Il cinema italiano a Cannes
Negli anni 70 portammo sulla croisette i contadini de l’Albero degli zoccoli e quelli di Padre e Padrone.Nel 1977, presidente della giuria che, tra aspre polemiche, premiò il film dei Taviani, era Roberto Rossellini.Su Paese Sera un suo articolo precisava : Il film premiato a Cannes è stato prodotto dalla Televisione Italiana. Esso rappresenta la parte più avanzata, più rigorosa e coerente e di più alto livello civile e culturale del cinema italiano. E’ la prima volta che in un Festival come quello di Cannes vince un film prodotto al di fuori dei gruppi di potere del cinema commerciale. A Cannes 2007 non abbiamo film in concorso (non succedeva dal 2000) ma le proiezioni di Centochiodi di Ermanno Olmi e Mio fratello è figlio unico di Daniele Luchetti nella giornata dell’Hommage au cinema italien hanno riscosso oltre dieci minuti di applausi e standing ovation da accapponare la pelle.Da mesi ci viene riferito che il nostro cinema sta vivendo un momento felice grazie al box office che finalmente rende merito alle fatiche di chi fa questo mestiere.Certamente questo discorso vale per la commedia generazionale ma il cinema d’autore quando c’è ,soffre e le produzioni sono fragili e discontinue.Ora che anche Cannes, escludendo i nostri film dalla competizione, conferma questa stortura, vanificando i facili trionfalismi,viene spontaneo di guardare ai film in concorso ai Tarantino ai Coen ai Kusturica ai Wong Kar -way,grandi realizzatori di prodotti di qualità ,popolari e ad un tempo sperimentali.L’esclusione ha indignato molti qui da noi,ma se è vero che non tutti i mali vengono per nuocere,autori,produttori ,imprenditori, politici, dovranno trarre le opportune conclusioni.Abbiamo bisogno di una legge che sostenga il nostro cinema nella non facile impresa di ritrovare la sintesi tra la cultura di questo paese e la sua gente.Com’era nella metà degli anni settanta quando quello stato di grazia ha generato Opere alle quali oggi, sarebbe impossibile finanche pensare.