Ieri sera a Matrix, Concita De Gregorio a confronto con due sindaci di differente collocazione geografica ed estrazione politica, ha tentato di spiegare che il divieto di prostituirsi per le strade, così come è stato formulato, non risolve problema alcuno. Nemmeno quello della prostituzione per le strade. Tant’è che qualche minuto dopo, la telecamera di un annesso servizio, mostrava ragazze di nazionalità varia, mascherate da utenti del trasporto pubblico, battere alle fermate dei bus di Roma e di Milano, mentre una di loro, intervistata, offriva ai telespettatori, un ripasso – completo di casistica minuta e ipotesi di scuola – sul Reato di Adescamento. Come dire : siamo culturalmente attrezzate ad affrontare qualunque incognita il futuro ci proponga. Ora, a parte che la prostituzione sopravvive non ai Governi ma ai Sistemi, era interessante osservare come i sindaci presenti fossero interessati esclusivamente ad un problema di decoro urbano, mentre Concita De Gregorio tentava invano di affontare , oltre che gli sguardi di sufficienza dei convenuti , l’argomento con le sue molte sfumature, nell’ipotesi che una visione complessiva dei fenomeni sia di necessario sostegno alla rimozione degli inconvenienti. Una visione questa, offuscata oramai dal pensiero dominante – o sbrigativo come lo definisce Michele Serra – secondo il quale le analisi alla luce dei tradizionali strumenti – scienze sociali, psicologia etc – altro non sono, con la loro declinazione di principi, bisogni, diritti, se non un retaggio del passato (ovviamente sessantottino) e che invariabilmente si traducono – con tutto quel digredire su questo e quello – in immobilismo politico. Un ostacolo insomma, posto sulla via del fare, da intellettuali chiacchieroni e un po’ retrò. Da tutto ciò, deriva una visione semplificata della realtà, molto efficace dal punto di vista della comunicazione spicciola, ma quantomai lontana dalla realtà stessa, cioè dal come stanno effettivamente le cose .Va da sè che anche il fare trasformato da etica in estetica, allo scopo di essere somministrato più facilmente via etere , ne risente in termini di provvedimenti inefficaci, perchè spiccioli, settoriali, tendenti a rimuovere l’effetto. Mai la causa. Tutta qui la formula vincente. Credo abbiano ragione coloro i quali – e sono molti – ritengono che la politica stia adeguando i suoi registri al Format. Quello che, per definizione del vocabolario, è un apparato di regole che determina lo svolgersi di un programma televisivo. E che il successo delle misure avanzate dai Ministri Gelmini, Brunetta, Carfagna, nonchè l’inalterato consenso che il premier stesso riscuote, sia fondato su di un modello comunicativo che nega l’elemento di complessità. Così è per l’immigrazione – fenomeno, di fatto, incontenibile, nel mondo intero – che si pretende di limitare rendendo difficoltose le pratiche per la regolarizzazione. Per la scuola, che ci si propone di riqualificare attraverso il contenimento della spesa e un ritorno all’autoritarismo. Per la sicurezza, che si vorrebbe rafforzata da un moltiplicarsi dei presidi militari. Per la messa in efficienza della pubblica amministrazione, in cui basterebbe cacciare i fannulloni e premiare i laboriosi. Per Alitalia, laddove un invito presidenziale sarebbe stato sufficiente ad ogni imprenditore italiano, per buttare lì una fiche buona a far sventolare di nuovo, le bandierine sulla flotta . Si, certo, i provvedimenti di questo governo sono più articolati, a ben vedere, ma i messaggi rivolti agli elettori, sono stati confezionati in tal senso ed ogni passaggio colpisce nel segno, non solo perchè agisce su una legittima aspirazione di ordine ed efficienza, ma perchè lo fa sollecitando spinte squisitamente emozionali, individuando in ogni circostanza un capro espiatorio – le prostitute, i rom, gl’immigrati – un soggetto cioè che non essendo più la conseguenza di un problema, diventa automaticamente il problema . Poi magari succede che il teppista xyz – non so nulla del suo caso specifico, me ne servo solo come esempio – se la cavi con patteggiamento e sospensione della pena e tutti si scandalizzino perchè pensavano bastasse agitare il principio di Tolleranza Zero per indurre il magistrato a NON applicare la legge. Perchè sia ben chiaro : patteggiamento e sospensione, sono nel Codice – in molti codici del mondo – ed escludo che questo governo voglia rimuoverne gl’istituti, anche se trattasi di fattori che mettono fortemente in discussione il concetto di certezza della pena così come viene generalmente avvertito. Ed ecco che la complessità ricacciata dalla porta, rientra dalla finestra attraverso una realtà quotidiana che è semplice solo perchè conviene raccontarla così. Così le prostitute continuano a circolare per le strade, i rom ad abitare accampamenti improvvisati, gl’immigrati clandestini a lavorare in nero o a delinquere. Resta da vedere cosa accadrà quando ci si renderà davvero conto che nessuno dei provvedimenti è davvero in grado di rimuovere i disagi, tutto questo mentre l’ inflazione galoppa, i consumi flettono e parti sempre più consistenti della società italiana avvertono il peso di un andamento economico sfavorevole.Le immagini e le parole prevalgono sui fatti. Un triste compito per l’Opposizione, altalenante tra il ricalcare, ancorchè priva di potenti mezzi di diffusione, il modello corrente o mostrare un’identità diversa. E’ possibile, che come nella commedia degli equivoci, infine la verità trionfi rivelando gli errori e ripristinando l’ordine delle cose. Ma si tratta ancora di formule di spettacolo, terreno in cui l’avversario si muove con maggior disinvoltura. Io non ci conterei troppo.