Une mort bête et méchant (Charlie vivra)
Di loro mi piaceva l’Irriverenza, l’Antiretorica,la Sfacciataggine,l’abuso di Paradosso.E il coraggio. A loro perdonavo tutto, persino lo sbeffeggiare le mie battaglie più care. Nel corso del tempo, mi avevano convinta come il prendersi troppo sul serio non giovasse a nessuna delle cause cui dicevo di tenere tanto ma soprattutto che se la Satira non fosse stata una specie di Zona Franca dal buon gusto, dal senso della misura e dal rispetto intesi come pratica piccolo borghese di autocensura, sarebbe servita a poco o meglio, non sarebbe stata Satira.
Oggi, come tanti, sono Charlie anch’io, ma non prima di essere stata i dodici numeri de L’Enragé e le centinaia di Hara Kiri. Tutto materiale prezioso da Scuola di Sopravvivenza,da antidoto contro la stupidità di tutti gli integralismi (e questo assai prima che sopraggiungesse la stagione del Profeta con i suoi seguaci in armi) nonché – parole grosse – contro la protervia invasiva di un Potere ottuso,dedito,tra le altre cose,a sottrarre spazi.
Parlandone da vivi – Cannes 2008 – avevano trovate semplicemente geniali in cui, come spesso capita con la Satira, si manifestavano intuizioni politiche tutt’altro che innocue.
Addolora pensare che la stessa Ironia Dissacrante che salva la vita, li abbia destinati ad una morte terribile : chiamati per nome uno ad uno prima di essere massacrati dai kalashnikov. Un’esecuzione mirata.
C’est peut être un peu pompeux ce que je vais dire, mais je préfère mourir debout que vivre à genoux aveva dichiarato Charb in un’intervista a le Monde. Peu pompeux, a parte, era un po’ difficile immaginarselo in ginocchio. Infatti è morto, come gli altri,in piedi.
(Alors ils ont tué Charlie? Non.Ils ont raté leur coup. Charlie vivra.)
8 pensieri riguardo “Une mort bête et méchant (Charlie vivra)”
Grazie…Bellissima l’immagine che hai scelto.
Ho letto il tuo post del maggio 2008, dove racconti dell’accusa intentata a Charlie da parte della Moschea di Parigi e della conseguente assoluzione perchè la libertà di espressione è un caposaldo della democrazia. E’ davvero terribile pensare come siano andate le cose a quasi 7 anni di distanza. Sarebbe interessante sapere oggi quale sia la posizione della Moschea di Parigi… ha rilasciato un comunicato di ferma condanna di quanto successo? Perchè se si vuole che i terroristi non ottengano quanto si prefiggono, cioè un’ondata di odio verso l’Islam nel suo insieme che metta in forte pericolo la civile coesistenza, è essenziale che le massime istituzioni religiose musulmane si schierino chiaramente contro il fondamentalismo e la cieca violenza…
Sul sito della Moschea si trovano sia la condanna che l’invito ai fedeli a partecipare al minuto di silenzio “assieme a tutta la nazione”. I toni sono piuttosto fermi.
E comunque hanno ragione tutti quelli che sostengono essere i musulmani le prime vittime dell’Integralismo,sia in termini quantitativi di sacrifici umani sia come tendenza delle culture amanti delle guerre di religione ad isolarli.
Se qualcuno ha intenzione di riorganizzare il mondo arabo a modo proprio dovrà fare i conti con i cittadini islamici di buona volontà che sono tantissimi e niente affatto intenzionati a ritorni medievali.Per questo è necessario dialogare.
Salvini e la Lepen vadano pure a quel paese.E ci rimangano.
C’è però la sensazione (forse sbagliata) che il mondo islamico moderato non stia facendo abbastanza per prendere le distanze dai gruppi fondamentalisti che compiono attentati terroristici in nome dell’Islam. Lo sento dire in giro, lo leggo anche da parte di commentatori piuttosto lucidi come Serra. Cos’è? Un problema dei media occidentali che non danno sufficientemente risalto a prese di posizione che in realtà ci sono, oppure si può (e si deve) effettivamente fare di più?
Certo non fa assolutamente testo, ma ricordo una puntata di Piazza Pulita di quest’autunno che si occupava dell’ISIS. In studio ci fu l’intervento di una giovane donna italiana convertita alla religione islamica che avrebbe dovuto condannare la decapitazione di un giornalista americano avvenuta qualche giorno prima. Fece un intervento di 5 minuti. Spese 4 minuti e mezzo lamentandosi (con fare piuttosto veemente) del fatto che gli italiani vedono di cattivo occhio i musulmani e che c’è uno strisciante sentimento islamofobico in giro per il Paese. Impiegò solo i restanti 30 secondi, e unicamente su sollecitazione di Formigli, a stigmatizzare l’atto terroristico dell’ISIS, limitandosi a dire – con tono supponente – che loro non hanno nulla a che fare con l’Islam. In studio era presente Salvini che ebbe gioco fin troppo facile nel contestarla. Nella migliore delle ipotesi esiste un problema di comunicazione…
Sicuramente l’estremismo è minoritario rispetto all’interezza del mondo arabo i cui esponenti sono però in larga parte sparsi per il mondo.L’Integrazione è la strada,non la più facile poichè bisognerebbe ripensare le città evitando le ghettizzazioni,mettere in piedi servizi, interpretare i luoghi di culto come momenti di aggregazione con Referenti certi piuttosto che pericolosi covi sovversivi,convincere tutti a iscrivere i bambini a scuola etc etc..
Se offriamo la sponda di uno stile di vita dignitoso – per loro, che poi significa automaticamente anche per noi – nessuno si sogna di correre appresso a chimere di violenze e califfati.
Quanto alla sindrome dell’escluso è un problema già noto.Queste persone andrebbero rassicurate attraverso comportamenti normali.Vero è che l’aria che tira non è precisamente quella della civile accoglienza ma se Salvini resta a quel paese,ce la possiamo fare.
Ho sempre avuto un pò di cautela nei confronti della satira così spinta, ma condivido le tue riflessioni (in fondo, se fosse pienamente regolamentata, che satira sarebbe?).
Per condivisione d’idee o sulla spinta dell’emozione, credo che in tantissimi siamo stati Charlie in quei giorni… Oggi, a mente fredda, mi pongo qualche domanda in più (tipo sulla manifestazione, ma vado a commentare di là)
Satira e buon gusto non sono compatibili dai tempi dei tempi.Chi si sente offeso non ha che da rivendicare il diritto di criticare ovvero quello di non comprare Charlie ovvero quello di cambiare canale se si tratta ti televisione. (Voltaire for dummies…)
Hara Kiri prima e Charlie dopo prendevano molto in giro le femministe A me dava molto fastidio, finché osservando le figurine femminili di Wolinski ho colto un tratto affettuoso,quasi delicato a dispetto delle cose terribili che uscivano dai fumetti.E allora ho realizzato che quella matita non poteva essere una matita maschilista,si trattava solo di ironia.Salvifica, per quanto riguarda me e quella stagione di battaglie venate da qualche tocco di integralismo niente male.
Sicuramente.
Diciamo che la satira è una lezione non facile da comprendere.
Voltaire for dummies, ho trovato interessante e abbastanza condivisibile la posizione dello scrittore libanese che ha lanciato il contro-hashtag #JeSuisAhmed, riferito al poliziotto ucciso.