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Mese: Luglio 2008

Come ti erudisco il pupo ( la divina ventosa)

Come ti erudisco il pupo ( la divina ventosa)


Questo è il mio migliore amico che sta facendo sesso con la mia ragazza su un tavolo Ikea che ho comperato in supersaldo. Comincia così, con un diretto allo stomaco e un numero incredibile d’indizi stipati in pochi fotogrammi , Wanted – Scegli il tuo destino – la bella rilettura cinematografica della graphic novel  di Mark Millar e Jeffrey G.Jones , irriverenti fumettari di epoca moderna, diretta dal kazako Timur Bekmanbetov, dotato regista di blockbuster russi di altissima qualità. Dunque lui,  il proprietario del tavolo , è un ragazzotto sfigato e perdente   ( e come se non bastasse, anche molto somigliante a Silvio Muccino ) che tra vessazioni umiliazioni e tradimenti conduce un’ esistenza opaca  in cui persino il bankomat o il supermercato diventano luoghi di frustrazione – in effetti lo sono per chiunque, la differenza sta nel fatto  che lui lo ammette  –  Ora, come ben si sa, un backround del genere segna irrimediabilmente il destino e poichè tra il lavorare in un ufficio gestione – già assistenza –  clienti,  sotto i tacchi di una capufficio perfida arrogante e cicciona e diventare un killer spietato, il passo è breve, ecco qui pronta e servita la bella storia del percorso formativo e di iniziazione  – da sfigato a  implacabile giustiziere – di Wesley- Muccino  e del suo glorioso riscatto tramite impegno sul fronte del crimine per il bene dell’umanità .



Insegnante  d’eccezione Fox – Jolie, toccherà a lei la scozzonatura e l’addestramento del perdente. E qui viene il bello del bello : Angelina diva sconsacrata è oramai divenuta talmente brava – e bella ! –  da somigliare ad una ventosa che risucchia lo spettatore dalla poltrona fin dentro la storia. Abbandonati i pendantif di sangue ex coniugale  e gli atteggiamenti darkettoni – che comunque non rinnega –  anima, in questo film,  un personaggio di donna infelice alla quale non è facile star vicino, che non s’immamora e nemmeno si diverte a fare quel che fa ma che è sorretta esclusivamente  da una forma di – sui generis – senso del dovere. E per rendere il tutto più credibile, Jolie ha tagliato buona parte delle battute del copione,  cedendo la parola ai tatuaggi dei codici binari che ha sul braccio  : conosci i tuoi diritti  e – omaggio a Churchill – lacrime e sangue. Bravissimo anche Morgan Freeman nel ruolo ieratico di capo della confraternita di killer. Di un  film di azione sorpresa e pallottole è delittuoso rivelare oltre. Come pure sarebbe un peccato archiviare questo lavoro di puro intrattenimento nel novero delle pellicole di serie B. Lo snobismo provinciale che generalmente accoglie questo genere di film , fortunatamente è agli sgoccioli. Qui abbiamo sul piatto un incrocio coraggioso  tra comics e cinema, un regista dalle qualità necessariamente visionarie per rendere avvincente la storia, attori in grande spolvero e un altissimo livello ortografico. C’è bisogno di volgarità, storielle e splatter fine a se stesso, per realizzare un prodotto che sta bene al mercato? Macchè, il cinema americano si conferma sempre più vincente nella mission impossible di coniugare box office e qualità. Prova ne è che Wanted, questa settimana, batte e stacca  Un’estate al mare, di parecchie distanze. Vi diranno che tra le pieghe di questo film è nascosto un messaggio sul controllo della verità, l’11 settembre, il Bene e il Male…lasciate perdere ! Davvero abbiamo bisogno di alibi per avere due ore di puro intrattenimento? Ogni film – anche il più insulso  – spesso sin  al di là delle intenzioni , ci racconta della società in cui viviamo. Il divertimento non sta nel decriptare eventuali messaggi e farne materia di disanima. Il bello sta nella….visione che, non a caso, si chiama così e a cui, nella fattispecie, contribuisce  questa corale di attori, autori, sceneggiatori, registi ..semplicemente…frenetici.

