Vinca l’eresia ( una volta tanto)

Vinca l’eresia ( una volta tanto)


Non del tutto casualmente, le proposte politiche più interessanti, al momento vengono da due amministratori locali. Ed è forse per quel comune tratto di continuativa eresia nei confronti delle rispettive appartenenze che i loro interventi risultano meritevoli di attenzione . Soprattutto nei momenti in cui la riflessione sull’ insuccesso si appiattisce un po’ troppo sui registri consueti di fallimento del marketing elettorale, si avverte un consistente vuoto  di misure in vera controtendenza . Credo che l’originalità nasca  dalla stessa pratica di governance e che attendibilità, chiarezza, veridicità scaturiscano da una capacità speculativa educata a misurarsi con le complessità quotidiane. Vendola ha pronunziato l’intervento più ricco dell’Incontro dell’Arcobaleno a Firenze, applaudito in piedi dalla platea, sebbene non riportato nel sunto che della giornata il sito di Rifondazione pubblica . E non  a caso. Uno che vuole saltare a piè pari la fase del redde rationem, per avviare subito quella del che fare, non può essere il più amato dagli Apparati. Al centro del suo ragionamento sta un problema di linguaggio, serissimo a mio avviso, e non meno importante, quello inerente ad un’altra questione che viene definita dell’ascolto, ovvero di analisi della realtà che non possono prescindere da prese d’atto, vuoi delle dinamiche, vuoi delle sensibilità in gioco, (nel caso specifico vengono citati  i precari di cui si parla ma che non vengono ascoltati ). Quello che magari non è chiaro, è cosa si vuol fare dell’ascolto :  cioè se questo rendersi disponibile alla società civile, possa o meno produrre cambiamenti in termini di orientamenti programmatici. Un laboratorio politico quale Vendola auspica, vive d’interazione, ma cosa succede se dal confronto con la realtà scaturiscono contraddizioni tali da richiedere un mutamento di rotta?. Di fronte a fatti di questa importanza i nostri strumenti analitici e strategici sono asfittici, desueti, poveri, ce la caviamo solo con un po’ di sociologia della catastrofe . Espressioni dure, che oltretutto scavano in annose controversie ideologiche legate al modo d’intendere la pratica politica. Non so se le parole di Vendola diverranno mai il suo  documento politico congressuale e nemmeno se l’applauso caldo e spontaneo  sia scoppiato per i toni appassionati più che perché le ricadute altamente sovversive di un’ottica marxista, della sua proposta. Da qui a luglio vedremo se Vendola riuscirà a vincere la sua battaglia di rinnovamento del partito che oltretutto, essendo ancora presente a livello locale, potrebbe dedicarsi con maggiore intensità a ricucire rapporti che al momento sembrerebbero smarriti. E’ di Cacciari invece la proposta più ardita, di Partito Democratico del Nord federato al PD centrale. La questione settentrionale, colpevolmente trascurata dai partiti di sinistra è, non da un giorno, richiamata all’attenzione  e ritenuta da Cacciari dirimente. Il PD  che a quei territori ha dedicato candidati e tappe del viaggio elettorale di Veltroni , ha prestato ad essi, forse per la prima volta, reale attenzione . Ma un intervento che, se isolato, rischia di essere percepito come pura strategia in vista delle urne, non è sufficiente: i passaggi successivi non possono non tener conto della specificità di quei territori in cui convivono le regioni della grande industria fordista e quelle  del terziario, del finanziario e della creatività. Distanze culturali enormi con il resto del paese, segnate da una perdita di contatto della sinistra con le trasformazioni sociali. Il capitalismo personale, la rivoluzione culturale della classe operaia, sono processi che non sono stati compresi fino in fondo.Il conseguente allontanamento con perdita di consensi ne è stato l’esito disastroso. Per questo un nuovo cammino importebbe la necessità della rappresentanza autonoma, libera, nella formazione di gruppi dirigenti, candidature, programmi. Magari fosse vero…anticipare l’idea federalista con una differente forma partito. Migliore ipotesi di radicamento sul territorio non si potrebbe immaginare.Senza considerare l’eliminazione del partitone elefantiaco che dal centro pretende di sapere tutto e di governare ogni cosa. E il cuore mi dice che se son veri gli strilli all’apostasia di alcuni dirigenti con tanto di rivendicazione del primato della questione meridionale, l’idea è incredibilmente efficace. Anche qui bisognerà aspettare, non troppo però. Domani Veltroni va a Milano a discutere con i diretti interessati. Sperem.Come dicono da quelle parti.

