Fronte interno
Il fatto che – come da dichiarazione del ministro degli esteri – anche noi abbiamo delle idee, è la prima buona notizia dopo giorni trascorsi a dar prova del contrario, ovvero :
a rendere presentabile, rabberciandola, una maggioranza, a sgomitare, senza particolare esito, all’interno della coalizione dei volenterosi, ma soprattutto a inventarsi nemici e competitori oltre quello naturale che, comunque la si veda, in questo particolare frangente, dovrebbe essere rappresentato da Gheddafi e dal suo sanguinario regime.
Così, dopo l’ indecisione – a partire dalla ratifica parlamentare della risoluzione ONU – e l’ abbandono sull’isola di Lampedusa di esseri umani provenienti in massima parte dalla Tunisia, esodo che si è rivelato non certo biblico ma egualmente drammatico dato l’esiguo territorio di sbarco e il non – governo del fenomeno, noi pretendiamo di far valere le nostre idee e magari pure di ritagliarci quello che una volta si chiamava un posto al sole e oggi credibilità internazionale.
Ora – cioè dopo circa un mese dal biblico annuncio – il ministro degl’interni corre a Tunisi per mettere insieme uno straccio di accordo. In patria lascia i presidenti delle regioni a litigare su chi debba accogliere i migranti, mentre tutta la governance espressa fin qui, si riduce ad un’ interessante disanima sullo status degli esseri umani che stazionano a Lampedusa : se clandestini, rifugiati, profughi o fashion victims.
Ictu oculi, l’inesorabile colpo d’occhio padano, si propenderebbe per il clandestino griffato, visto che screenings non ne sono stati compiuti e che un po’ di latente propaganda xenofoba non guasta mai
E del resto a meno di pensare alla totale incapacità governativa di gestire un transito di quindicimila, peraltro annunciate in misura più consistente, presenze, la lettura dell’ennesima occasione per uno spot a buon mercato, è l’unica possibile.
Dati i precenti e la tipologia dell’impegno sul piano militare, l’unico modo per dimostrare affidabilità avrebbe potuto essere una gestione al meglio degli sbarchi. E invece niente : o sono ruoli di prima grandezza – Ambasciatore, Stratega, Gran tessitore – o non se ne parla.
Come non si parla di obblighi nei confronti della Comunità Internazionale, alla quale si può sicuramente chiedere sostegno, non prima di avere fatto il possibile e soprattutto non dopo aver dato scarsa prova di responsabilità.
Taccio sull’obbligo morale di prestare soccorso , espressione obsoleta oramai scomparsa dal vocabolario.
Basta varcare il confine per rendersi conto quanto goffi ed inaffidabili siamo considerati, il che decisamente contrasta con l’immagine che Silvio Berlusconi – silente in questi giorni, per avere assi diplomatici di assoluta segretezza nella manica – amerebbe offrire di sè : come di chi esce velocemente per la comune rilasciando storiche esternazioni ad uso della stampa che lo insegue ” Voi non avete capito che governare significa fare e non dichiarare”.
E in effetti non ce ne eravamo accorti.