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Anno: 2007

Ungodomshuset (in memoriam)

Ungodomshuset (in memoriam)

Prima lo sgombero – spettacolare – un attacco aereo della  polizia danese con elicotteri e funi.Poi gli scontri in piazza e gli arresti, nonostante manifestazioni in tutto il mondo avessero chiesto di salvare lo storico insediamento.Nel 1897 quando fu costruita, la Ungdomshuset  (casa della gioventù), si chiamava Folket hus,Casa del Popolo, sede per lunghi anni di sindacati e associazioni.Qui il 29 agosto 1910 ,in occasione della seconda conferenza delle Donne dell’Internazionale Socialista , Rosa Luxemburg e Clara Essner proclamarono l’ 8 marzo giornata internazionale della donna.Qui parlò anche Lenin.Ora diventerà la chiesa di una setta fondamentalista cristiana.La portavoce divina  ha già avuto una visione : il lungo striscione che percorreva il palazzo occupato con la scritta ” in vendita con 500 psicopatici venuti dall’inferno”.Sarà forse a causa della nuova sinistra denominazione – Casa del Padre – che gli oltre  500 psicopatici  previsti nell’apparizione, hanno tentato fino all’ultimo di difendere lo spazio. 600 fermati di cui 149 cittadini stranieri,189 detenuti,l’assurdo bilancio.

Gli ermellini colpiscono ancora

Gli ermellini colpiscono ancora

Il mero rapporto di convivenza more uxorio non è idoneo a integrare l’aggravante prevista in caso di violenza alla moglie.

Tanto perchè i DICO non servono ma per la tutela dei diritti dei conviventi basta attivare il codice penale,quello civile e il regolamento di condominio che tanto – secondo alcuni politici, più cortesi e meno ligi agli ordini del Sovrano Straniero – lì c’è scritto tutto, la Suprema Corte, con interpretazione millimetrica di un articolo del codice penale, il 577 (che prevede l’aggravante per la sola commissione del reato di lesioni, nei confronti della moglie),annulla la condanna a due mesi di reclusione di un cinquantenne di Potenza, reo di aver picchiato la sua compagna e la tramuta in una multa da mille euro.Pertanto le botte non sono uguali per tutti, se sei una moglie puoi usufruire del privilegio a te conferito dal  carattere di tendenziale stabilità e riconoscibilità che un vincolo matrimoniale comporta e che le convivenze more uxorio si sognano.Ma noi questo lo sapevamo già e per questo rivendicavamo una Legge,  in assenza della quale, il Discrimine tra unioni di fatto  i matrimoni si riverbera fino a usare due pesi e due misure in materia di lesioni e violenze.Aberrante ma conseguenziale.Quando in un paese si allarga la forbice tra Esperienza e Diritto ed Esperienza e politica,l’aria che tira,non è affatto buona.

Ingannevole è l’immagine (con nuova prefazione)

Ingannevole è l’immagine (con nuova prefazione)

