Paiono traversie…
A nessuno veniva in mente che erano le tre di notte e che era ora di dormire .Si dice sventura , dolori – disse Pierre – ma se ora in questo istante mi dicessero vorresti tornare a essere quello che eri prima della prigionia o soffrire tutto da capo? Per carità, chiederei di nuovo la prigionia e la carne di cavallo. Noi pensiamo che quando siamo spinti fuori dal solito sentiero tutto sia finito per noi : invece è solo lì che comincia il nuovo, il bene. Finchè c’è vita c’è anche felicità. Nell’avvenire ci sono molte cose. Molte. Questo lo dico a voi – fece rivolgendosi a Nataša.
Leone Tolstoj Guerra e pace
Vittorio Foa amava molto questa pagina di Tolstoj in cui Pierre, appena ritornato dalla dura prigionia francese, racconta la sua storia. Amava anche ripetere Paiono traversie e sono opportunità, il pensiero di Vico che lo aveva accompagnato e sostenuto per gran parte della sua giovinezza. Nei duri anni di prigionia aveva proiettato nel futuro la sofferenza e le privazioni del presente. Le aveva vissute non come un patimento da sopportare stoicamente o religiosamente ma ritenendole possibilità quindi scelte. Vittorio Foa ci lascia naturalmente moltissimo della sua lunga esperienza politica, in documenti, libri e articoli di giornale. Ma lascia anche un’ importante lezione esistenziale, ben sapendo che chi dedica la propria vita all’impegno politico, alle battaglie civili, incontra sul tragitto grandi ostacoli, momenti di scoramento e disillusione : Vorrei chiedere una cosa ai ragazzi, di non vedere tutto come un dramma, di non prestare fede a chi vede catastrofi dappertutto. Se possibile usate l’ironia e l’autoironia: esse ci consentono di essere coinvolti e distaccati, di capire e di partecipare.
Ho mischiato le sue parole alle mie, come di chi è riconoscente.
nell’illustrazione Vittorio Foa ritratto da Carlo Levi nel 1935
Un pensiero su “Paiono traversie…”
e oggi siamo un poco piu’ soli.