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Categoria: La fabbrica del cinema

Magnani apre la Festa del Cinema (senza passare per il red carpet)

Magnani apre la Festa del Cinema (senza passare per il red carpet)

Teresa venerdì

L’omaggio di Gilles Jacob a Roma e ad Anna Magnani  ha preceduto la proiezione de Le Deuxieme souffle all’Auditorium nella serata inaugurale della festa del Cinema di Roma. Otto minuti per un documentario di montaggio che racconta attraverso brani tratti da Visconti, Pasolini, Rossellini , Renoir , l’arte,la versatilità, il talento di Anna Magnani.

Anna Magnani Lupa Romana è un documentario di Gilles Jacob,autoprodotto.Francia 2007

A Roma invece..

A Roma invece..

Roma film festival 2007Non avrei più voluto andare ai festival,servono solo a fare polemiche e non c’è vero interesse per i film . A Roma invece  mi pare ci sia voglia di scegliere e proiettare film per gli spettatori

(Francis Ford Coppola )

Qui ne connaît pas la ratatouille ?

Qui ne connaît pas la ratatouille ?

RATATOUILLE_

Come spesso accade nella preparazione di certi piatti  semplici e modesti ma solo all’apparenza , il segreto della ratatouille è nascosto in  piccoli colpi d’abilità  che ne determinano  un equilibrio armonico di ingredienti, condimenti ed erbe aromatiche  ben mescolati.Se scappa troppo olio, le verdure formeranno un’ isoletta gonfia e unta in un mare di condimento, se troppo poco, saranno irrimediabilmente asciutte, altrettanto sia detto per i guasti che  provoccherebbe l’ eccesso o il difetto di timo, alloro, basilico , senza parlare dell’importanza del tocco magistrale : i chiodi di garofano.

RATATOUILLE_10Cosa può scatenare dal punto di vista narrativo la presenza di un topo, misterioso chef  nella cucina di un importante ristorante, si può ben immaginare. Lui, il topo dal prodigioso olfatto, si chiama Remy ed ha una vera passione per l’alta cucina e il buon cibo. Per una serie di circostanze  avventurose si troverà ad essere, insieme allo sguattero al quale ha suggerito proprio la ricetta della ratatouille, una vera celebrità dei fornelli. Naturalmente il percorso d’inconvenienti e peripezie che portano alla realizzazione del sogno, è lungo e tortuoso.Ce lo racconta con incredibile perizia il regista Brad Bird che insegue la vicenda mantenendo vivo il ritmo delle battute, assegnando le luci e i colori giusti alle scene, così da trasformare un cartone animato in una visione complessa con movimenti di macchina perfettamente armonizzati al contenuto delle sequenze. Remy si esprime a gesti, con piccoli movimenti del corpo e semplici sguardi.Bellissima la scena in cui corre nella cucina per correggere la zuppa, eleganza e  stile scanditi dal carrello circolare e dalle musiche “mozartiane” che sottolineano ogni gesto, fino a quando il topo trovandosi faccia a faccia con lo sguattero, imprime alla ricetta il colpo di genio, lasciando cadere le foglioline di cerfoglio nella pentola.Una stoccata finale ai critici culinari, attraverso la rieducazione del feroce e ultrasnob Anton Ego che parla con la bellissima voce di Peter o’ Toole.Un piccolo racconto morale – insegui il sogno con tutto il gusto che puoi – dal ritmo che ricorda le commedie di Black Edwards  ma soprattutto che conserva il segeto della ratatouille.Un piatto semplice a base di verdure cotte nobilitate dal tocco dell’artefice.

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Ratatouille è un film a colori di genere animazione, ragazzi, commedia della durata di 110 min. diretto da Brad BirdJan Pinkava e interpretato da Patton OswaltBrad GarrettBrian Dennehy,Janeane GarofaloIan HolmJohn RatzenbergerDavid Schwimmer.
Prodotto nel 2007 in USA e distribuito in Italia da Walt Disney Studios 

Il team di animatori ha creato più di 270 pietanze al computer.Ogni pietanza è stata preparata da rinomati chef in una vera cucina,quindi fotografata come modello per i disegnatori e infine assaggiata dai cartoonist e dai creativi dello staff.

I was cured alright

I was cured alright

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Ad Arancia Meccanica che in questi giorni compie trentacinque anni. Al criminale Alex che non è peggiore del Ministro degli Interni e del Capo dell’Opposizione. Al Potere che rende accettabile la violenza istituzionalizzandola. Alla Cura Ludovico ovvero  Quando il Rimedio è peggiore del Male.