Inga102715842_456a53430dDi  J.T.Leroy, veneratissimo autore  di Sarah e di Ingannevole è il cuore, fino ad un anno fa, sapevamo che era nato nel 1980, che aveva alle spalle un’infanzia di abusi  e di vagabondaggi con la madre prostituta dalla quale ad un certo punto era stato abbandonato.Recuperato da un’assistente sociale e da uno psicologo che gli aveva suggerito di raccontare per  iscritto le sue esperienze, aveva dato vita a romanzi ritenuti autobiografici di grande potenza emotiva.Da qui, pubblico adorante,vendite da best seller e lodi sperticate degli autori più cool del momento da Dave Eggers a Zadie Smith . Poi accade che 2006,  il New York Times scrive di avere le prove che J.T. è in realtà tre persone :  una certa Laura Albert  materialmente l’autrice,una tal Savannah sorella del marito della Albert, controfigura per le apparizioni in pubblico e  la Albert di nuovo a impersonare la finta assistente sociale trasformatasi in manager e portavoce di T.J.Sul perchè sia,la Albert  ricorsa a una controfigura, la risposta è scontata, basta  pensare ai meccanismi dell’editoria – spettacolo che probabilmente non ritenendo sufficente pubblicare i   libri  di un autore bravo e sfortunato, ritiene sia utile anche  esibirlo.Assai più interessante invece, è il racconto di Laura Albert sulle ragioni che possono aver indotto una scrittrice non priva di talento a costruirsi una falsa biografia e per di più quella di una vittima.Sostiene la Albert che in realtà quell’identità non desiderabile, è proprio  la sua, che abusi e sopraffazioni non diversamente da J.T, hanno contrassegnato anche la sua infanzia e che il fingersi qualcun altro, l’ha sostenuta nell’ingrato compito di difendersi dai colpi della vita,che indossando maschere ha potuto chiedere aiuto,reclamare attenzione e soprattutto parlare di sè.Queste ed altre considerazioni sono contenute in una lunga intervista che  dell’ultima edizione del libro  Ingannevole è il cuore, è l’interessante introduzione.Penso che certa gente dia per scontato il fatto di essere tenuta in considerazione e non trascurata,ma la mia esperienza è stata quella di una persona completamente ignorata,trattata con indifferenza e disprezzata.Ed è di questo che scrivo.Quello che la Albert esprime è l’indicibile sofferenza di chi, privo d’indentità, non ha gli strumenti per costruirsene una autentica e dunque assembla una storia,finge di essere qualcun altro.Con lei siamo al ribaltamento dell’antico trucco del nome de plume ,dello scrittore cioè che volendosi nascondere,separa la verità del proprio nome dall’invenzione della sua opera.La scrittrice americana ha dovuto inventarsi invece, un corpo perchè la verità consegnata ai suoi romanzi,continuasse a esistere.Sulla patologia che l’affligge indagheranno gli psichiatri e tra questi quelli che sostengono l’identità, essere non un blocco unico ma una sorta di “assemblaggio", avrebbero molto da dire, mentre invece qualche domanda sull’editoria – spettacolo che oramai  tratta  la Albert come un’appestata,s’impone.Quei romanzi  firmati J.T Leroy,ora che abbiamo scoperto non essere stati scritti da un ragazzino efebico e tanto glamour ma da una quarantenne sfigata e di scarso appeal,non sono più dei capolavori? L’opera di una scrittrice stramaledettamente brava che non ha più un’immagine da esibire ma probabilmente altri libri da pubblicare,non interessa più a nessuno? 

Ingannevole è il cuore è un libro di T.J.Leroy tradotto da Marina Testa ed Edito da Guanda.L’edizione che contiene l’intervista con la Albert è del 2007

Nell’illustrazione la locandina del film di Asia Argento tratta dal libro di Leroy e opportunamente corretta dopo la scoperta della vera identità dell’autrice

Ci sarebbe da vendere cara la pelle (governare è un dovere)

Ci sarebbe da vendere cara la pelle (governare è un dovere)

Votare la fiducia con riserva o votare la fiducia annunciando successive dimissioni contraddice il buon senso e lo stesso concetto istituzionale di fiducia. Come se non bastasse, si è fatta  strada (già da  tempo) l’idea dell’elettore che deve farsi carico dei problemi di coscienza dell’eletto e di quest’ultimo che non è sempre obbligato a farsi carico dei problemi dell’elettore, che poi sarebbero quelli del Paese  tout court. Le ultime notizie infine, danno Heidi Giuliani e Franca Rame in serie ambasce per problemi d’interpretazione del ruolo (di senatrici elette nelle rispettive liste).Dev’essere per via di questo andamento schizoide dei messaggi che una nutrita schiera di elettori del centrosinistra, pur consapevole di poter contare su una legge elettorale al momento, penalizzante, ritiene che tornare al voto sia l’unica soluzione possibile. Così ci dicono i sondaggi così mi capita di sentire o di leggere in giro. Non condivido ma posso comprendere. Da giorni oramai il dibattito politico non può che suggerire un’idea spiacevolmente claustrofobica, così ingabbiato com’è nel far quadrare numeri, aspettative, esigenze, realtà e possibilità. In una tale situazione è logico intravedere una via di fuga nelle urne che però nella fattispecie si realizzerebbe nell’essere sbattuti all’opposizione (qualcuno suggestionato dall’idea di fiere resistenze, lo preferirebbe ) ovvero nel tornare al governo più o meno a condizioni immutate. Bene ha fatto Romano Prodi ieri a porre l’accento sull’esigenza di lavorare ad una nuova legge elettorale ma dopo un anno siamo ancora a stabilire le regole del gioco e così all’incoerenza disorientante dei messaggi si aggiunge la desolazione del senso d’impotenza.Speriamo che qualcuno da Palazzo Madama voglia occuparsi delle frustrazioni dell’elettorato legittimamente deluso. In un simile frangente c’è ancora qualche senatore che ha voglia di fare dell’ideologia prima ancora di fare i conti col proprio mandato? Che faccia pure. Dopo però. Adesso ci sarebbe da vendere cara la pelle. Facciano qualcosa di profondamente marxista : siano realistici.Lo chiedono gli elettori. In trepida attesa.