In paradiso tu vivrai
Ci siamo. E’ arrivato il momento di mettere mano alla Giustizia. Da largo Chigi a piazza del Quirinale, si va per vie maestre denominate del Corso, Quattro Novembre e Nazionale, ma ci si può arrivare anche percorrendo un dedalo di stradine laterali. Lo aveva pur dichiarato all’indomani delle elezioni : e adesso nessuno mi ferma. La partenza fu l’Immunità. Quando sarà completata l’Opera – di smantellamento dell’obbligatorietà dell’azione penale e di separazione delle carriere – comunque Silvio Berlusconi si sarà avvicinato al traguardo un po’ di più.
Del resto ieri, ai margini della presentazione dell’ennesimo libro di Bruno Vespa, il Premier è stato cristallino, quantomeno nell’esposizione del tragitto : nessun dialogo con i (riesumati per la circostanza) Marxisti trattino Leninisti dell’Opposizione. Per cambiare la Carta Costituzionale faremo da soli, poi ci rivolgeremo al Popolo (alludendo al referendum confermativo dell’art 138). Dunque nessun contributo della minoranza sarà valutato. Forte dei sondaggi – manco dei consensi – saranno sufficienti gli esiti contabili del quesito binario: SI o NO.
L’antietica al potere esige meccanismi penali regolabili al variare del tornaconto. L’azione penale obbligatoria – Incubo Berlusconiano, così come la separazione delle carriere ne rappresenta il Sogno – sta per divenire discrezionale, cioè asservita al potere politico che presumibilmente stilerà l’elenco – quel reato sì e quello no – Nella prospettiva di una lunga stagione di occupazione del Potere, torna utile la possibilità di rimuovere ogni fastidioso impedimento.
Il referendum elimina l’impaccio di ottenere la maggioranza dei due terzi del parlamento ma è anche un’incognita. Si tratterà di spiegare agli elettori come stanno le cose.
I caudatari sono già all’opera. Prontuario alla mano – la Giustizia non funziona! E’ lenta. Farraginosa Politicizzata Vendicativa.. a Orologeria ! – ed ecco a voi la Panacea, il Paradiso in terra. Come accadde già per la Scuola e per la Sicurezza, molto sarà nelle mani di chi racconta il Paese. E di chi detiene i mezzi diffusione del Racconto.
Per la separazione delle carriere invece non serve nemmeno scomodare il Popolo, si fa tutto da noi. Inquadrati i pubblici ministeri in una carriera separata dai giudici, ridotti a organo requirente puro e semplice, operativi su materiale raccolto dalla polizia, l’esecutivo avrà pieno controllo sull’amministrazione della giustizia. Il gioco è fatto.
Bene ha concluso Ezio Mauro nell’editoriale di oggi su Repubblica : Siamo quindi davanti non a una riforma, ma a una modifica nell’equilibrio dei poteri, che va ancora una volta nella direzione di sovraordinare il potere politico supremo dell’eletto dal popolo, facendo infine prevalere la legittimità dell’investitura del moderno Sovrano alla legalità. Eppure, è il caso di ricordarlo, la funzione giurisdizionale è esercitata “in nome del popolo” perché nel nostro ordinamento è il popolo l’organo sovrano, non il capo del governo. Altrimenti, si torna allo Statuto, secondo cui “la giustizia emana dal Re, ed è amministrata in suo nome”.