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Categoria: Se ne sono andati

Merci pour le chocolat

Merci pour le chocolat

Avant, j’avais tendance à me rapprocher de plus en plus des acteurs. Je finissais par me dire: Tu ne vas tout de même pas faire que des gros plans, c’est du téléfilm ou bien il faut t’appeler Dreyer ! Bref, je passais mon temps à chercher ma place. Maintenant, je suis tout de suite où je veux.

Claude Chabrol

Forever young

Forever young

Si scriverà nei prossimi giorni di Fernanda Pivano – che aveva l’inglese nel sangue – delle sue traduzioni : il Grande Gatsby, Addio alle armi, Antologia di Spoon River, Non si fruga nella polvere, l’Urlo, Sulla strada  ed altre ancora, della sua infaticabile attività di  critico, autorevole e –  rarità –  sempre disponibile a capire e sostenere le opere dei giovani e nuovi scrittori.

Personalmente a Nanda Pivano devo l’opera di Bret Easton Ellis, sei libri da perdere la testa, nei quali non a torto, aveva riconosciuto l’eredità di Faulkner, di Hemingway e di Scott Fitzgerald. Ma soprattutto di lei  ho sempre  apprezzato la  capacità di entusiasmarsi e di  trasmettere entusiasmo, un tratto inossidabile, resistente al tempo e agli eventi,  come quel  suo essere  sempre pronta ad abbracciare della vita, ogni  possibile aspetto.

Eternamente giovane, si dice che fu proprio lei a introdurre in Italia quella canzone di Bob Dylan. Non so se sia vero, so solo che niente avrebbe potuto somigliarle di più.

Nell’illustrazione del Corriere della Sera con Peter Orlovsky, Allen Ginsberg e Gregory Corso

A quell’omm

A quell’omm

della meaA me quel suo modo di comporre e cantare politico non è mai piaciuto, ho sempre pensato che tra i suoi testi e quella che comunemente viene definita retorica ci fosse un confine troppo tenue perchè potessero nascere vere emozioni. Della sua produzione mi porto dietro solo A quell’omm, un brano dedicato ad Elio Vittorini e Se qualcuno ti fa morto scritta per il Che.

Per il resto la sua figura resta legata a cori sgangherati con maltrattamenti di strumenti musicali vari. Un modo talvolta finto di stare insieme, un tipo di socialità che non ho amato vivere e che non amo ricordare. Lui non ne ha colpa, ma tant’è  : la sua musica si è prestata.

Meglio attribuire ad Ivan Della Mea i meriti che gli competono e che sono tantissimi : il lavoro svolto insieme ad altri con Bella Ciao o successivamente l’impegno profuso nella direzione dell’Istituto Ernesto De Martino. Meglio i suoi articoli sul Manifesto, meglio i suoi libri. Meglio cioè quel ruolo d’intellettuale che probabilmente rifuggiva e che invece gli calzava a pennello.

L’illustrazione  è dell’associazione aut aut .

 

 

 

 

Paiono traversie…

Paiono traversie…

A nessuno veniva in mente che erano le tre di notte e che era ora di dormire .Si dice sventura , dolori – disse Pierre – ma se ora in questo istante mi dicessero vorresti tornare a essere quello che eri prima della prigionia o soffrire tutto da capo? Per carità, chiederei di nuovo la prigionia e la carne di cavallo. Noi pensiamo che quando siamo spinti fuori dal solito sentiero tutto sia finito per noi : invece è solo lì che comincia il nuovo, il bene. Finchè c’è vita  c’è anche felicità. Nell’avvenire ci sono molte cose. Molte. Questo lo dico a voi –  fece rivolgendosi  a Nataša.

Leone Tolstoj Guerra e pace

Vittorio Foa amava molto questa pagina di Tolstoj in cui Pierre, appena ritornato dalla dura prigionia francese, racconta la sua storia. Amava anche ripetere  Paiono traversie e sono opportunità, il pensiero di Vico che lo aveva accompagnato e sostenuto  per gran parte della sua giovinezza. Nei duri anni di prigionia aveva  proiettato nel futuro la sofferenza e le privazioni del presente. Le aveva vissute non come un patimento da sopportare stoicamente o religiosamente ma ritenendole possibilità quindi scelte. Vittorio Foa ci lascia naturalmente moltissimo della sua lunga esperienza politica, in documenti,  libri e articoli di giornale. Ma lascia anche un’ importante lezione esistenziale, ben sapendo che chi dedica la propria vita all’impegno politico, alle  battaglie civili, incontra sul tragitto grandi ostacoli, momenti di scoramento e disillusione :   Vorrei chiedere una cosa ai ragazzi, di non vedere tutto come un dramma, di non prestare fede a chi vede catastrofi dappertutto. Se possibile usate l’ironia e l’autoironia: esse ci consentono di essere coinvolti e distaccati, di capire e di partecipare.

Ho mischiato le sue parole alle mie, come di chi è riconoscente.

nell’illustrazione Vittorio Foa ritratto da Carlo Levi nel 1935

Non bevi, non fumi, non guidi la macchina..ma ti godi la vita tu?

Non bevi, non fumi, non guidi la macchina..ma ti godi la vita tu?

Risi aveva un talento speciale per raccontare le fasi di passaggio – epoche di transizione le chiamano , quei periodi della storia di un Paese , densi e complessi  in cui un’ aspra coabitazione tra passato e presente, quasi mai lascia intravedere un futuro definito. Le incertezze che ne derivano prendono pieghe diverse : speranza, curiosità,crisi ma anche orrore ed inumano cinismo. Poggiando su basi solide la sua leggerezza di narratore – in immagini, in prosa e anche in versi – che si risolve in un modo acuto di osservare le cose – dal particolare all’insieme, senza mai un errore o una sbavatura –  e in una grande intelligenza, il suo lavoro risente di una mescolanza d’ ironia e senso del Dramma: una ricetta di sicura riuscita nell’ambito della Commedia. Ed eccoci ad Una vita difficile alla caduta del sogno, dalla Resistenza al Referendum all’attentato a Togliatti, e infine al risveglio in una realtà che sembra non poter essere affrontata senza compromessi. E ancora si continua con decine di film dalle alterne fortune ma sempre incredibilmente ancorati alla realtà. Dai vecchi ai nuovi Mostri si può registrare una sorta di mutazione del cinismo, di evoluzione in senso peggiorativo, si comincia con l’educazione all’egoismo e alla prevaricazione, si continua con il turlupinare moglie e amante e si finisce col consegnare una bomba mascherata da romantico pegno d’amore ad un’ignara quanto innamorata hostess di linea aerea. In mezzo la quasi totale sparizione di quel po’ di senso poetico rappresentato dal pugile suonato con l’aquilone e che nella nuova serie s’intravede, ma è  un attimo solo, nell’orazione funebre per Formighella comico da avanspettacolo al quale i compagni di lavoro dedicano, tra le lacrime, l’ultima passerella ..Fe-li-ci-bum- tà. Un po’ si era preparati a salutare Dino Risi (ma in definitiva non  abbastanza).