Chi sei

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Mumbay5

Di lui e dei suoi compagni – circa duecento, più o meno della stessa età –  conosciamo la fisionomia e degli attentati di cui si sono resi responsabile a Mumbai , siamo stati informati, in alcuni casi in tempo reale, grazie ai media mainstream, alle tecnologie e alla Rete ( twitter, blog, persino flickr ).

C’è tuttavia uno scarto enorme tra la possibilità di conoscere e divulgare particolari, anche i più  infinitesimali, e il fatto che di tutto il resto, cioè di quel che è dietro questi giovani terroristi,  non si sappia praticamente nulla. Come se quegli stessi  particolari, il kalashnikov, lo zainetto, lo sbarco dal gommone, la precisione simultanea degli attacchi, fossero inutili ai fini della quadratura del cerchio. In questo contesto,  persino l’aver individuato un  braccialetto arancione al polso dei componenti il  Commando, è risultato fuorviante.  

Rivendicano la strage i Deccan Mujaheddin, sigla fin qui sconosciuta, con tipico linguaggio jiadista. Così giovani. E pronti a morire. Per cosa? C’entra Al Qaeda? Fanno parte di una comunità locale? Sono sovvenzionati dal Pakistan? Dove si sono addestrati?

Nessun meticoloso citizen journalism, nessuna Intelligence, nemmeno quelle più equipaggiate, sembra essere in grado di dare una risposta. Solo congetture.

 Un attentato l’anno, negli ultimi tre anni, nella sola Mumbai. In questo caso  però sappiamo, analizziamo, commentiamo ed esecriamo,  solo per la presenza nei luoghi delle stragi, di cittadini occidentali.

Ci sono stati attacchi, tuttavia,  anche in  Bangalore, Jaipur, New Dehli, Rajastan. Una carneficina fitta di luoghi, se la guardi su di una mappa, ma che spesso finisce nelle pagine interne dei giornali.

 A meno di potersene servire per agitare Mostri e chiedere misure restrittive nei confronti dei cittadini di religione islamica che vivono qui da noi, in genere, tutto tace.

Siamo nelle mani di  questi figli di un temporale, come li avrebbe definiti qualcuno? Probabilmente,  ma soprattutto sono state  politiche internazionali perdenti e  sconsiderate ad accentuare i drammi e a buttare benzina sul fuoco, negli ultimi anni. E ad esporci. Speriamo sia finita quell’epoca.

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