Sfogliato da
Anno: 2008

Le généralissime

Le généralissime

I manifesti del maggio parigino sono del tutto differenti per atmosfere , tratto e caratteri grafici da quelli del Flower Power di San Francisco , nessuna tentazione psichedelica, nessun compiacimento liberty o hippie, niente cioè di quanto aveva caratterizzato la grafica dei movimenti giovanili di protesta negli anni che avevano preceduto il 1968,  è presente in quelle locandine che , per linguaggio e realismo , assomigliano assai di più a quello degli anarchici di Barcellona del 1936. Uno dei bersagli preferiti del Movimento è il generale  De Gaulle che nel 1968 è al suo ennesimo mandato presidenziale. Onnipresente, la sua ombra incombe e padroneggia ad impedire libertà elementari :la sua immagine è chiamata a rappresentare il Potere nelle sue diverse perversioni :


 

maggio g 1


 

maggio1346559 

Re Sole con l’ossessione del manganello

maggio g 13456

manovratore di una terribile macchina che pressa e maciulla la Francia ….

maggio g 780


 

 

maggio g1345692493_916f149196_b

Quei manifesti non mentivano . Il 28 giugno del 1968 dopo un’ intensa stagione di scioperi studenteschi e operai, la consultazione elettorale premierà il gollismo , una vittoria schiacciante della quale fece le spese soprattutto il partito comunista francese. Messi tutti insieme i voti della sinistra raggiungeranno gli otto milioni. Uno in meno dei partecipanti operai dello sciopero di maggio.

maggo g 1346583188_ca1eb4956a_b

Brisons les vieux engrenages (vive sa vie)

Brisons les vieux engrenages (vive sa vie)


Brisons

Che saremmo divenuti tutti notai lo aveva già detto Brel sei anni prima che Ionesco inscenasse l’ignobile gazzarra dalle finestre della sua casa parigina passando così alla Storia e nei talk show come lucida figura d’intellettuale preveggente. Da una manchette su  Libération vedo che  anche in Francia si celebra il quarantennale, mi piacerebbe sapere, Cohn Bendit a parte, che tipo di notaires sono diventati loro, l’oscura massa des indesiderables, come da fulminante ancorchè presidenziale definizione .Il presidente era De Gaulle mica storie. In Italia il 1968 durò dieci anni, come dire che nell’arco di tempo che va da  Vive sa vie  Saturday night fever, si agitarono diversi mondi . Fu un treno insomma,  sul quale riuscirono a  saltare almeno un paio di generazioni, il che oggi significa un moltiplicarsi di eventi commemorativi, quindi convegni e presentazioni a raffica di opere operine romanzi e pamphlet, taluni interessanti, nel lodevole tentativo di ricostruzione, altri versati all’ esercizio abusivo della professione di storico ma anche di  narratore, esegeta, cantore, altri ancora, dediti al pentitismo o all’anatema. E’ fatale che in tutto questo rimescolamento di suggestioni più che di analisi e riflessioni ,  si perda il dato portante dell’intero periodo, che fu di profonda e vitale critica alla società. Peccato perché, a ben vedere, gli unici punti fermi della vita di oggi, sono i bersagli prediletti di quella stagione : Dio Patria e Famiglia e persino il Potere che da ossessione del pensiero politico, è divenuto non più simbolo di sopraffazione ma di sicurezza per i cittadini. Nella società dominata dal marketing, in cui la rilevazione del gusto medio, detta legge indifferentemente, alla produzione industriale come alle scelte di governo, differenza e senso critico vengono vissute con ostilità, isolano e dividono.  L’anticonformismo del brisons des vieux ingranages è guardato con sospetto, esattamente come lo sono l’impegno politico e il rifiuto di modelli condivisi. Unici rifugi sono la Famiglia con tutta la pletora dei suoi rassicuranti rituali e la Fede, nelle sue manifestazioni più parossistiche ed improbabili. La rivoluzione è importante per esserci stata. La sua esistenza rivela ai contemporanei e a tutte le generazioni che seguiranno, la possibilità d’intervenire attivamente sulla storia e su un destino spezzando il dogma dell’ineluttabilità. Sono convinta che i giovani che ci chiedono di farci da parte, di abbandonare i privilegi ottenuti dalle lotte sindacali  e dei quali probabilmente saremo gli ultimi a godere, per far luogo alle nuove generazioni,  non abbiano idea in che tipo di società ci siamo mossi da ragazzi, non solo moralista e bacchettona ma ostile , priva di mobilità, con l’ingresso all’università  precluso a chi non veniva dai licei e con i licei frequentati solo dai figli dei ricchi. Nessuno ci ha detto Prego accomodatevi. Noi però siamo passati lo stesso. Ogni generazione deve fare la sua rivoluzione culturale. Per questo quegli anni col loro anacronismo ci dicono ancora : un ‘altra vita è possibile. Estrema, avventurosa, eccessiva, magari grottesca e ridicola . Ma mai noiosa, rassegnata, subita.

