Buona notte

Buona notte

A Mario Monicelli non sono toccate esequie stile Alberto Sordi, con camera ardente in Campidoglio, orazione funebre del Sindaco  – che nel frattempo è pure cambiato, in peggio – in piazza San Giovanni, aerei con striscioni inneggianti, fiori, lutto e cordoglio cittadino.


Tutta roba che del resto aveva precisato di non volere, desiderando sopra ogni cosa di morire in un giorno di calma piatta
– invece cortei  per ogni dove contro la riforma dell’università e presidi polizieschi stile Santiago –  in cui i giornali avessero poco da scrivere –  impazzava Wikileaks –  e di essere portato alla Cassa del Cinema, come lui chiamava la graziosa costruzione in Villa Borghese che tutti amiamo, cortese omaggio della città, per l’appunto destinato alla promozione della cultura cinematografica .


Mai si sarebbe immaginato però, che scantonare i funerali da Divo non fosse sufficiente ad ottenere un po’ di compostezza e che la sua dipartita sarebbe invece stata occasione di :




a) Un battibecco  istituzionale  sull’eutanasia




b) Una querelle nazionalpopolare – in senso deteriore – sul suicidio ( è giusto o sbagliato ammazzarsi?)




c) Il passaggio televisivo, in qualche caso,  dei suoi film meno riusciti



d) La riesumazione degli appellativi che in vita sua lo avevano fatto incazzare di più, da maestro a padre della commedia all’italiana nulla è mancato.



e) Le più spericolate perifrasi per alleggerire il fatto che avesse un carattere di peste.




f) Lo svarione di un notiziario RAI del mattino che gli ha attribuito la regia di Tutti a casa. (E non si tratta  manco del primo canale).



g) La riproposizione furbetta, il rilancio, il rimpallo e la linkata selvaggia dell’ eeeepocale puntata di Match sul cinema italiano, Mario Monicelli vs Nanni Moretti, moderatore Alberto Arbasino (con baffi), anno di grazia 1977.

Un prezioso documento d’archivio, rispetto al quale nessuno ha il coraggio di dire che Moretti aveva ragione e Monicelli – salvo qualche colpo ben assestato – un po’ di meno.



E soprattutto che come esempio tipico di conflitto generazionale tra l’affermato regista e lo sperimentale, snob, rivoluzionario, enfant prodige etcetc, funziona pochino, visto che Monicelli ce lo siamo ritrovato di lì a qualche anno in ogni battaglia e Moretti un po’ meno. Questione di modi e di scelte e non d’età o di prestigio professionale. E manco d’esser catalogati frettolosamente conservatori o progressisti, magari sulla scorta di quanto orecchiato  o di film non visti o visti male.



In conclusione, non si può nemmeno morire senza che qualcuno si appropri del decuius per ricoprirlo di un mare di retorica e fregnacce. E già va bene se la strumentalizzazione si ferma al tirare il morto per la manica…apparteneva a questo, no a quello, no a quell’altro. Ci sono casi peggiori in cui persino un lutto è occasione di polemiche speciose – ed ingiuriose –  come quelle che ci ha regalato il Parlamento. Come quelle lette sui giornali e riprese dal Web. Roba da Nuovissimi Mostri.





Allora meglio, passato il temporale,  per ritrovare Monicelli, di rivederne i  film – il mercato sempre pronto a cogliere l’attimo, provvederà a curarne ristampe e diffusione –  che non sono tutti belli e riusciti ma, indistintamente tutti, segnati da quell’ accuratezza che può discendere solo da un duro lavoro. Il cinema è anche questo : un’impresa in buona parte collettiva – leit motiv questo di trame monicelliane da Brancaleone ai Soliti Ignoti ai Compagni a Romanzo Popolare a Speriamo che sia femmina  a molti altri – relegata spesso nei titoli di coda (che la televisione irrispettosamente taglia).

Chi invece ha di Monicelli, un ricordo meno pubblico, lo tenga per sè. Chè di questo chiasso, non se ne può più.

Buona notte, Mario.



6 pensieri riguardo “Buona notte

  1. è veramente troppo!
    Ieri sera ho fatto una chiacchierata con un vignettista che diceva più o meno quello che hai detto tu. Su Facebook poi è un delirio, tutti a mettere sul profilo questa foto di Monicelli con la pezza rossa in testa.
    Ora ci manca solo una trasmissione di Vespa sul “maestro della commedia all’italiana” e stiamo a posto.
    Perchè diventa tutto così vomitevole? Siamo noi che siamo diventati deboli di stomaco?

  2. Mi pare che Vespa non se lo sia filato granchè,forse c’è speranza che salti il turno, per una volta.
    A me è scocciata la riproposizione di quel dibattito con Moretti, data la particolarità di “quel” momento e il tema ( allora non c’era facebook, le discussioni non si esaurivano subito,andavano avanti per mesi)non mi è sembrato il caso che alcuni approfittassero per presentare Moretti che è persona gentilissima, come un giovanotto arrogante e presuntuoso e Monicelli che peraltro nella medesima circostanza risulta meno aggressivo del solito, come il patriarca della macchina da presa, difensore di quel “Borghese piccolo piccolo” che quando uscì non ci piacque affatto, per motivi forse un po’ troppo ideologici ma comunque seri e ben circostanziati.

  3. Ah la foto era per un festival “minore” se ritrovo quale fosse, te lo dico.
    Stttt …la pezza è una sciarpa di cachemire, che diamine.

  4. No è una sciarpa di cashmire, si vedono anche le frange, la pashmina ha un’altra tessitura e un altro tipo di frangia, quando ce l’ha.
    Su, non confondiamo.

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