Wanted è un film di Timur Bekmambetov. Con Angelina Jolie, James McAvoy, Morgan Freeman, Thomas Kretschmann, Terence Stamp, Chris Pratt, Lorna Scott, Common. Genere Azione, colore 110 minuti. – Produzione USA 2008. – Distribuzione Universal Pictures

Bye bye baby ( quadri plastici a destra)

Bye bye baby ( quadri plastici a destra)

dipietro03

Diciamoci la verità : quando è  salito sulla trebbiatrice –  non prima di  aver dato del magnaccia al presidente del Consiglio – realizzando con quel gesto una plastica  rappresentazione del vivido contrasto tra il Sudore e la Dignità da una parte, e le Mollezze del Potere Depravato dall’altra, in parecchi hanno pensato che il cerchio si stesse per chiudere. Che al quadro si fosse aggiunto quel  quid che mancava al raggiungimento della completezza. Che ci sarebbe voluto un cuore di pietra per non ridere. E meno male che il suocero del sindaco di Roma si è dato subito un gran dafare a prendere le distanze. Mussoliniano Di Pietro ? Non scherziamo !. La battaglia del grano era una cosa seria ! Come dire  che quella del ventennio, era una battaglia sociale, insomma una faccenda che con  Tonino ha poco a che vedere. Ancora non sapeva, il Rauti Giuseppe detto Pino, che di lì a qualche giorno su Libero, Di Pietro avrebbe fatto un’apertura di credito alla Destra di Daniela Santanchè . Quando si tratta di antiberlusconismo, si sa, chiunque va bene. Qui invece, e cioè dalla Trebbiatura in poi , è di scena la battaglia  per la  leadership, ovvero la gara a chi fa l’Opposizione  più strillata e più maschia, cioè a chi si distingue di più come campione di una guerra senza quartiere contro Berlusconi, non escludendo colpi bassi e  la segreta aspirazione di fare dell’affaire Carfagna, una fortunata replica del Watergate. Il resto del progetto dipietrista è presto detto  e  va nella sostanziale indifferenza dei conflitti sociali e dei grandi temi ideologici ( pace – guerra). Qualcuno ha capito cosa pensi Tonino del precariato? E del conflitto arabo-israeliano?   Ma per tornare alla perfomance di Montenero Bisaccia , il nostro aspirante leader , portati all’ammasso quei bei quintaloni di prezioso raccolto, è tornato a Roma e ha fatto quel che ognuno sa : arringando una folla di ventimila persone ( semo Romani… e con la capienza delle nostre piazze, ci balocchiamo da quel dì ) sui temi della Giustizia , tra cattive compagnie, affermazioni e ritrattazioni, s’è giocato l’alleanza col PD. Poi, avendo ricevuto conferma dai giornali del fatto che una  delle modalità più efficaci di ogni battaglia politica di opposizione, è la sindrome della Tourette, non solo ha offerto impavido il petto a critiche autorevolmente feroci ma confermando io sto con la piazza, si è guardato bene, rientrando in Montecitorio, dal votare gli emendamenti posti su Lodo Alfano e sulla salvaprocessi. Che fa una Vera Opposizione? Applica il criterio del tanto peggio tanto meglio, così è più visibile ed aspra ( oltre che inutile) la battaglia. Dei cittadini e delle loro questioni con la giustizia …che importa? Lui – il Grande Trebbiatore – continua a stare con la piazza che di Giustizia, s’interessa solo quando si tratta del Premier, per il resto, i cittadini che hanno cause in corso possono pure aspettare. Potere immenso di Silvio Berlusconi, non solo detta l’agenda politica ma fagocita i detrattori rendendoli in tutto e per tutto simile a lui. Speculari. Chissà perchè gli episodi degli ultimi giorni mi fanno pensare ad Heider a Le Pen alla Lega…a quante volte la sinistra in crisi ha generato mostri. Il movimento che fa capo a Di Pietro è tendenzialmente di destra perchè disprezza i partiti, le istituzioni, non si occupa di questioni sociali e reclama una repubblica giustizialista ( il punto è qui, non nella legalità o nella moralità, leggittime aspirazioni di qualsiasi movimento liberale). Attorno a lui, inoltre si raduna l’Antipolitica che,  da Veltroni a Bertinotti passando per i sindacati, tutti detesta. Un mondo che ha fatto dell’assalto alla democrazia, la sua connotazione fondamentale. Tra Ecce Bombo – visto che il riferimento ricorrente sono i girotondi di qualche anno fa  – e il no Cav Day però, c’è un abisso di cultura politica, di linguaggi, di umori, di disincanto. Per quanto Veltroni possa  convertirsi ad uno stile più determinato, non potrà mai rendersi interprete dei fautori di quella distanza. In nome della chiarezza è bene che le strade si dividano. Di Pietro continui pure a collezionare le e mail dei delusi e a farsene vanto. Più importante del raggranellar consensi con le boutade o con le piazze mezze piene , oggi per il PD è importante la precisazione di un’identità sociale che perseguendo alleanze sbagliate, rischierebbe di uscire sfigurata. Sia questa separazione, l’avvio di una diversa fase.

