Sfogliato da
Anno: 2008

Sense and sensibility in Sacramento (California)

Sense and sensibility in Sacramento (California)

Austen18

La letteratura di Jane Austen è sempre stata per il cinema una specie di pozzo senza fondo : non c’è romanzo  da Pride and Prejudice  a Mansfield Park a Emma  a Sense and sensibility (nella sontuosa trasposizione di Ang Lee) che non abbia ispirato pellicole o che non sia stato saccheggiato di citazioni più o meno manifeste. La ragione va ricercata nell’essenza stessa degli scritti  della Austen, fortemente introspettivi densi di caratteri umani  inseriti quasi sempre  in generose rappresentazioni di affreschi d’epoca. Una vera pacchia per lo sceneggiatore al quale non rimane altro che sfrondare qua e là per riportare alla luce  un esprit il più delle volte attualissimo ed estremamente  maneggievole ai fini del racconto.

Austen16Niente di strano quindi, se Robin Swicord decide di realizzare un film The Jane Austen book club ( in italiano il titolo è Il club di Jane Austen ) che vuol essere, non un ennesimo ma un ulteriore (e pregevole) punto di vista su questa scrittrice e la sua produzione. Siamo a Sacramento  - noiosa città della California in cui altro non si può fare se non fondare un club di letture (NdR) - ai giorni nostri , un gruppo di amici organizza a cadenza mensile,  una riunione con lettura collettiva e discussione dei libri della Austen allo scopo di sostenere una di loro, nel superamento di una delusione d’amore. Naturalmente letteratura e vissuto s’intrecciano per ognuno dei soci del club e ne scandiscono l’agire in una squadernata di temi tradizionali dell’Austen (repressione, istinti ,sensi di colpa,doveri…) infine ciascuno, nel  suo  libro, rinverrà la chiave di volta della propria esistenza e l’ispirazione per addivenire a probabili happy end.

austen10

Film interessantissimo proprio per il mix vissuto – cinema – letteratura, quantunque un po’ troppo aristocratico perchè il grande pubblico se ne appropri ma – e questo è il bello – fortemente istigatore di ricerca ed indagine letteraria austeniana e non solo. Irrinunziabile la visione per i fans della scrittrice.

Il club di Jane Austen  è un film di Robin Swicord con Kathy Baker, Maria Bello, Emily Blunt, Amy Brenneman, Hugh Dancy, Maggie Grace, Lynn Redgrave, Jimmy Smits, Marc Blucas, Kevin Zegers, Gwendoline Yeo. Genere Drammatico produzione USA, 2007 Durata 106 minuti circa.
Storia di non amore (nei giorni in cui perdemmo tutto)

Storia di non amore (nei giorni in cui perdemmo tutto)

Torino . Settembre 1980. L’ultima illusione della classe operaia bruciata dentro e fuori i cancelli di Mirafiori in una lotta durata trentacinque giorni , strenua , disperata e infine perdente . Il racconto dell ‘ultimo sprazzo di passione collettiva, corre parallelo  a quello di una storia d’amore tra lei, impiegata della Fiat, figlia di crumiri imbesuiti dal mito di Valletta,  laureanda, con ansia di riscatto sociale e prossima a nozze con capetto sempre  Fiat, egualmente ambizioso  e lui, operaio massa, militante, tosto , possessivo  e per sovrapprezzo pure ignorante in matematica. La loro storia si consuma  nell’arco di quei trentacinque giorni al termine dei quali, perderanno tutto. Non sarà valso a lei, che ritroviamo ai giorni nostri, disoccupata e spenta  a far la spesa al Lingotto trasformato in centro commerciale, aver partecipato alla marcia dei quarantamila ne’ a lui riconvertitosi tassista, aver lottato duramente.Fregati entrambi. Dopo quei trentacinque giorni tutto cambiò in fretta , umiliata la dignità dei lavoratori con la firma di un accordo bidone (23.000 cassintegrati , senza rotazione, ne’ piano industriale, un allontanamento dalla fabbrica senza speranze che per moltissimi divenne definitivo ) cominciò una china discendente che tra frammentazione sociale , spaesamento, precariato, disoccupazione, segnò il decennio 1980 – 1990 , soprattutto fu la fine della politica, privata di un soggetto forte. Il film si avvale di inserti particolarmente significativi ,uno per tutti ,relativo all’episodio più controverso : quello del comizio di Enrico Berlinguer davanti ai cancelli di Mirafiori. E’ facile , in un film che intrecci una vicenda pubblica con una privata, che la miscela emozionale  ne disperda la sostanza,il valore storico.

