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Nei giorni scorsi un, chiamiamolo vivace, dibattito su Twitter mi ha fatto pensare a questa foto divertente in cui un Esausto Anonimo, forse provato da analoga esperienza social , invocava la Violenza, quella vera, come miglior soluzione di certe controversie verbali.
Certo una misura paradossale ma, fatti alla mano, nemmeno troppo. Dunque, ecco questi fatti : scrittrice e giornalista, peraltro di impeccabile reputazione se si pensa ai reportage a bordo delle navi delle ONG o ai progetti scolastici cui collabora, così commenta l’episodio di Torre Maura :
Per carità, il pischello di Torre Maura, che gli vuoi dire, coraggioso… ma che uno a quell’età non sappia parlare in italiano non vi fa impressione?
Più che altro una constatazione, equivocabile, forse detta male – successivamente spiegherà – ma pur sempre constatazione, atteso che in effetti Simone, il pischello di cui trattasi, la tirata contro l’energumeno se l’era fatta tutta in romanesco.
Non l’avesse mai scritto. Per quattro interi giorni le è piovuta addosso una tale teoria di insulti, cattiverie e divagazioni sul tema – senza che ne fosse mai sfiorato il merito – da indurmi a leggere e ri-leggere il tweet, alle volte mi fosse sfuggito un qualche importante svarione lesivo della dignità etcetc
Il thread consta di circa cinquemila interventi che si potrebbero così catalogare :
Tesi a discarico prediletta dai partecipanti : la supponenza degli intellettuali de sinistra che marcando le infinite distanze con la ggente comune ci fa perdere credibilità e voti, con annessi corollari di terrazze e salotti manco fossero, tutti questi intellettuali, esponenti della famiglia Bernstein.
A seguire, definizione del contesto borgataro che, secondo alcuni, ai fini della comunicazione efficace, richiederebbe l’uso della lingua del luogo. E da qui, manco a dirlo, il manifestarsi improvviso di una specie di sotto-discussione tra sostenitori e detrattori del romanesco che non ha risparmiato nemmeno l’ortografia con gravi dilemmi quali : gli infiniti verbali ossitoni si accentano o si apostrofano? (insulti feroci da una parte e dall’altra anche se sarebbe bastato mettere mano a uno dei sonetti del Belli)
Immancabile poi, il ricorso a Pasolini cui non è dato riposare in pace soprattutto quando si parla di borgate e periferie (le sue erano quelle di oltre cinquant’anni fa…ma che vordì il Vate è il Vate e il quanto ce manca è d’obbligo)
Ma quel che meno si capisce è l’insulto personale ai fini dialettici. Ovvero la delegittimazione a mezzo parole grosse. Sconosciuti attingono dalla patologia psichiatrica il meglio della terminologia (psicotico, schizofrenico, monomaniaco, i più utilizzati) per dare addosso ad altrettanti sconosciuti al solo scopo di… umiliarli? Metterli a tacere? Averne ragione con poca spesa?
Ove, poi, l’operazione non dovesse riuscire, c’è sempre l’aberrante notazione sull’aspetto esteriore : cessa per le signore, sgorbio per i signori. Come se per scrivere i libri o i tweet fosse indispensabile la forma fisica di Charlize Theron o quella di Brad Pitt.
Cosa abbia a che fare tutto questo con Simone e Torre Maura ma soprattutto con una conversazione normale, è un mistero. Non resta che concludere che questi luoghi del presunto scambio offrano, tra le altre, una buona occasione di sfogo per frustrazioni assortite (attingo anch’io dal repertorio psy). A questo punto la proposta dell’Anonimo di cui sopra non appare affatto peregrina, se non altro ha il pregio dell’invito ad essere autenticamente violenti rischiando l’incolumità.
E dire che la Signora Elena Stancanelli, così si chiama la scrittrice e giornalista, aveva precisato così bene il senso del suo tweet.
Non lo capite che quel ragazzo verrà schiacciato dal mondo se non trova parole vere, comprensibili fuori dal suo quartiere? La spocchia è di chi crede che l’ignoranza sia fica, potente, gagliarda .
Che dire. Non fa una piega. La complessità dell’argomento non può richiedere l’uso dell’accetta. Quanto a me, l’episodio di Simone arrivava dopo una stagione di teste bianche nelle iniziative o in fila ai gazebo delle Primarie che avevo interpretato come una sorta di segnale di estinzione. Non un gran momento.
Ecco perché sarebbe doveroso augurare a questo ragazzo e ai suoi compagni il Meglio. E il Meglio per uno della sua condizione è l’Apprendimento pena l’inefficacia di quel che giustamente ha detto e persino del suo indubbio coraggio. E ciò qualunque cosa pensino il Belli, Pasolini e Tom Wolfe, buonanime vorticanti nelle rispettive tombe ad ogni tweet.