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Anno: 2007

Arrivi tu…

Arrivi tu…

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In attesa del nove giugno, data in cui sbarcherà in Italia , facciamo un ripasso delle sue ultime dichiarazioni : Geroge W. dice che nel 2005 Al Zarquawi ha ordito tre attentati in America,sventati dalla prontezza della sua mirabolante intelligence.Dice anche che in Afghanistan dovremmo impegnarci di più e condividere il rischio da bravi alleati.D’Alema cui l’aria scocciata viene benissimo,gli ha risposto che da noi gli ordini li da il Parlamento.Guai però a parlargli di assemblee legislative,la sua pretenderebbe addirittura che si fissasse la data del ritiro dall’Iraq.

Da che pulpito

Da che pulpito

Montezemolo

Anche Luca di Montezemolo denuncia gli sprechi e l’enormità dei costi della politica con i toni e la determinazione dell’imminente discesa in campo (dicono).Anch’egli  recita il mantra : è scandalizzato per i funerali in Veneto,evoca il 1992 e auspica il premierato forte.Basta critiche all’Impresa, virtuosa,coraggiosa e intraprendente, le mirabolanti gesta della quale,hanno migliorato la vita dei cittadini senza gravare sulle loro tasche nemmeno di un centesimo.Come pure  insegnano vicende quali Cirio Parmalat e Telecom. (sobrio e pregevole, il bracciale rigido a torchon)

Cielo ! C’è l’antipolitica (innamorarsi del perfido Nicolas)

Cielo ! C’è l’antipolitica (innamorarsi del perfido Nicolas)

sarkontrolSull’antipolitica – ultimo divertimento in città – bisognerebbe dirla tutta e con coraggio.Prima di innamorarsi di Sarkozy – per esempio, che  in quattro e quattr’otto  sforna un governo dimezzando i ministri, con donne, esponenti di altra area e tutto , andrebbe ricordato che la Francia è una repubblica presidenziale e Sarko, per mettere a punto l’ideale e governativa compagine , al più,si è sentito con i suoi collaboratori più stretti.Mica come Prodi che per compiere la medesima operazione ha avuto da convocare  stati generali differenti e litigiosi, con quel che ne è conseguito in termini di marchingegni e spacchettamenti – dunque prima di innamorarsi di Nicolas, si diceva,sarebbe il caso di lasciar spaziare l’analisi ben oltre i costi della politica, tema divenuto improvvisamente di grande attualità e considerato causa dell’allontanamento dei cittadini dalla stessa.Non che il proliferare di scorte, autoblu, residenze istituzionali e casini di caccia, siano questioni da nulla e anche se si ha la sensazione che nel settore si tenda già al gossip (ieri è stato diramato un numero di autoblu spropositato ma poi ci si è accorti che nel novero erano compresi anche i camion dei pompieri) e non si parli mai di rimborsi elettorali, stipendi plurimi e buonuscite a managers che sfamerebbero un villaggio africano per dieci anni.La vera questione è un’altra.In definitiva per ridurre gli sprechi, basterebbe la volontà e una serie di buoni  provvedimenti.Sei mesi,forse un anno, basterebbero per vedere Casini valorizzare il bell’argentè, da un parrucchiere di fiducia – shampo, taglio e fatturina, regolando di tasca,mancia ragazzi ! e via come il vento a farsi intervistare dalla tele con un privilegio in meno e un po’ di dignità in più. Il motivo per il quale i cittadini si allontanano dalla politica ( ma è più fondata e grave la lettura secondo la quale sia la politica ad essere infinitamente distante dal paese reale) è il riproporsi, anno dopo anno,governo dopo governo delle stesse identiche problematiche senza che nessuno vi ponga rimedio.Per esempio è apparentemente ignoto il motivo per cui Di Pietro e Pecoraro Scanio litighino da ben dieci anni sulla variante di valico appenninica.Ciò significa, non solo che la questione è rimasta inevasa e che gli stessi soggetti che interloquivano due governi fa , sono tornati a ragionare sulla stessa questione ma che nemmeno  l’intervallo in cui la destra s’è insediata al governo,ha potuto nulla.Ancora ci trasciniamo,  mantenendolo inalterato, il problema dello smaltimento dei rifiuti in Campania con gran dispiego di mezzi governativi e protezione civile : le tiritere sono sempre le solite ma i sacchetti si accumulano, stagione dopo stagione, tra veti incrociati, impatto ambientale,ecoballe da smaltire senza che i mezzi opportuni siano stati predisposti e malavita ,in un mare di immondizia che suggerisce metafore fin troppo facili.Le difficoltà ci sono, ma pure gli anni di non governo del problema si sono accumulati rendendo via via la situazione sempre più difficile da affrontare.Possibile che non si sia ancora trovata la sintesi tra istanze ambientaliste,discariche e termovalorizzatori?Come viene sbrogliata altrove la matassa?Potrei continuare a oltranza ma bastano questi due esempi per capire che chiunque governi ha il dovere di esercitare il proprio diritto pienamente, senza che i ricatti degli interessi particolari o delle ideologie ne paralizzino l’operato.Prima di togliere il barbiere a Casini, sarebbe il caso di procedere ad una seria riforma elettorale poichè non è Sarkozy che c’innamora ma il sitema politico che gli consente di governare assumendosene la piena responsabilità.Per fare questo, non c’è bisogno di repubbliche presidenziali ne’ di cedere a tentazioni autoritarie,basterebbe alzare la soglia di sbarramento a limiti accettabili.Poichè si vuol aver rispetto e dare voce alle minoranze ma non si può più tollerarne, il potere di veto.Nelle more, la casta potrebbe cominciare a privarsi di qualche privilegio  aspettando che un’etica rinnovata, imponga una severa cura dimagrante all’ intero Apparato a partire dal perfetto quanto inutile  bicameralismo, passando per la riforma della Pubblica Amministrazione,sostando quel tanto che basta per razionalizzare le spa a partecipazione pubblica.Se lo facessero saremmo lieti di lasciar loro barbiere e buvette.

