Questi due
L’unico rischio – fregature a parte – è rappresentato dalla possibilità che il clima di dialogo si risolva in condivisione di responsabilità ( e di eventuali insuccessi ) soprattutto rispetto alla stagione recessiva che avanza. La questione di mantenere distinti i ruoli è dirimente ed è qui, non nei proclami, che si giocano le vere questioni identitarie e le differenze culturali tra le due compagini. Il resto sono illazioni, e se si tratti o meno di bluff, di tranello, d’imboscata o quel che l’è, lo scoprireremo solo vivendo, per dirla col cantante. E per arrivare a capirne di più, non ci toccherà nemmeno vivere troppo : primo banco di prova sarà la Rai, a seguire la questione dei Regolamenti Parlamentari da mettere sul piatto prima possibile, onde evitare che eventuali esodi di eletti dai rispettivi gruppi, generi altri gruppi, vanificando così la volontà degli elettori che particolarmente in questo, si è espressa con nettezza. In tutta questa nuova fase non vedo niente di epocale : è nella logica del rapporto democratico tra governo e opposizione alternare scontro e confronto a seconda delle circostanze, cioè dei provvedimenti da assumere. Sono stati questi ultimi quindici anni segnati dalla netta prevalenza della contrapposizione e del filibustering parlamentare a produrre aberrazioni quali riforme istituzionali tagliate con l’accetta, votate a maggioranza e poi smentite successivamente dal Referendum, egualmente è accaduto con Pensioni e Giustizia per non parlare di quel capolavoro che è la legge sulla fecondazione assistita. Se il nostro Paese appare bloccato, parte della responsabilità va attribuita a questa conduzione : cioè all’assenza di dialogo e di compromesso tra le parti politiche. A quei due che si stringono la mano alla fine del dibattito sulla fiducia, ripristinando un’abitudine e una buona regola democratica, non rimane che vedere l’uno le carte dell’altro. A noi di sperare nella riuscita dell’impresa.
5 pensieri riguardo “Questi due”
Ma io penso, infatti, che il voto degli italiani abbia voluto sancire la fine di quegli scontri sterili e infruttuosi che ci hanno portato su questo orlo di baratro.
Il popolo italiano è più intelligente di come talvolta lo si voglia dipingere e non è certo formato da una massa ignorante e imbesuita da certa televisione.
Certo, adesso speriamo, come dici tu, nella riuscita dell’ impresa!
Il problema Sed è che per dialogare con Berlusconi la destra ritiene indispensabile un atteggiamento di morbidezza costante nei suoi confronti… Mentre non si autodisciplina nella direzione opposta (vedi la clamorosa gaffe di Fini ieri alla Camera) (Fini che entrando nel Pdl ha sostituito Berlusconi – apprendista statista – nella funzione di erogatore di minchiate).
Se il Pd continua a restare senza un’immagine programmatica alternativa, e se le alternative fossero frenate da questa disponibilità al dialogo, potrebbe essere davvero una strada senza uscita.
(nel frattempo, speriamo ritorni una qualche sinistra politica, che potrebbe sempre servire di questi tempi…)
(ah, Sed, che ne pensi delle intenzioni palesate ieri da D’Alema sul Corriere?)
(Repubblica riportava l’intenzione di costituire un think thank… dico che se D’Alema costruisce qualcosa è un evento, ma non credo sia necessario ringraziarlo :p)
A me quella stretta di mano deprime. Fa molto “scurdammece o passato” e non “comunque ti teniamo d’occhio”.
Si continua la linea del Governo precedente: Berlusconi non è un problema.
Mentre lo è stato, lo è ancora e promette di esserlo in futuro.
Aloha StefsTM
Dimenticavo: “Le chiedo allora se è disposto a garantire formalmente e in modo vincolante che lo schieramento da lei guidato, quale che sia il suo futuro ruolo, di opposizione o di maggioranza, non verrà mai meno in alcun modo e rispetterà sempre con convinzione questi quattro fondamentali principi: la difesa dell’unità nazionale, che è il bene più prezioso che abbiamo, il legame che ci fa sentire italiani e orgogliosi di esserlo; il rifiuto di ogni forma di violenza, attuata o anche solo predicata, e per questo portatrice di divisione e di odio; la fedeltà ai principi contenuti nella prima parte della nostra Costituzione, fedeltà che non solo non contraddice, ma dovrà guidare, ogni impegno di adeguamento della seconda parte della Carta; il riconoscimento e il rispetto della nostra storia, della nostra identità nazionale e dei suoi simboli, a cominciare dal tricolore e dall’inno di Mameli».
Mittente Veltroni, destinatario Berlusconi, il risultato? Un invito a pranzo questo venerdì.
Aloha
Non so. Mi verrebbe di dire che in questa vicenda ogni timore è lecito e probabilmente condiviso dagli stessi contendenti.
Suggerisco una verifica dopo i primi provvedimenti senza lasciarsi coinvolgere dall’inevitabile mediaticità delle colazioni di lavoro e dei comunicati ufficiali sulla bandiera e sull’inno. Ci sono molti modi di fare l’opposizione, tutti leciti ma qui ci avviamo a scrivere riforme importanti ,il compromesso è un dettato costituzionale a tutti gli effetti.Il metodo consociativo ( o come verrà chiamato il new look) istigava molto,favorendolo, l’ associazionismo,i movimenti,le realtà esterne al Parlamento che all’epoca eranoi veri e propri laboratori politici e spesso sponde dei partiti ufficiali.Se non avessimo avuto le mosche cocchiere radicali e le femministe,non avremmo mai licenziato provvedimenti sui diritti.Io spero che quella stagione ritorni. In questa chiave vedrei positivamente le mosse di D’Alema, Sarebbe l’unico modo per i partiti della sinistra arcobaleno di tornare ad essere soggetti politici.L’unico modo per evitare l’oblio.Quanto a Di Pietro credo lo si lasci fare ( non vedo straccio delle vesti nel PD) adottando la solita logica : dovesse andare in vacca la trattativa col si possono sempre cavalcare i neo girotondini che sono tutti lì, pronti. Flores e Pardi in testa, almeno a leggere Micromega…stiamo a vedere.Come disse Nanni alla piazza stracolma…non perdiamoci di vista….