Un mondo che parla con sé, di sé

Un mondo che parla con sé, di sé

L’altra sera, ospite di Matrix, Veltroni ha detto : se alla sinistra, come argomenti, togli la mancanza di progetto, quella di democrazia interna e di un grande dibattito da avviare nel paese, si avvilisce. Sono considerazioni  che condivido. Non fosse altro perchè  tra chiudi e apri partiti , in questi ultimi anni, i temi propri dell’autoreferenzialità hanno sempre occupato uno spazio spropositato rispetto al resto. Insomma si è trascorso molto più tempo a discutere di  forme partito, rinnovi di classi dirigenti, quote e correnti, piuttosto che della società, della vita reale, ottenendo così sostanzialmente due risultati : uno quello di non rinnovare affatto quanto aveva eventuale urgenza di essere rinnovato, due, quello di rendere incomprensibile il proprio discorso all’esterno, alle persone comuni, determinando con ciò un conseguente allontanamento del partito dalla stessa società. I medesimi concetti sono stati al centro dell’intervento di Veltroni, ieri pomeriggio,  all’assemblea dei Mille  il cui topic  Superare il passato, liberare il futuro: la necessità di uccidere il padre  al di là degl’intenti provocatori,  pone più di un interrogativo – ma non è un po’ tardiva per un gruppo di ultraquarantenni questa esigenza parricida? E posta sul terreno delle rivendicazioni non assegna comunque al discorso un carattere  invariabilmente subordinato? – Non stupisce che Veltroni rispetto alle intenzioni omicide abbia avuto buon gioco a rispondere . Uccidete pure il padre, uccidete chi vi pare, ma non diventate come lo zio e il nonno. Il rischio c’è ed è serio nel momento in cui dalla relazione del portavoce non s’intuisce il tipo d’iniziativa politica cui s’intende dar seguito. Si parla di potenziamento della rete di rapporti che il gruppo ha saputo costruire e dei blog come veicolo ed interazione. Pertanto ancora di metodo. Ma che cosa veicolano questi blog ? Presumibilmente Informazione. Auspicabilmente corretta. Ma è sufficiente ciò  per essere vicini alla società? E non è forse questo uno strumento che seppur utilizzato con intelligenza e professionalità, raggiunge solo un nucleo ristretto di cittadini? Vizi che vengono dal passato, non siate separati dalla società come è successo anche a una parte della nostra classe dirigente. Non rannicchiatevi in una discussione su voi stessi, ma aprite le porte, fate irrompere la vita reale nelle vostre discussioni. Se volete maggiore innovazione io ci sto e sono il primo a chiedervi di collaborare. E’ l’invito finale  del segretario .Ecco qualcosa che ancora latita dai nostri discorsi politici, mantenendoli nel vano dell’astrazione :  il filtro della propria esperienza,della propria pratica comune. Quel modo non autocompiaciuto di partire da sè per connettersi agli altri. Non distanziarsi dalla società significa anche questo.