Una tempesta d’immagini

Una tempesta d’immagini

Abel Gance ebbe la conferma che il suo antico sogno di proiettare Napoléon tra le Rovine  , si era infine avverato, da Claude Lelouch. – Vado a telefonargli, glielo dirò  piano piano – ci aveva annunciato dopo la proiezione, accompagnando quel piano piano con un piccolo movimento delle mani . Un gesto affettuoso, protettivo.Gance aveva allora oltre novant’anni  (morirà due mesi dopo) e i medici gli avevano sconsigliato di viaggiare. Soprattutto di evitare forti  emozioni. Le rovine che aveva sognato, erano quelle del Colosseo e dell’Arco di Costantino a ridosso del quale erano stati sistemati gli schermi e la buca dell’orchestra. L’area, quella bellissima che arriva fino al Clivo di Venere Felice e che dal 6 agosto al 13 settembre 1981 aveva ospitato una tra le edizioni  più ricche di Massenzio.Gance dovette accontentarsi del racconto piano piano di Claude Lelouch, di sicuro  gli avrà detto che la proiezione era stata interrotta da una pioggia durata mezz’ora ma che nessuno tra il pubblico, nemmeno Madame Danielle Mitterand, l’ospite più importante  (e anche la più gradita) nemmeno il sindaco di Roma Luigi Petroselli e il Presidente del Senato Spadolini, nemmeno Enrico Berlinguer,si era mosso dal proprio posto,che ognuno  aveva aspettato pazientemente che finisse di piovere e che alla fine  il pubblico si era alzato in piedi e aveva applaudito a lungo . Venticinque anni fa la standing ovation non era un tributo abituale. Napoléon è un film  con una storia infinita, piena di traversie. Uscito a ridosso dell’avvento del sonoro cui Gance (e non solo) aveva preconizzato  vita breve (ma lo stesso cinema non era forse un ‘invenzione senza futuro secondo i Lumiere?) era stato proiettato la prima volta nel 1927 all’Opéra di Parigi accompagnato da una partitura di Arthur Honnegger.Più Monumento che Kolossal, pensato come il primo  di cinque capitoli sulla vita di Napoleone , era costato un grosso impegno alla Pathe la casa produttrice, affiancata per l’occasione da un team di banchieri : 18.000.000 franchi, uno sproposito per quell’epoca, senza considerare un cast di grandi attori di teatro da Albert Dieudonné (Napoleone ) ad Antonin Artaud ( Marat )  passando per Annabella (Violine) Gina Manès (Joséphine de Beauharmais) e lo stesso Gance nei panni di Saint Just nonchè una nutrita schiera di comparse. Il Meraviglioso però  era dato da una serie di marchingegni tecnici impensabili per l’epoca :  il sistema della “polyvision", con tre schermi affiancati che allargano la visione, usato  per le sequenze del Dibattito alla Convenzione, del Bal des Victimes, e della marcia dell’esercito francese verso l’Italia, la divisione delle inquadrature in più immagini, effetto difficile da ottenere allora, in assenza di  stampatrici ottiche, le cineprese collocate in ceste oscillanti sospese nel vuoto  a dorso di cavallo per imprimere movimento alle sequenze, perché lo spettatore potesse incorporarsi al dramma visivo . Effetto questo accentuato dalle  sequenze in soggettiva, e dal montaggio dai ritmi rapidissimi. La storia della lavorazione di Napoleon è a sua volta un’ epopea. Quattordici mesi di riprese, quattrocentocinquantamila metri di pellicola, settanta ore di girato.Un’impresa parossistica e mirabolante. Ma.. furono proprio la lunghezza del film, sei ore, e l’attenzione del mercato rivolta alla novità del sonoro, a renderne difficile la distribuzione. Anche i successivi tentativi  di postsincronizzazione non sortirono l’effetto.Così quello che Chaplin aveva definito Tempesta d’immagini, fu tagluizzato, ora per renderne accettabile la durata, ora perchè nelle sale non  erano disponibili i tre schermi necessari alla proiezione. All’inizio degli anni settanta, di quell’opera rimanevano frammenti sparsi  nei musei del cinema di tutto il mondo. L’operazione di recupero e ricostruzione del film durò dieci anni  ed è in gran parte dovuta al regista e storico inglese Kewin Brownlow. Nel 1981 la copia ricostruita fu recuperata dal regista Francis Ford Coppola, presentata a New York, al Radio City Music Hall, e fatta ricircolare in tutto il mondo. La versione di Coppola era di 4 ore e con musiche composte da suo padre Carmine Coppola appositamente; una versione di Brownlow e di David Gill dura 5 ore e 13 minuti, con musiche di compositori del XVIII secolo (a cura di Carl Davis); la versione che proiettammo a Roma, a Massenzio era la copia restaurata da Brownlow ma nella versione più breve di Coppola.Come si arrivò a portare Napoléon a Roma per offrirlo al grande pubblico fa parte di un’altra epopea, come i due giorni di prove con Coppola circondato dai guardaspalle che strillava ordini al proiezionista collegato con un walkie talkie mentre suo padre ammoniva dolcemente i violini, sono ancora un’altra storia.

Stasera al Colosseo si replica.L’Estate Romana compie trent’anni e li festeggia con trentacinque metri di schermo, cinque proiettori, e Napoléon che a ottant’anni dalla Prima all’Opéra di Parigi,dopo essere stato dato per spacciato molte volte, continua a far tremare le vene ai polsi di spettatori visionari.