La déprésidentialisation

La déprésidentialisation

sarkoSiccome tutto il mondo è paese, François Fillon aveva già  impegnato  l’intera settimana antecedente le consultazioni a  minimizzare la portata politica del voto locale. Stanotte ancheLe Figaro, il giornale più filogovernativo d’Europa, pur annunciando la vittoria (49,5 dei socialisti contro il 47,5% dell’UMP complessivamente), ha provato a dirottare l’attenzione su presunti brogli in una qualche città di cui ora non ricordo il nome (stamane non ho più trovato la notizia) mentre invece l’apertura di oggi, con tanto di interpellanza ai fedeli lettori, ha riguardato l’opportunità o meno per il governo, di procedere a quello che noi chiamiamo rimpasto e loro remaniement. Ma se è vero che il mandato presidenziale non può essere in alcun modo compromesso dal voto amministrativo è altrettanto vero che i socialisti hanno conquistato la quasi totalità delle postazioni di potere a livello locale ( venti regioni su ventidue ) senza contare  la bocciatura che l’elettorato ha inferto direttamente a qualche esponente di governo, candidato per l’occasione, a sindaco. In Francia del resto, è possibile il cumulo delle cariche e su 577 deputati quasi la metà è contemporaneamente impegnata nei governi locali. Battuto, anche se di misura, Bayrou nella città di Pau, ma battuta soprattutto la sua oscura strategia di alleanze variabili.In epoche di incertezza, forse sarebbe stato meglio impartire indicazioni più nette e così Bayrou, che con questa sconfitta è rimasto privo di cariche, vede sfumare anche l’ipotesi di sviluppare la sua idea centrista da una postazione visibile. Il voto, segnato da forte astensionismo,si presenta all’analisi  con inequivocabili connotati : lo scontento e le aspettative deluse, ne sono il dato portante e anche se gli analisti buttano acqua sul fuoco ( l’alternanza, il voto di protesta che però non è vero e proprio sostegno ai socialisti ma piuttosto disaffezione verso l’UMP) il risultato non cambia. I socialisti mantengono i presidi e ne conquistano altri. Tolosa, Strasburgo, Reims, Metz ,Caen Amiens, Saint Etienne, Blois. Non basta mostrarsi decisionisti per decidere davvero,e a nulla servono operazioni di facciata , donne al governo, consulenti pescati in campo avversario e fidanzate progressiste per governare il paese,poiché sarà presidente fino al 2012 speriamo che Sarkozy  abbia colto il messaggio.

Viva la campagna Due (Centre Prize)

Viva la campagna Due (Centre Prize)

Destra e Sinistra sembrano diventate categorie geografiche spaziali completamente superate. Due visioni del mondo che a partire dagli anni settanta hanno subito i fieri colpi di una trasformazione tecnologico culturale assai simile alla grande rivoluzione industriale.Parallelamente, la crescita dell’area moderata nelle società industrializzate ha spinto i partiti al tentativo di  far breccia al Centro. Ma nonostante questa  corsa tenda ad omologare Destra e Sinistra, le differenze continuano ad esserci.Forse più profonde di prima. Politiche internazionali, fiscali , ambiente, redistribuzione, lotta alla diseguaglianza, sono i terreni in cui il Progetto Politico marca la differenza tra tradizionalisti e modernizzatori, tra chi vuole difendere lo status quo e chi vuole trasformazioni ed adeguamento ai tempi che cambiano. Alla riduzione del gap sempre più ampio tra ricchi e poveri, al tentativo di porre limiti ad un capitalismo senza freni, devono tendere i Programmi  del Centro- Sinistra che non vuole   correre il rischio di di essere confuso con il Centro – Destra. Ricollegando il progetto ad un’ identità storica , quella sì, mai smarrita e non agli orpelli dell’ideologia obsoleta, può ritrovare l’emozione del Fare Politico che, Obama insegna, consta di testa ma anche di cuore.