8 pensieri riguardo “Vinca l’eresia ( una volta tanto)

  1. Sì, Cacciari lo avevo sentito proprio il giorno successivo ai risultati. Era esterrefatto dalle dichiarazioni di Diliberto, che, a botta calda, aveva quasi attribuito alla mancanza di falce e martello nel simbolo le ragioni del disastro!!

    Ovviamente aveva ribadito il concetto della questione settentrionale, che da sempre viene snobbata…E soprattutto aveva speso parole molto concrete e rispettose nei confronti del fenomeno Lega. Guai a considerare chi vota Lega come una manica di buzzurri, xenofobi e protestatari, aveva detto…Non è più questo il mondo della Lega.

    Io che all’ intervallo ho visto svolazzare in classe aeroplanini di plastica bianca con coda verde e adesivi di ogni tipo…posso sottolineare come abbiano votato Lega, nella mia quinta, alcuni tra gli studenti più educati, interessati e soprattutto generosi e altruisti. Ragazzi, voglio dire, che spesso spendono qualche ora del loro tempo per recarsi presso un’ associazione che aiuta a fare i compiti i ragazzini delle medie di quartieri popolari o figli di extracomunitari che lavorano regolarmente!

    Sperèm sul serio che anche certi pregiudizi vengano spazzati via…

  2. Prendersela con gli elettori è sempre una sciocchezza.

    Chi vuole il federalismo non può essere stigmatizzato, in nessun paese civile l’idea federale è disgiunta dall’ impegno di solidarietà nazionale. E funziona benissimo in tutto il mondo.

    Peccato che il referendum di due anni fa, fosse un pasticciaccio. Ma anche lì, al netto delle cose che non andavano, dopo la vittoria, si sarebbe potuto avviare un processo per pianificare le controversie.

    Serve dialogo e del resto per mettere in piedi tutto questo programma d’intense riforme ( poi vedremo) che tutti dicono di volere, sono necessarie ampie maggioranze,le quali non s’improvvisano.Creare una struttura autonoma significa agevolare il cammino.

    Dopodichè il Nord ha patito stravolgimenti epocali e in questo travaglio è riuscito a superare una delicata impasse, mettendo in piedi una rete di piccole e medie imprese tirate su a sacrifici e zero sovvenzioni, ammirevoli per molti versi.

    Ma la politica non ama le specificità e questo talvolta crea tensioni e deterioramenti .C’è poco da fare,non fosse altro che per contrastare tutto ciò , ci vorrebbero più donne.

    Spero che Cacciari la spunti.

  3. Pensiero del mattino.

    Credo che Diliberto abbia ragione, ma in modo speculare. Non per quello che ha capito, ma per quello che non ha capito.

    Marx parlava a masse popolari del proletariato che vedevano il padrone ricco. Oggi dovrebbero parlare a masse di lavoratori che non sono più proletari. Hanno anche loro una casa e un po’ di soldi da parte. E hanno paura di perderli. Hanno paura che a portarglieli via siano quelli più poveri di loro. Stranieri. Regolari o no.

    Ecco quello che non ha capito Diliberto.

    La lotta di classe si è spostata un gradino sotto, tra proletariato e borghesia, dove entrambe le classi sono fatte di operai…

  4. E’ vero. Ma queste cose non sono accadute all’improvviso.

    E’ dalla fine degli anni 70 che se ne parla.

    Cacciari dice che passare da una condizione di lavoro subordinato ad essere proprietari di un’officina seppure piccola,cambia la testa.

    Ed è vero.

    Non aver capito che la trasformazione implicava un mutamento di registro, ha fatto perdere milioni di consensi al PCI prima ancora che a Diliberto.

    In qualche misura anche nella tua regione ci sono state grandi trasformazioni, ma voi siete gente più evoluta, la vostra “salvezza” è stato un forte senso di collettività e infatti invece di aprire una piccola officina vi siete messi insieme e avete dato vita a realtà cooperative, cosa che in piccola parte hanno fatto anche in veneto dove però è prevalsa la loro natura un po’ più chiusa ed individualista.

