Trasgressione a buon mercato

Trasgressione a buon mercato

 

Qui non si arriva alle siderali distanze che Cacciari pone tra sè e il  Palinsesto –  Isola dei famosi? E che è? – e qualche puntata del reality a cura della premiata ditta Endemol, la si è pur vista. Abbastanza per farsi un’idea.

Confesso che mi sarebbe piaciuto osservare di più  la Luxuria alle prese con l’abituale clima improbabile e sgangherato dei realities, lei che quando faceva spettacolo, aveva spesso rivisitato  Trash e Kitch in chiave di intelligente ed ironica parodia ( c’è anche una dignitosa filmografia in cui è  interprete) .

Anche per questo mi era spiaciuto il taglio sociopoliticoculturalmilitante che alla vigilia della partenza per l’Honduras, la Vladimir aveva inteso conferire alla sua partecipazione. Era un po’ come rinnegare le sue indubbie doti artistiche in favore di un non meglio identificato messaggio politico, in quel caso ritenuto - non si capiva bene  per quale motivo – intrinsecamente più nobile.

Tuttavia, per quel che ho visto del programma e per quel che se ne è scritto, mi sentirei di escludere che la connotazione politica, sia stata al centro dell’essere naufraga tra i naufraghi, di Vladimir . Ma ora che si è aggiudicata il premio, il di lei successo, torna ad assumere la valenza di fenomeno socialmente rilevante.

Le associazioni gay e transgender esultano strillando al cambiamento epocale, Ferrero le offre candidature europee,  e specularmente, i detrattori dichiarano che senza ombra di dubbio, questo è l’ennesimo segnale della morte della sinistra. Come da copione.

Per quel che ne so io,  non è inusuale in questi format che il pubblico prediliga la persona che mostri più intelligenza o buon senso, fu il caso di Lori Del Santo –  una finta tonta con molto più sale in zucca di quanto possa apparire – o di Sergio Múñiz o Walter Nudo, modelli – comportamentali,  oltre che per professione –  che all’interno della dinamica del gioco, avevano dimostrato  una certo senso della misura tanto più marcato quanto più  messo a confronto con le modalità sguaiate ed urlanti del resto della compagnia. 

Credo che però,  nel caso di Luxuria, nemmeno questo tipo di  savoir faire abbia giocato un ruolo centrale nell’acquisizione del consenso. Piuttosto Vladimir,  dal quale ci si attendevano esplosioni, cinguettii e trasgressioni, si è distinta per il suo comportamento del tutto normale.

Il che ha significato sfiorare il moralismo facendo la spia su presunte liaison e corna che  compagni di gioco avrebbero inflitto a rispettivi inconsapevoli partners nella vita, ovvero ingaggiare dispute verbali con Patrizia, contessa De Blanc, sul fatto che l’Italia è una Repubblica e non una Monarchia e che dunque si decida anche lei a cedere un po’ delle sue  brioches al popolo , oppure sentenziare sul significato di  espressioni in slang col marito di Ivana Trump,  un giovanotto,  che pur avendo in quel caso ragione, è antipatico e poco televisivo a prescindere.

Insomma Luxuria ha dimostrato in tutto e per tutto di poter essere la concorrente ideale. Votarla in massa deve aver avuto  lo stesso significato  che assume l’amico gay, quello che tutti si vantano di avere ed esibiscono come prova inconfutabile di tolleranza & liberalità.

Salvo poi inorridire e dar battaglia se costui  pretenda la reversibile o l’ eventuale intervento chirurgico pagato dalla mutua, mai sia, se vuole adottare un figlio, fulmini e saette se lo desidera avere con l’eterologa nel senso di inseminazione. O più semplicemente se vuol essere libero di indossare l’abbigliamento che crede, che si tratti del gay pride, dell’abito nuziale col velo per andare a sposarsi o del foureau per prendere il the con le biscugine monarchiche , poco interessa.

Luxuria in proposito non  ha dimostrato di sostenere le grandi rivendicazioni della Prima Ora. Così, è divenuto più facilmente il simbolo della trasgressione alla portata di tutti.  Ha convinto e vinto. Di qui però a festeggiare l’avvio di un processo di grande  mutazione sociale, ce ne corre.

Guarda caso, nelle ore in cui Luxuria festeggiava la vittoria, un transessuale veniva assassinato a Roma, mentre qualche giorno prima, alcuni gay, avevano denunciato l’impossibilità di prendere in affitto appartamenti, per i ripetuti dinieghi di padroni di casa. Pretesto addotto : la diversità degli aspiranti inquilini.

Altre storie. Differenti da Vladimir che ha sostenuto di meritare il cospicuo premio per essersi messa in gioco fisicamente, esteticamente, con i capelli bianchi e i difetti fisici. Mediti pure chi questa impresa compie ogni giorno, con l’aggiunta di abilità conquistate a costo di sacrifici, ma senza enfasi ne’ medaglie, e per soprattutto per compensi di gran lunga inferiori.

Dice Paolo Ferrero con ardita acrobazia lessicale che Vladimir Luxuria è un modello antropologico molto positivo . A me sembra solo l’ennesimo personaggio che va ad accomodarsi buon ultimo nel rutilante mondo del similvero, quello in cui vince chi si mette più in evidenza, chi sa farsi valere. Qualcosa che col valere non ha niente in comune. La cultura di riferimento è quella solita : puntare tutto sull’essere diversi, somigliando però il più possibile alla figlia della portiera. Un po’ di qua e un po’ di là.

Crederci sempre. Arrendersi mai.

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