In SignorinaEffe questo non accade, vuoi per il rigore narrativo con il quale sono definiti i contesti , vuoi per quell’ansia minuziosamente conoscitiva e indagatrice, onnipresente  spina dorsale del film. Va dato merito alla costanza di Wilma Labate che per trovare i finanziamenti necessari alla realizzazione di questo bellissimo film , ha impiegato dieci anni per l’indisponibilità delle case di produzione a investire in una storia che parlasse di operai , soggetti definiti fuori moda, inadatti pertanto a far tintinnare il botteghino.Ma soprattutto per aver sostenuto con forza il punto di vista dei perdenti, mostrandoci le cose esattamente com’erano e per averci riportato alla memoria con intelligenza e poesia , questo pezzo della nostra storia raccontando i giorni in cui perdemmo tutto.

SignirinaEffe è Un film di Wilma Labate. Con Filippo Timi, Valeria Solarino, Sabrina Impacciatore, Fausto Paravidino, Clara Bindi, Gaetano Bruno, Luca Cusani, Marco Fubini, Giorgio Colangeli, Fabrizio Gifuni. Genere Drammatico, colore 95 minuti. – Produzione Italia 2007. – Distribuzione 01 Distribution

Applausi ( Uno, cento, mille, posti al sole)

Applausi ( Uno, cento, mille, posti al sole)

2500Un sistema di potere che ramifica e riproduce se stesso  sebbene non comporti diretti arricchimenti degl’interessati ( tutti si affannano a dire che stavolta non si evince passaggio di denaro, corruttela brutale , richiesta di tangenti insomma  ) ma solo consolidamento del meccanismo con quel che ne consegue, sta alla base dell’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere.  Il fatto che si possano probabilmente escludere  andirivieni di valige o presenza nelle tappezzerie capitonnè  di imbottiture a base di valuta corrente, non attenua la gravità dei fatti dal punto di vista della moralità e dell’etica politica . Le estreme conseguenze di simili comportamenti, volendo sgomberare il campo dalle inutili digressioni su  arredi e torroncini agli ospiti di casa Mastella, sono presto dette : un colpo inferto alla democrazia e alla logica del buongoverno : un primario, un direttore sanitario, un magistrato  posti a capo di strutture importanti non per le proprie capacità ma per l’appartenenza o meno a gruppi di potere possono determinare con più probabilità di altri, gravi malfunzionamenti.Lo stesso dicasi per appalti assegnati con metodi poco trasparenti e clientelari. E se da una parte è in gioco la democrazia, dall’altra un’economia sempre più drogata e lontana da quel libero mercato di cui tanto si sprofferisce. Quanto di questo sistema sia contenuto nelle intercettazioni sulle quali poggia l’inchiesta, vedremo in seguito . Nel frattempo non c’è di che stupirsi  se il Parlamento non abbia granchè a cuore la messa a nudo, la condanna di un simile metodo che è largamente diffuso. Non c’è di che stupirsi nemmeno se in circostanze come quella di ieri, in cui l’autonomia e la libertà della magistratura sono messe in discussione dal Guardasigilli in persona, pochissime siano le voci di dissenso e l’applauso dell’aula travolga da destra come da sinistra l’oratore.Intendiamoci : nessuno porta l’anello al naso e questi provvedimenti che scattano nei momenti più adatti  non possono far a meno di far riflettere,tuttavia questo non è un buon motivo per generalizzazioni e inutili aperture di  conflitti tra Poteri dello Stato.Nemmeno se ci sembra francamente sproporzionato il provvedimento di custodia cautelare, nemmeno se alla luce di quanto fin qui si legge, il ruolo della signora Mastella non emerga precisamente come quello di reginetta della cupola.Un magistrato due magistrati tre magistrati…non sono la Magistratura come un soldato o due non sono l’Esercito. Questa storia durerà per quel che serve, stemperati gli echi degli ultimi applausi, si è già passati alla fase due :  strumentalizzazione politica. Ognuno come sa e per quel che può.Così dai Rifiuti di Napoli, alla rinunzia di Ratzinger passando per la minaccia dello sciopero generale tutto fa brodo e l’Aula  ne approfitta, Mastella intanto si è dimesso,il suo partito è uscito dalla maggioranza garantendo l’appoggio esterno al governo Prodi, come dire un radioso futuro di mani libere.Proprio quello di cui c’era bisogno.Del resto Mastella è un politico navigato e sa trasformare le traversie in opportunità.Tutto sembrerebbe giocare in direzione di nuove consultazioni elettorali salvo che con la Riforma siamo in alto mare e di nuovo c’è solo che la Corte Costituzionale ha ammesso i quesiti referendari.Meglio di niente, dicono in molti , salvo che se dovessero passare i SI,  avremmo una specie di ibrido che solo in parte risolverebbe i problemi di governabilità e chiarezza. Molto ancora si potrebbe fare ma non sembra questo il clima adatto a concertazioni e accordi trasversali.Nelle more Un posto al sole soap tutta italiana anzi tutta del Centro Produzione Rai TV di Napoli e quivi ambientata, festeggia domani il suo episodio n. 2.500. Non ho seguito la saga per questioni di orario disgraziato ma non importa, il solo titolo in questi giorni,mi pare…tutto un programma.

