Bentornati ( c’è un altro paese)
Vediamo se con ciò, la facciamo finita con la retorica della maestrina (unica) che negli anni cinquanta teneva classi di 40 ragazzini ingrembiulati e – usa a obbedir tacendo – sorrideva, tutta abnegazione e spirito di servizio. Con l’occasione vediamo anche chi sono e cosa pensano, tutti coloro i quali, intervistati dai sondaggisti, hanno risposto che a loro la Gelmini non piace affatto. Checchè se ne dica , sembra esistere un altro Paese che chiede la parola e che magari andrebbe ascoltato. I tagli non sono risparmio, sfigurano gli assetti. Producono nella scuola elementare 24 ore di didattica alla settimana contro le 40 attuali, realizzano classi di 31 alunni per i quali, se va bene, dopo le 12,30 c’è il doposcuola. Non la didattica strutturata come è adesso, ma il parcheggio. Se va male, tutti a casa. A godersi, dopo il rapporto con la maestra unica, quello esclusivo con mammà che ovviamente non lavora e non aspetta altro che una dimunuzione del tempo scuola. Fanno bene le famiglie a protestare. Il maggior costo di questa geniale trovata, sarà sulle loro spalle. E fanno bene anche gli universitari, per i quali si prevedono aumenti delle tasse, senza parlare del rischio di privatizzare, quanto invece dovrebbe rimanere pubblico e accessibile a tutti. E se tutto questo parapiglia dovesse servire anche solo a rimettere in discussione ciò che si vorrebbe far passare con la prepotenza e per decreto, sarebbe già un risultato strabiliante, un innesto di democrazia nella paludaccia dell’ imbarazzante consenso. Bentornati davvero.