Il cinema italiano a Cannes

Il cinema italiano a Cannes

Negli anni 70 portammo sulla croisette i contadini de l’Albero degli zoccoli  e quelli di Padre e Padrone.Nel 1977, presidente della giuria che, tra aspre polemiche, premiò il film dei Taviani, era Roberto Rossellini.Su Paese Sera un suo articolo precisava :  Il film premiato a Cannes è stato prodotto dalla Televisione Italiana. Esso rappresenta la parte più avanzata, più rigorosa e coerente e di più alto livello civile e culturale del cinema italiano. E’ la prima volta che in un Festival come quello di Cannes vince un film prodotto al di fuori dei gruppi di potere del cinema commerciale. A Cannes 2007 non abbiamo film in concorso (non succedeva dal 2000) ma le proiezioni di Centochiodi  di Ermanno Olmi e Mio fratello è figlio unico di Daniele Luchetti nella giornata dell’Hommage au cinema italien hanno riscosso oltre dieci  minuti di applausi e standing ovation da accapponare la pelle.Da mesi ci viene riferito che il nostro cinema sta vivendo un momento felice grazie al box office che finalmente rende  merito alle fatiche di chi fa questo mestiere.Certamente questo discorso vale per la commedia generazionale ma il cinema d’autore quando c’è ,soffre e le produzioni sono fragili e discontinue.Ora che anche Cannes, escludendo i nostri film dalla competizione, conferma questa stortura, vanificando i facili trionfalismi,viene spontaneo di guardare ai film in concorso ai Tarantino ai Coen ai Kusturica ai Wong Kar -way,grandi realizzatori di prodotti di qualità ,popolari e ad un tempo sperimentali.L’esclusione ha indignato molti qui da noi,ma se è vero che non tutti i mali vengono per nuocere,autori,produttori ,imprenditori, politici, dovranno trarre le opportune conclusioni.Abbiamo bisogno di una legge che sostenga il nostro cinema nella non facile impresa di ritrovare la sintesi tra la cultura di questo paese e la sua gente.Com’era nella metà degli anni settanta quando quello stato di grazia ha generato Opere  alle quali oggi, sarebbe impossibile finanche pensare.

