Si può fare? (di laicità e strumentalizzazioni)
Inutile girarci intorno, da quando sono stati presentati i dodici punti di Programma, l’interrogativo è uno solo e riguarda la totale assenza dall’elenco dei temi cosidetti sensibili. Può un Partito Democratico candidarsi a governare il paese disegnando un progetto di rinnovamento della società senza sfiorare l’intera partita della Laicità e dei Diritti che ruotano intorno al rispetto della dignità della persona?Certamente no.Tuttavia la settimana che è alle nostre spalle, contrassegnata da un grave episodio, quello di Napoli, di violazione dello Stato di Diritto e conseguenti reazioni istituzionali e di piazza inducono a molteplici riflessioni. Una concerne il versante altamente provocatorio del gesto, maturato in un clima odioso di attacco alle libertà civili e di gravi ingerenze di stampo clericale nella vita pubblica. L’altra più corposa e meno scontata, riguarda il dibattito che ne è seguito e che invece di appuntarsi sulla violazione, sull’accertamento delle responsabilità e sull’azione punitiva ed eventualmente risarcitoria dei soggetti coinvolti è scivolato nel merito della legge 194, sulla sua possibile rivedibilità.Faccenda che non risulta essere tra le priorità del dibattito politico nazionale, essendo la legge, largamente monitorata (sicuramente più della legge 30),avendo prodotto buoni risultati sul piano della diminuzione complessiva delle interruzioni volontarie ed essendo la questione dell’aborto terapeutico largamente all’attenzione degli enti scientifici preposti e irrilevanti dal punto di vista statistico i fattori di criticità .Cose che succedono in campagna elettorale, dove per qualcuno è più conveniente parlare di vite potenziali che di vite in atto, di etica piuttosto che di precariato,di grammatica piuttosto che di pratica.Sono stata contenta che Veltroni abbia pronunziato un giudizio definitivo sulla 194 e , non m’interessa a quali scopi e con quanta sincerità, che altettanto abbia fatto Berlusconi. Nessuno può mai dirsi al sicuro in tal senso ma passi importanti sono stati compiuti . Con tutti i dubbi che il caso comporta, credo che la decisione di non comprendere nei dodici punti programmatici i temi sensibili, sia stata la più saggia possibile, trappole provocatorie disseminate per ogni dove, avrebbero ridotto temi fondamentali della nostra vita ad un vuoto contendere per fruitori di programmi televisivi elettorali. Impossibile affrontare tali argomenti col metro della semplificazione senza scadere nella banalità.Impossibile altresì far fronte ad inevitabili integralismo e strumentalizzazioni. Meglio evitare, anche se appare chiaro che la scelta ubbidisce anche ad un’esigenza del PD di non scompensare un fronte interno con il quale però il dialogo sui temi della laicità dello Stato non può che essere rimandato.
2 pensieri riguardo “Si può fare? (di laicità e strumentalizzazioni)”
non azzardo ipotesi. però questo assenza programmatica + l’assenza dei radicali, spinge la discussione decisamente molto lontano.
vedremo.
I radicali, allo stato , non ci sono non già per problemi politici ma per mancato raggiungimento dell’accordo di tipo tecnico : seggi al senato e rimborsi elettorali.
Dopodichè le varie tematiche intorno ai diritti passano cercando una maggioranza trasversale in parlamento perchè se è vero che i cattolici sono ovunque lo stesso dicasi per i laici.Altrimenti facciamo politica di testimonianza.Siamo belli e puri ma i gay continuano a non vedere il riconoscimento delle loro unioni.Tanto per fare un esempio.
Vediamo se i radicali si accodano.