto vale mettersi a lavorare sull’idea tedesca in salsa spagnola con presunto sbarramento modello Ceppaloni.

Probabilità : se tutto dovesse funzionare dovremmo avere un sistema bipolare proporzionale con convergenza al centro e taglio delle ali.Non era meglio un bel maggioritario secco, con sbarramento e doppio turno etc? (la lingua batte dove il dente duole)

Imprevisti : Il giudizio di costituzionalità dei quesiti referendari che si attende a giorni e l’avvio delle relative procedure ovvero che ci si perda troppo in trattative, percentuali e sbarramenti e che gli esiti referendari si sovrappongono alla Porcata (continuano imperterriti i riferimenti suini)

(continua)

Repetita stufant

Repetita stufant

Che in Italia non ci sia meritocrazia è un’affermazione che ho sentito , in distinte circostanze, da Sabina Guzzanti, Beatrice Borromeo e Urbano Barberini dei Priincipi omonimi . Quando certe espressioni cominciano a rimbalzare un po’ troppo di frequente da articolo, a forum, a pubblico dibattito, a programma televisivo, finiscono con il perdere di senso. Una ripetitività che lungi dal giovare come avrebbero voluto gli antichi, in realtà paga l’obolo alla rassegnazione.Se il clamore non è in grado di generare cambiamenti (quasi mai lo è, non da solo quantomeno  ) allora c’è caso  che subentri assuefazione  e che persino i  principi si facciano carico della denunzia, guadagnando con poca spesa e nessun rischio, le ribalte . Davvero non c’è modo di raccontare la nostra condizione senza ricadere nel banale e nel luogo comune? Forse solo chi è disponibile a dirla tutta e cioè che per ottenere la soddisfazione dei meritevoli non basterebbe azzerare la classe dirigente o vincere buona parte della mentalità che presiede il governo delle imprese ma che un intero sistema culturale andrebbe destrutturato.Gli effetti sarebbero uguali a quelli di una vera e propria rivoluzione.Che nessuno vuole.