 

 NORD-EST – Basta sentir parlare Illy e Cacciari per cogliere tra le righe scontento connesso a desiderio di concretezza. Il Veneto di Bisaglia che negli anni 70 portava alla DC oltre il 50% dei consensi, esprimeva ministri, parlamentari, segretari di partito e presidenti del consiglio. Le piccole e medie imprese tirate su a sacrifici da ex operai o ex contadini, senza interventi e finanziamenti,  restano ancora una rete solida ma da molto tempo priva di punti di riferimento politico.Nonostante Forza Italia e Lega si contendano il primato da quelle parti, nessuna carica pubblica è mai stata ricoperta da un uomo del nord – est . Nessun interlocutore politico hanno avuto. E loro,gl’imprenditori ,  dicono di sentirsi circondati da Francia, Svizzera, Austria, Slovenia,  paesi con liberalizzazioni più avanzate, meno burocrazia e costi più bassi per l’energia elettrica.Colpisce Illy quando spiega che ad un imprenditore friulano basta spostarsi di pochi chilometri per essere in Slovenia. Difficile qui, tra i delusi di Berlusconi e di Prodi,  proporre quel patto tra operai e imprenditori che come punto di approdo non abbia l’Impresa ma la Crescita.Tra Vicenza, Rovigo e la Porto Marghera a rischio perdita 5.000 posti di lavoro, Veltroni ha giocato una delle sue sfide più ardue.Vedremo con quali esiti, intanto è incoraggiante apprendere che ovunque abbia trovato la necessaria attenzione.

OPPOSIZIONI – La politica non abita solo in Parlamento. Non è appannaggio di chi governa ne’ di chi fa l’opposizione e non elegge come sede privilegiata, quella dei partiti . Dovunque si sviluppi l’azione collettiva, c’è politica. Possiamo non condividere certe impennate populiste o la filosofia che sottende l’azione di molti esponenti  del NIMBY ma liquidare il problema senza  prendere atto che i disagi alla base di molte proteste, meritano un’attenzione dialogante e volta alla concretezza, è un atteggiamento altrettanto impolitico di quello della signora che scende in piazza a tutela del valore di mercato della propria villetta, compromesso dal passaggio della ferrovia o della tangenziale . La politica che non decide ha bloccato realizzazioni importanti senza offrire contropartite valide ai cittadini che via, via hanno formato i vari comitati del NO.Siamo così arrivati ad una situazione sospesa in cui strade o impianti di smaltimento non sono stati costruiti lasciando insoddisfatti molti,privi di un servizio altri e col prezzo dell’immobile comunque crollato,altri ancora.

PRECARIATO – Abolire la legge 30 non servirebbe ad eliminare un fenomeno planetario. Ammortizzatori sociali e scrupolosi controlli (anche sindacali, non solo governativi) per evitare da una parte che i disagi derivati dalla incertezza del posto di lavoro diventino esistenziali e dall’altra per limitare l’uso sconsiderato ed inappropriato che le aziende fanno del lavoro precario.La precarizzazione , con il suo bagaglio di discontinuità e scarsa possibilità di evoluzione professionale dei lavoratori, è una delle cause della poca competitività e a cascata, della mancata crescita del paese. Prima sindacati e imprese se lo mettono in testa, meglio è.

RIFONDAZIONE and co. Più i sondaggi piangono, più oltranzisti si fanno gli atteggiamenti. L’Arcobaleno sembra non voler adottare misure idonee per contrastare gli esiti della convergenza al centro dei partiti maggiori. Se dovesse confermarsi la tendenza che in Europa vede l’emarginazione dei partiti anbientalisti o comunisti, sfumerebbe anche il progetto di Bertinotti di fare da correttivo al progetto di grandi intese. E se è pur vero che storicamente,  i partiti di sinistra, dall’opposizione, hanno ottenuto notevoli conquiste, è altrettanto vero che quell’opposizione contava su una forte azione di massa che ne supportò  il conseguimento.

STRAVAGANZE – A rinfocolare confusioni, alcuni commentatori sostengono che la chiave di lettura del sopraggiunto fair play  tra i contendenti,  stia nel fatto che ne’ Veltroni ne’ Berlusconi hanno voglia di vincere, vista la congiuntura internazionale (peraltro annunciata da tempo) e l’impossibilità materiale di mettere seriamente mano ai salari e di sollecitare la crescita. Insomma a sentire certi, parrebbe che datal’impossibilità di migliorare le condizioni di vita dei cittadini italiani, nessuno voglia rischiare l’impopolarità e la sconfitta in future dispute elettorali. Un’ipotesi che messa così , potrebbe essere suggestiva e interessante da osservare : una campagna au contraire non s’era mai vista. Forse è più realistica l’ipotesi già praticata altrove. Al cospetto di gravi  crisi economiche o istituzionali, i contendenti che riportano situazioni di sostanziale equilibrio, si spartiscono le responsabilità. Non una Große Koalition,già stigmatizzata da Veltroni ma un diverso rapporto tra Governo e Opposizioni. Larghe intese su singoli progetti, si chiamano.

