La bellezza ci salverà?
Omaggio al principe Myskin prekrasnyj – pieno di splendore – alla sua compassione, alla sua generosità, al suo talento nel farsi carico delle altrui sofferenze – Ci salverà la bellezza – campeggia quest’anno sulla Fiera del Libro di Torino che ospita gli scrittori di lingua ebraica nel 60° anniversario della nascita dello stato d’ Israele. Paura, Incombenza, Perturbazione sono i sentimenti di cui è intrisa la cultura ebraica. Confinati sullo sfondo dei racconti di Yehoshua che se ne serve con discrezione rendendo paradossalmente il senso del pericolo ancora più incombente o protagonisti in Ahron Appelfeld insieme all’autoinganno di fronte alla crudeltà del reale, attitudine tra le più tragiche che il genere umano conosca. Ovvero nascosti tra le righe delle promesse dell’avanguardia che sembrano esprimere tutt’altro mondo : Etgar Keret – meraviglioso – ossessionato dall’assurdità dell’esistenza, dalle distorsioni della morale che dietro ai suoi racconti, minimalisti, urticanti rivela la presenza di Kafka, di Bruno Schultz. Della grande speranza cassidica. Keret tradisce un’insofferenza per il mondo contemporaneo israeliano tutta moderna e ne aggredisce le peculiarità con violenza, sarcasmo, spregiudicatezza . La letteratura israeliana è un’onda anomala che porta con sè una nuova visione dell’ebreo - non ce ne facciamo più nulla della letteratura da piagnistei, chiosa Amos Oz – E se è vero che dove la tradizione incontra la modernità e la storia il quotidiano, la letteratura prolifera, non deve stupire che uno staterello con una popolazione inferiore a molte megalopoli americane, consegni al mondo un così straordinario numero di scrittori. Non ha gran senso il boicottaggio di coloro i quali ci raccontano le cose come stanno in termini di reale distribuzione di responsabilità , di errori, di torti subiti e inflitti. Da Yehoshua a Keret, nei decenni che intercorrono, si dipana sotto ai nostri occhi tutto il mutamento della società israeliana e anche se gli scrittori non rappresentano , purtroppo, la voce dell’intera società o dei suoi assetti di potere, ne sono l’irrinunziabile coscienza critica. Sia il concetto eretico e sovversivo di Bellezza, ovvero l’attenzione all’altro, come Dostoevskij ce lo ha raccontato, a salvarci. E a salvare chi alle parole, vuole sostituire l’aridità e l’insensatezza degli slogan.
3 pensieri riguardo “La bellezza ci salverà?”
sottoscrivo ogni parola punto e virgola!
slog gatta khinna
o.t
ho trovato passi di Tocqueville
incredibili li ho copiati sull’ultimo post
sembrano la radiografia di questo paese
ciao ciao
k
Quasi un OT : per i 30 anni della morte di Peppino Impastato ho guardato alcuni pezzi del film, e mi é rimasto impresso questo pezzo : la bellezza, la bellezza é importante…
Erano i Cento Passi? Mi ricordo una bella citazione da Majakovskij ma non questo passaggio sulla bellezza.Una buona occasione per rivedere il film..