Finchè la rotativa va ( c’è speranza )

Finchè la rotativa va ( c’è speranza )

 

 

 

 

Kevin Mc Donald deve aver avuto il suo bel dafare con tutti quei classici del giornalismo investigativo da visionare prima di mettere mano a State of play.  Pakula, Howard, Brooks, Hawks tanto per citare a caso qualche autore. Una filmografia di genere piuttosto vasta  con qualche capolavoro e diversa  paccottiglia imbastita su luoghi comuni, tra esercizi retorici e tonanti invettive. E come se non bastasse, la stessa serie televisiva inglese su cui è basato lo script che poi ha finito per  rivelarsi un temibile termine di paragone per il film.

Quanto agli attori, sono stati mandati  a balia, per qualche tempo, in redazione al   Washington Post. Così, tanto perchè fosse loro chiaro come funziona un quotidiano, cosa ogni giorno viene stampato e perchè. Dunque, già in fase preparatoria, eravamo in piena atmosfera di meticolosità hollywoodiana, la stessa in virtù della quale De Niro non avrebbe potuto  interpretare credibilmente The racing bull   prima di essere ingrassato 30 chili e di aver condiviso per sei mesi  lo stesso tetto con  Jack Lamotta. Niente che la coppia Helen Mirren and Russel Crowe, attori da sempre abituati a dissolversi nei personaggi, più che a rendersene interpreti, non potesse sopportare. E poi nel cinema – come del resto nel giornalismo – la pignoleria ai limiti della nevrosi ed oltre,  paga in termini  qualitativi e di fedele rappresentazione del Vero. 

Così è anche di questo giallo investigativo old fashioned way, un’americanata ben messa, sul giornalismo che mette i bastoni tra le ruote al potere politico rivelandone le dinamiche e sulla missione del cronista pistarolo che tra commissariato, obitorio e ministero, tesse una rete di utili fonti su cui basa le sue inchieste. Tutto ciò all’epoca di internet – cioè del magma incontrollato di notizie spazzatura –  e  della crisi della carta stampata.

Film, dunque,  inevitabilmente epico : il 2043, data in cui l’ultima sgualcita copia su carta del “New York Times” sarà acquistata, è alle porte e bisogna correre ai ripari :

Accade che a Cal McAffrey, nobile e stropicciata figura di giornalista all’antica, quasi un dinosauro, trasandato, sovrappeso e brontolone,  venga affiancata una giovane blogger,  metodologicamente sprovveduta e  poco abituata ai controlli e alle ricerche. I due – intreccio scontro irresistibile di visioni del mondo agli antipodi – seguono le indagini di omicidio in un quartiere malfamato, un rompicapo di eventi apparentemente scollegati che tra tangenti sesso e omicidi andrà via via configurandosi come una storia di vizi privati e pubblica corruzione in cui è coinvolto un giovane deputato in ascesa che è anche compagno di college di Cal.

Ma nei trent’anni che ci separano da Watergate inteso come caso scuola  ( e da Tutti gli uomini del presidente)  l’universo dell’informazione si è completamente rivoluzionato. I media sono divenuti scrupolosi amministratori del consenso mentre la carta stampata vive un momnto di profonda crisi. Le Proprietà esigono risultati rapidi in termini di quadratura di bilancio e non c’è più tempo per mettere insieme le inchieste di un tempo. Per di più, paradosso dei paradossi,  la presenza istantanea di notizie in rete, si rivela, almeno in questo caso,  un intralcio ben più cospicuo di tradizionali reticenze e depistaggi. Morale : la vera professionalità non disgiunta dall’etica professionale e fondata su regole ferree, si nasconde nelle redazioni e viaggia sulla carta stampata.

Riflessione amarissima e analisi veritiera sullo stato delle cose realizzata da un team di sceneggiatori di prim’ordine. Finale amarcord/tipografico con gran carrellata tra le rotative al lavoro. Visione nostalgica di un mondo in probabile estinzione. ( che ha commosso la quasi totalità dei critici, anche quelli cui il film non è piaciuto troppo


 

 

 

State of play è un film di Kevin Macdonald. Con Russell Crowe, Ben Affleck, Rachel McAdams, Helen Mirren, Wendy Makkena, Katy Mixon, Viola Davis, Jeff Daniels, Maria Thayer, Harry Lennix, David Harbour, Rob Benedict, Zoe Lister Jones, Gregg Binkley, Arabella Field, Cornell Womack, Robert Bizik, Dan Brown, Eileen Grubba, Brennan Brown, Jason Bateman, Robin Wright Penn. Genere Azione, colore 125 minuti. – Produzione USA 2009. – Distribuzione Universal Pictures

4 pensieri riguardo “Finchè la rotativa va ( c’è speranza )

  1. anche se dopo Citizen Kane sembra che non ci sia piu’ nulla da dire in merito, questo film sembra avere ancora qualcosa da dire. Anche se di tanto in tanto si ascolta il de profundis sulla fine dei giornali e qualche battutella sui blog.

  2. …ma quelli sono blog americani …si fosse trattato di quelli italiani invece che le “battutelle” sarebbero state vie di fatto.

  3. Hanno capito tutto.

    Le evoluzioni del pensiero di Zoro poi, sono tra le mie prime preoccupazioni.

    Voglio vedere cosa farebbero tutti e tre senza la carta stampata.

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