    In ogni caso noi non possiamo trattare il titolare di una piccola impresa come se fosse un capitalista.Alla fine della fiera il segreto sta nel considerare le differenze,nel valutare caso per caso.Ma come dice Vendola se gli strumenti sono sempre quelli antichi della lotta di classe, la comprensione si allontana,il dialogo diventa impossibile e la perdita di contatto assicurata.

  5. Sinceramente, quanto proposto da Cacciari mi sembra non ardito, ma sciocco. Si parla tanto di problema del nord… ma quale problema e problema? Se guardiamo ai risultati politici, Piemonte, Lombardia e Friuli hanno avuto o hanno governi di sinistra. E allora dove sta il problema? Lombardia e Veneto non sono “il nord”, fanno parte del nord. E il Trentino e la Valle d’Aosta? E l’Emilia Romagna è ancora nel nord o la consideriamo centro??? A trascurare e non considerare gli elettori in questo modo, si perdono pure le regioni governate da noi.

    Un militante del PD scrive due post straordinari sulla questione. Io l’ho trovato tramite Scalfarotto e te lo segnalo. Per quanto mi riguarda, anche se più imbarazzante, proverei a guardare al clamoroso fallimento della Finocchiaro in Sicilia. Lì sì che c’è invece un problema. Sociale e anche politico.

    http://marcosimoni.wordpress.com/2008/04/17/il-problema-dellitalia/#comments

    http://marcosimoni.wordpress.com/2008/04/18/i-nord-e-lesempio-della-lega/#comments

  6. Ma Cacciari era anche quello che manifestava con i commercianti contro la Finanziaria del Centro-Sinistra…..

    http://dicronacheeliberopensiero.blog.com/1209495/#cmts

    Non mi sembra affatto strano che adesso chieda più autonomia. E non mi sembrerebbe strano che gli venisse concessa….il PD ormai è più che avvezzo a scimmiottare un certo tipo di politica….una bella Lega Democratica…suona bene….

  7. Se fosse stato semplice senza dubbio sarebbe già stato fatto.

    La sensazione è che la società evolva troppo velocemente per essere colta dai tempi della politica.

    Una scusa? Sembra che la gente si sposti verso i movimenti e non li guidi più come succedeva una volta. La gente rimane comunque un corpo estraneo alla politica. C’è voglia di delegare e non di partecipare.

    Per questo che in poco tempo si spostano i consensi.

    Eppure “Impero” sembra già così superato….

  8. A me invece pare molto miope contrapporre le questioni ” non è il nord è il sud non è il sud è il centro” manco c’avessimo un solo problema in questo paese, lo dovessimo scegliere e conseguentemente condannarci a risolvere solo quello.

    Questo è esattamente quello che si è fatto fino ad ora.Con risultati che si vedono bene.

    Se poi a te non sembra contraddittorio che i sindacalisti CGIL votino Lega ( e non da un giorno), liberissimo…ma mi pare che qualcosa non quadri.O no?

    La distinzione tra nord fordista – Genova Torino e in parte Milano – in cui si spiega il relativo radicamento delle forze cosidette operaie e il lombardo veneto del terziario etc, è contenuta nel post. Il tessuto sociale però è pressocchè identico, non è una novità, Aldo Bonomi definiva quelle zone..la città infinita. Mentre l’Emilia Romagna é nord ma diversamente connotato.

    Allora cosa si vuole fare? Lasciare che la lega sbrogli il problema federalista e quello della sicurezza o dell’immigrazione a modo proprio?

    Io credo che nel blob generale e nella furia di incasellare ogni cosa,sia sfuggito che il PD intende affrontare i temi concernenti sicurezza e immigrazione come questioni strettamente connesse ai servizi. Qui si marca la differenza tra centro destra e centro sinistra. In cos’altro sennò?

    Senza un ‘agenzia dedicata che dialoghi con il territorio, non sarà possibile costruire a Roma le maggioranze necessarie per le riforme.

    A meno che non si pensi di giocare allo sfascio ma quella non è ipotesi per me attendibile.

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