Con abile mossa…

Con abile mossa…

 Benedetto XVI

….il Romano Pontefice annulla la visita alla Sapienza. Adesso è lui la vittima, l’escluso, l’emarginato dall’integralismo laicista.Incassa solidarietà e complimenti vivissimi ovunque e da domani si ricomincia come prima più di prima…

Il futuro deve continuare a passare qui

Il futuro deve continuare a passare qui

Sbaglierò, ma un problema più che  col Papa ce l’abbiamo col Magnifico Rettore che l’ha invitato per l’inaugurazione dell’Anno Accademico prevista giovedì prossimo alla Sapienza. C’è senz’altro ancora molto bisogno di ricordare quanto le sconfessioni da parte della Chiesa di Darwin e Galileo, non possano essere  in sintonia con una comunità di studiosi docenti e discenti che con il Sapere e con la Scienza , hanno ben altro rapporto di quello che la Chiesa e  in particolare, questo  Papa indicano.Tuttavia chi, se non il Rettore e il Senato Accademico devono essere garanti di libertà, laicità e democrazia all’interno dell’Ateneo? Da più parti viene rivolto l’invito a lasciare che Benedetto XVI si esprima ,si tratta di voci autorevoli, Adriano Sofri e Dario Fo sono nel novero con circostanziati argomenti, ma se ne possono condividere le ragioni a un solo patto : che nessuna censura venga inflitta a chi è intenzionato giovedì a esprimere dissenso. E allora che si tratti di  Appelli, Striscioni irridenti , petit déjeuner  a base di porchetta sulle scale del Rettorato, contro-lectio magistralis o frocessioni varie, la Radio Vaticana e tutti quelli che storcono il naso , dovrebbe esimersi da inviti ad evitare la gazzarra.La frocessione non entusiasma nemmeno me, ma meno ancora mi piace il Romano Pontefice Conferenziere dentro una libera università. Dopodichè , passata la festa, l’intero Corpo Accademico è bene che apra un confronto con il Rettore : Il futuro è passato qui è il motto della Sapienza.Vorremmo continuare a considerarlo ancora credibile.

(Nell’illustrazione la Minerva , dea della Guerra, della Sapienza, della Perfidia e della Prudenza, in atto di scagliare lancia e urlo di guerra. Si trova al centro del piazzale antistante le facoltà).