TASSE – I governi europei (non solo il nostro) sono sulle tracce dei fondi depositati nei paradisi fiscali. I soldi sottratti allo Stato fanno parte di quella tipologia di  azioni criminose che producano esiti devastanti a catena. Paghiamo troppe tasse perchè siamo ancora troppo pochi a pagare. Gli amanti della cerca di differenze ed anologie tra destra e sinistra , possono trovare qui sostanziali discriminanti di mentalità e,ben più importante, di programmi.

UTILE – Con una sorta di incomprensibile quanto immotivato disprezzo, si parla da anni di voto utile. Un dibattito che non mi ha mai appassionato .Il voto è sempre improntato ad un criterio di utilità. Anche in quelli più identitari ed ideologici che ho inteso conferire, a formazioni – partiti di massa o piccoli drappelli di ardimentosi, condannati all’opposizione  – era contenuta  l’utilità di tutelare interessi o, in molti casi di stagioni infelici, di fare fronte alla disgregazione. Si tú vas somos más, dice uno slogan della campagna di Zapatero. Andiamo a votare consapevoli che il governo che uscirà dalle urne  non ha chanches di durare molto.Rimandiamo i progetti ambiziosi alla prossima tornata. Senza tante storie…suvvia

VELTRONI – Un politico intuitivo, provvisto di capacità e di un gran senso del gioco. Determinato nella volontà di lasciare il segno e fare la differenza, qualsiasi sia l’impresa. Realizza in questa stagione il suo sogno di sempre. E si vede. Chi scrive, voterà per lui.

 

Before the devil…

Before the devil…


Before the devil knows you are dead  titolo originale del film Onora il padre e la madre,  è un tipico brindisi  irlandese. “Possa tu andare in paradiso mezz’ora prima che il diavolo venga a sapere della tua morte”.


Ma di paradiso manco l’ombra in questa storia in cui invece il diavolo sembra insinuarsi ovunque. In quanti modi si può raccontare il delitto con e senza castigo, l’imperscrutabile casualità che rovescia i destini di intere famiglie, l’autodistruzione ,la frantumazione dei rapporti? Non moltissimi dopo i maestri Bergman, Hitchcock, Visconti.. Qui Lumet risolve brillantemente il problema della grafia convenzionale che spesso sottrae fascino e mistero alle storie. Destrutturare un racconto evitando la noia del susseguirsi consueto – A B C – senza tregua, dal prologo all’epilogo, in un ritmo senza suggestioni ne’ sorprese ,non significa necessariamente ricorrere ai flashback .Qui il tema narrativo è  un puzzle dove passato e presente coesistono e s’incastrano per tracciare il quadro di una spaventosa catastrofe familiare. La narrazione si spezza e si ricompone mescolando le parti, agganciandosi di volta in volta allo sguardo dei protagonisti che da angolazioni diverse,  aggiungono a poco a poco informazioni e verità.Quale modo migliore per raccontare di perverse dinamiche famigliari? Un po’ tragedia greca, un po’ dramma  shakeaspeariano, comunque un film provocatorio, su empietà filiale, revanches , risentimenti, fallimenti e perdita di valori . L’ottantaduenne Sidney Lumet offre una pregiata lezione di stile, per un film innovativo quanto a tematiche , perfettamente in linea con le ultime tendenze Hollywoodiane.Una stagione in cui il delitto  non paga, sta per chiudersi negli Stati Uniti.Il cinema puntualmente ne racconta l’ orribile pregresso registrandone il declino.Bravissimi gli attori. Fantastica (al solito) Tomei.

Before the Devil Knows You’re Dead è un film di Sidney Lumet. Con Philip Seymour Hoffman, Ethan Hawke, Albert Finney, Marisa Tomei, Aleksa Palladino, Michael Shannon, Amy Ryan, Sarah Livingston, Rosemary Harris. Genere Drammatico, colore 117 minuti. – Produzione USA 2007. – Distribuzione Medusa