Giù le mani

Giù le mani

Juno (ovvero Giunone) , piccoletta e tosta, con maglioni di forma  indefinita, jeans più kilt, sneakers, leggings e tutto il resto del corredo dell’adolescente ribelle ivi compresa una certa sfrontatezza , l’allegria e il bel piglio determinato che ogni libera scelta comporta. Quando l’abbiamo vista l’autunno scorso, nessuno avrebbe pensato che sarebbe potuta diventare la bandiera di una qualsiasi battaglia ma che fosse solo l’espressione di una nuova sensibilità di cui il  cinema americano,peraltro, ci stava già raccontando con  Waitress o Molto incinta  tutte storie di impreviste gravidanze con nessuna voglia di abortire. Niente nell’universo di Juno parla di fondamentalismo o di cupe battaglie per la vita, tutto è naturale nella non accettazione della logica dell’interruzione di gravidanza  ma nemmeno di quella del ricatto dell’istinto materno a tutti i costi. Bella sceneggiatura di  Diablo Cody, una donna che sa.

Juno è un film di Jason Reitman. Con Ellen Page, Michael Cera, Jennifer Garner, Jason Bateman, Olivia Thirlby, Allison Janney, Rainn Wilson, J. K. Simmons. Genere Commedia, colore 92 minuti. – Produzione USA, Canada, Ungheria 2007. – Distribuzione 20th Century Fox

7 pensieri riguardo “Giù le mani

  1. vero, l’ho visto ieri sera. Una bella commedia giovane, fresca, dissacrante.

    E subito i cretini la usano come vessillo…. ma de che?

  2. tra l’altro è stata una scoperta tardiva, quando è stato premiato a Roma, gli augusti consorti non hanno profferito verbo,salvo elogiare come hanno fatto tutti,il film dalle colonne e dai colonnati che ospitano i giudizi di madame …

  3. L’ho visto ieri e mi ha un po’ deluso, gli indie Usa di solito fanno cose migliori e più brillanti e poi la coppia è davvero inquietante.

    Ma lei più è scontrosa e più fa simpatia: secondo me merito più dell’attrice che della sceneggiatura.

  4. Una scelta assunta in controtendenza al manicheismo militante di questi tempi di raro oscurantismo,subito strumentalizzata dai primi che passano,qui in Italia da Ferrara ( piuttosto depresso in verità, causa batosta) ma anche altrove per sostenere la causa di analoghi movimenti. A Roma c’era di meglio da premiare,tuttavia ho condiviso la scelta della giuria popolare ( vox populi…) di far emergere il nuovo.Juno per le cose che dice e per come le dice, lo è. Poi è vero,l’attrice, simpaticissima, fa quasi tutto lei.

  5. Ferrara è capace anche di leggere i testi delle canzoni dei CCCP col sorriso sulle labbra, di fronte a un Giovanni Lindo Ferretti ormai straconvertito e straintegralista.

    Insomma, ogni meraviglia gli somiglia.

    ps. però il tono didascalico del film in alcuni tratti può far venire il dubbio a qualche malpensante complottista (quale, almeno per questa volta, io non sono).

    pps. io credo che il doppiaggio italiano abbia contribuito fortemente alla pesantezza del film, fatto tutto di aggettivazioni alla inglese che tradotte in italiano vengono fuori di 4-5 parole; motivo per il quale si dovevano completamente riadattare i dialoghi.

  6. Non è semplice riportare in italiano lo slang o più semplicemente l’espressione idiomatica .Un esempio più commerciale è il “matrimonio del mio migliore amico” assai più esilarante in originale, ovvero “Quattro matrimoni e un funerale” ( con l’inglese che è differente dall’americano va anche peggio). Insomma i poveri traduttori hanno il loro bel da fare .Le versioni originali si guardano volentieri anche se è più facile perdere il filo nei momenti in cui il film derapa verso lo stallo ( capita nelle migliori pellicole).Come dire che se uno è afflitto da giornata pesante (capita nelle migliori professioni) meglio una traduzione per impropria e penalizzante che sia.

    Giuliano Ferrara rimane un mistero, ma dico io…uno della sua esperienza…davvero pensava di spuntarla con quel movimento pro life? Gran brutta cosa il Narcisismo.

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