A Ciascuno il suo (cinema)

A Ciascuno il suo (cinema)

Tsai Ming Liang, Malesia , Gus Van Sant, America ,Roman Polanski  Francia,  Manoel de Oliveira, Portogallo , Amos Gitai, Israele, Atom Egoyan, Canada ,  Walter Salles, Brasile, Alejandro Gonzalez Inarritu, Messico , il presidente di Cannes Film Festival Gilles Jacob, Elia Suleiman, Palestina , Theo Angelopoulos,Grecia Takeshi Kitano, Giappone ,Michael Cimino America , Jane Campion Nuova Zelanda, Hou Hsiao-Hsien Taiwan , Raymond Depardon Francia ,  Bille August Danimarca , Wim Wenders Germania, Ken Loach, Gran Bretagna ,Ethan and Joel Coen America, Nanni Moretti Italia,Claude Lelouch,Francia , Andrei Konchalovsky Russia , Aki Kaurismaki,Finlandia , Chen Kaige Cina , Abbas Kiarostami Iran,David Cronenberg Canada,Jean-Pierre Dardenne, Belgio,  Luc Dardenne Belgio, Wong Kar-Wai, Cina , Olivier Assayas Francia, Raoul Ruiz,Cile.

Ritratta nella foto di gruppo, la crème de la crème dei vincitori  delle precedenti edizioni di Cannes .Sono loro i prestigiosi autori di un film a episodi dedicato al tema delle sale cinematografiche (casette in mezzo alla campagna, palazzi scintillanti).In tre minuti (formato obbligatorio) ogni regista  ha raccontato il luogo delle sue e delle nostre visioni. Le sale cinematografiche, quasi sempre vuote e  buie, rivivono attraverso, simbolismi, nostalgie, genialità burlesche, tenerezze, stramberie, dichiarazioni d’amore a Fellini, Chaplin e ai fratelli Lumière e citazioni prelevate da commedie americane ed elargite  a piene mani insieme a spezzoni della Giovanna d’Arco di Dreyer in un accostamento niente affatto casuale. C’è Jeanne Moreau che diretta da Anghelopulos cerca e infine  trova un uomo, uno spettatore che prende a martellate il vicino, un vecchio cinese che cerca di vedere un film che continuamente si rompe fino a prendere fuoco (la celluloide… ed è subito omaggio ai proiezionisti ) c’è Fred Astaire che canta Heaven danzando nella notte, ci sono padre e figlio che nel dubbio se andare o meno al cinema infine scelgono di andare allo stadio, c’è Nanni Moretti che parla di sè,di sua madre, del piccolo Pietro e del dismesso cinema Arlecchino di Roma. Una sarabanda di talenti, culture, modalità fanno di questo film dall’andamento necessariamente altalenante il migliore omaggio alle sessanta primavere del festival di Cannes. Chacun son cinéma :

Trois minutes de Theo Angelopoulos

Recrudescence d’Olivier Assayas

The Last dating show de Bille August

The Lady bug de Jane Campion

47 ans après de Youssef Chahine

No translation needed de Michael Cimino

World cinema de Joel & Ethan Coen

At the suicide of the last Jew in the world in the last cinema in the world de David Cronenberg

Dans l’obscurité de Jean-Pierre et Luc Dardenne

Rencontre unique de Manoel de Oliveira

Cinéma d’été de Raymond Depardon

Artaud double bill d’Atom Egoyan

Le Dibbouk de Haïfa d’Amos Gitai

The Electric princess house de Hou Hsiao-Hsien

Anna d’Alejandro Gonzalez Inarritu

Zhanxiou village de Chen Kaige

I travelled 9 000 km to give it to you de Wong Kar-Wai

La Fonderie d’Aki Kaürismaki

Where is my Romeo ? d’Abbas Kiarostami

One fine day de Takeshi Kitano

Dans le noir d’Andrei Konchalovsky

Cinéma de boulevard de Claude Lelouch

Happy ending de Ken Loach

It’s a dream de Tsai Ming-Liang

Diario di uno spettatore de Nanni Moretti

Cinéma érotique de Roman Polanski

A 8944 de Cannes de Walter Salles

Le Don de Raul Ruiz

Irtebak d’Elia Suleiman

First kiss de Gus Van Sant

Occupations de Lars Von Trier

En regardant le film de Zhang Yimou

Il cinema è un’avventura collettiva, perché  come ha detto molto bene  Walter Salles, un film viene fatto visto e giudicato insieme ad altri .Questo il senso dell’omaggio che Cannes Filmfestival ha voluto tributare alle sale cinematografiche come luoghi di aggregazione e di fruizione.Vedere o sentire qualcosa insieme a persone che non si conoscono, nello stesso luogo e nello stesso momento resta un’esperienza umana importante.Le belle parole di Roman Polanski non mancano di colpire nel segno,mentre a Roma stiamo per perdere,vittima della speculazione edilizia, il cinema Maestoso.