Il lodo alla gola

Il lodo alla gola

Condicio sine qua non, l’emendamento blocca processi sparisca dal decreto sicurezza, è l’approvazione in tempi rapidi del Lodo Alfano. Casini ieri ha definito  baratto l’astensione dell’UDC in sede di Commissione, promettendo ulteriori chiarimenti quest’oggi in aula. Presumibilmente dirà che la norma blocca processi, oltre a difettare di requisiti costituzionali,  comporterebbe gravi danni all’amministrazione della giustizia : migliaia di processi sospesi oggi, graverebbero tra un anno sulla già oberata normale amministrazione. Quindi la scelta dell’UDC sarà non ostacolare l’adempiersi di quello che viene considerato il  male minore : l’immunità sino alla fine del mandato per le alte cariche dello Stato. Quanto al PD, la posizione di netta contrarietà può essere attenuata dalla rinunzia all’ostruzionismo, se la blocca processi viene ritirata ed accolti due emendamenti a miglior chiarimento della non reiterazione dell’immunità. Siamo ad una delle pagine peggiori della vita politica in questi ultimi anni , non tanto per lo scambio che è una pratica consolidata, ma per l’entità del ricatto che sovrintende tutta l’operazione. Se sarà approvato il Lodo è possibile che si risolva  l’attrito tra magistratura e governo, tra Governo e  Quirinale e che i rapporti tra Opposizione e Maggioranza si normalizzino e con essi – si auspica – anche una ripresa dell’attività parlamentare fin qui, tutta incentrata a risolvere i casi giudiziari del Premier. Se fossimo in un paese normale anche lo scudo dell’immunità sarebbe, magari con qualche correttivo riguardante reati e cariche, un provvedimento normale. Se ne potrebbe parlare come di un istituto di  garanzia, un contrappeso all’indipendenza della magistratura. Così non può essere, segnati come siamo da questa quindicinale anomalia, non riusciamo nemmeno a pensare ad un provvedimento in astratto,come si dovrebbe. Ed è per questo che oggi la maggioranza si assume una grande responsabilità : quella di far approvare un provvedimento che  in molti ritengono addirittura di natura costituzionale, con il voto contrario dell’opposizione. Il Lodo in questione è una brutta legge, non ci sono paragoni ne’ analogie possibili con paesi che ne adottano di simili. Estende al presidente del consiglio  l’immunità che abitualmente è dei capi di stato, allarga la rosa dei reati non processabili, fino a comprendere quelli comuni. Siamo lontani da quell’idea di Politica che si vuole  immune perchè in grado di processarsi da sè. Siamo ad un’ipotesi truffaldina sostenuta da un  ricatto. Di questo almeno, si spera, che gl’italiani abbiano consapevolezza .

Hic et nunc

Hic et nunc

Navona40Chi voleva scendere in piazza hic et nunc –  perchè le cose succedono adesso e a ottobre ..chissà –  ha avuto la sua occasione di spiattellare in faccia al Cav  ( No Cav ! No Cav!) che ne terrà, assieme al governo , il dovuto conto, ( cioè zero, visto anche come sono andate le cose)  tutto il suo risentimento per le leggi canaglia, vergogna, ad personam etc etc etc. A quella piazza, continuo a pensare,  sia  dovuto ogni democratico rispetto. Proprio per questo, cioè proprio perchè rispetto non diventi uno dei tanti  termini privi di senso, rifiuto l’idea che dei convenuti  a quella manifestazione, sia stata carpita la buona fede. Come dire: sono arrivati per una civile protesta e si sono ritrovati – sorpresa ! – sul palco, Guzzanti figlia a cantare le osterie o Grillo a pigliarsela con chi capita – di questi tempi  è di turno Napolitano – Che dire…uno che si sente turlupinato e non ha voglia di menar le mani o di aizzare una polemica, gira i tacchi e se ne va. Diversamente, di quella piazza è parte. E senz’appello. Mi dispiace per quegli organizzatori che hanno tentato in extremis di mettere una pezza, ma a chi predispone  la prima uscita ufficiale dell’Opposizione, non  è consentito che l’iniziativa sfugga di mano, ne’, visti i rapporti di forza, che la consistenza numerica non sia rilevante. Pena la figuraccia della montagna che partorisce il topolino o dei pifferi, sempre della montagna, che andarono per suonare e furono suonati. E poichè il taglio degl’interventi era largamente annunciato e noto ad ognuno l’acume politico di Guzzanti figlia and co, quel che è accaduto non è stato poi un fatto così accidentale. Il punto  è,  che pur di far numero per dimostrare a Veltroni e ai suoi, chi regge le fila della Vera Opposizione, non si è badato troppo per il sottile, convocando una manifestazione dagli obiettivi fragili, "con chi c’è". Siamo alla pre-politica con tutto quel che ne consegue in termini di efficacia dell’azione di contrasto. Bene fa Veltroni a marcare le distanze. Lo vogliono i molti elettori del PD che non riconoscono nelle modalità di Piazza Navona i termini di una cultura del conflitto così come la sinistra li ha sempre intesi. Nel frattempo in Parlamento va in discussione il Lodo Alfano che la maggioranza vorrebbe approvato per domani. Con trecento emendamenti dell’Opposizione la vedo difficile  ma magari Di Pietro tira fuori dal cappello un’idea migliore.