Come on Irene

Come on Irene

Poiché quanto a  retorica della catastrofe , Hollywood aveva già mostrato il possibile –  non escluse navi russe alla rada della New York Public Library,  lato Quarantaduesima strada, statue della libertà  a zonzo  per la Quinta   o scenari di nubi dense a minacciare simboli e monumenti, –  molti notiziari  hanno ritenuto dover precisare che le immagini trasmesse non provenivano dagli Studios. Non si trattava di un film, insomma.



Poi,  immancabile,  quantunque –  che peccato –  senza avvertenze sovrimpresse,  è arrivata un’altra rappresentazione  classica  dell’ Attesa del Peggio, quella con il jogging in the rain, la  partitella  a hockey o calcetto  in Times Square e i surfisti  di Coney Island in significativa  – quanto vana – attesa dell’Onda Perfetta .

Niente di paragonabile, beninteso,  alla  poliziotta di colore, invariabilmente sovrappeso che sullo sfondo  dell’Hudson in piena, si definisce sopravvissuta all’11 settembre, pertanto non più disponibile ad impressionarsi. Figuriamoci per  un po’ d’acqua.


Se non ci fosse del vero (e del buono) in questo  modo  un po’ guascone e molto anglosassone di sfidare le avversità negando al nemico di turno qualunque chanche, tantomeno quella di modificare le abitudini più insignificanti, dopo l’indigestione di immagini e filmati, si potrebbe  concludere con un : aridatece the Green Berets.I soliti americani.


Invece più passa il tempo e più quello scrivere con la bomboletta Come on Irene sulle assi  inchiodate alle finestre, mi sembra l’approccio più logico ad affrontare il disastro. Ogni paragone con l’eterna lamentela, lo straccio delle vesti e l’immobilismo in altri luoghi della terra, è superfluo.

( foto Reuters )


3 pensieri riguardo “Come on Irene

  1. che poi sarebbe il solito americanissimo “take it easy”. Intanto la nipote è bloccata a NY in attesa del volo di ritorno, che le hanno messo tra una settimana. Devono smaltire tutto quel po’ po’ di gente rimasta in attesa della tregenda.

  2. “Always look on the bright side of life” sempre che tu non abbia speso i migliori soldi della tua vita per riscattare laurea, militare o corsi di specializzazione vari per poi ritrovarti egualmente dieci anni di più di lavoro sul groppone.
    Poi dice che lo sciopero generale è scortese in questi momenti che invece necessiterebbero di migliore coesione nazionale.
    Intanto mi avvio al Lido.Spero di leggere cronache turche prossimamente.

  3. sbarcata stamattina a Capodichino e forse dovrei iniziare dalla fine. Due ore e 25 minuti Istanbul Napoli, 1 ora e mezza per recuperare le valigie, non solo le mie, tutto l’aereo. Forse sono andate a fare un giro per la pista. E i finanzieri allucinati non hanno neanche avuto il coraggio di controllarci le valigie alla fine.

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