Il mare può attendere

Il mare può attendere

E’ chiaro che nessun Sassoli, Scalfarotto, Serracchiani, seppur eletti a furor di popolo riuscirebbero a fare il miracolo, cioè scalfire di un solo millimetro il senso di disagio – che si vorrebbe politico  ma che spesso assume connotazioni di carattere esistenziale – che dilagando già da molto tempo,  si sta  risolvendo in proposito astensionista.

Ne’ con l’ elezione, costoro potrebbero porre mano efficace alle questioni politiche – quelle sì – che attanagliano il PD. La verità è che qualcosa sta finendo, non è detto che non possa rinascere, ma ognuno in cuor suo sa bene, che se ciò dovesse accadere, niente sarebbe come prima. Disperarsi è comprensibile ma per fare in modo che insieme a quel qualcosa non si dissolva l'intero patrimonio oggi riconducibile ad una sola parola : democrazia, bisogna agire. E scegliere. Si dirà che anche l’astensione è una scelta e su questo si potrebbe convenire, ma sulla pessima qualità politica del sottrarsi in un momento di grande difficoltà, qui da noi, ma anche in Gran Bretagna, in Olanda e altrove, non ci sono dubbi.

Per questo è puerile pensare che l’astensione produca un qualsiasi effetto che non sia rafforzare i conservatori, su scala europea. Per questo può essere tanto congrua la posizione di chi non vota per disinteresse, quanto insulsa quella di chi va in spiaggia  nell'illusione di dare un segnale.

L’attuale posta in gioco è di vitale importanza, gli equilibri del futuro Parlamento saranno decisivi per governare la crisi economica, scrivere le regole per  un nuovo modello organizzativo della finanza e del capitalismo, nonchè ridisegnare un percorso di sviluppo meno anarcoide e dissennato, più solido e coerente per il futuro.

Ogni democratico non può che augurarsi che un simile progetto sia compiuto in sintonia con quanto al di là dell’oceano sta disponendo il presidente Obama. Ecco perchè è fondamentale che l' Alleanza dei Socialisti e Democratici –  nuova denominazione del gruppo parlamentare del PSE –   abbia un numero eletti  superiore al PPE, il Partito Conservatore europeo.

Tutto qui, il resto sono marginalissime, inefficaci, chiacchiere. Il mare come il cielo  possono attendere. Nel frattempo  sarebbe più civile cercare di  contrastare lo scivolamento a destra del vecchio continente. Impresa ardua ma non disperata. Buona fortuna a tutti noi.

Nell’illustrazione Il Ponte Europa a Coimbra.

7 pensieri riguardo “Il mare può attendere

  1. Franceschini – difesa del referendum con annesse bugie a parte – non merita di subire il calo elettorale che subirà il Pd, che ad aprile scorso era decisamente sovradimensionato.

    E’ stato un segretario di gran lunga migliore di Veltroni, e l’irresponsabilità di buona parte dei tuoi compagni di partito non ne terrà conto a ottobre.

    Mi ha fatto piacere sentirgli dire delle cose sulle riforme istituzionali molto lontane dai pasticci che qualcuno dei vostri ha in mente di fare col centrodestra.

    Ma nonostante tutta la sua palese buona volontà non è ancora riuscito a smontare quell’essenza di intima violenta che caratterizza tutto il progetto, e s’è sublimata nel voto dello sbarramento alle Europee insieme col Pdl.

    Per il resto, ho dato il voto più a sinistra di tutta la mia vita e non ne sono mai stato tanto felice.

    Quello del gruppo europeo mi sembra onestamente un pasticcio, anche se riuscire a trovare un contenitore dal nome buono per 27 Stati è impresa difficile: la questione del gruppo europeo non è mai stata un argomento serio, anche perché è molto più importante come ci si colloca qui, non in Parlamento ma sui fatti.

  2. alle 11 di stamattina ho votato in un seggio deserto, affollato di scrutatori e rappresentanti di lista, con mia nipote a fare da presidente. Ho votato PD e ne sono felice, ho scelto due donne che stimo molto, Pagano e Capacchione. Preferisco puntare sulla persona perchè so che sono due che in Europa ci andranno, se elette.

  3. Paps, un’occhiatina ai risultati europei e dimmi tu se l’Alleanza dei socialisti e dei democratici alla quale peraltro Piero Fassino lavora sin dai tempi dei DS, può essere considera un ” pasticcio”, o se dopo la disfatta c’è ancora qualcuno che ha voglia di giocherellare con i nomi, con i cognomi e con i soprannomi.

    Suvvia.

    Cosa si aspetta ad appendere Ferrero per le palle? Lui e la sua tardiva unità, come se i giochetti congressuali l’avessi fatti io.

    E con tutto il rispetto e la simpatia, quand’è che qualcuno dice a Vendola che il linguaggio andrebbe, come dire, ripulito …lui e i suoi ” circuiti di socialità” ?

    E di grazia, quali sarebbero queste fondamentali discriminanti politiche per le quali si va in Europa divisi?

    Ci sono differenze di politica economica o sull’immigrazione tali da giustificare divisioni?

    E bene andò che Veltroni e Casini contrattarono il 4% per lo sbarramento perchè se fosse stato per la destra il 5% passava liscio come l’olio . Qui ‘sti 100 voti di differenza che ce li scordiamo un po’ troppo spesso.Insieme allo strapotere dell’avversario.

    Non rimane che attaccarsi al Pasoch e a Bendit…ah quelli sì, che son socialisti doc.

  4. No Sed l’idea di Fassino secondo me è ottima, il pasticcio è riferito all’interno ma mi auguro che ci sia la maturità di capire che non si tratta che di un posizionamento naturale.

    Lo dicevo pure al Congresso di 4 anni fa che non ci sarebbe stato scandalo o alto tradimento – a differenza di quanto affermava stupidamente Mussi – in una operazione simile (almeno non da parte diessina), mi sono spiegato male.

    Spero che non pregiudichi l’elettorato Pd questa scelta.

    Ferrero e Ingrao dovrebbero spiegare cosa significa l’unità a sinistra a molta gente che li ha votati: io però il primo gancio lo investirei per Diliberto.

    Ormai è chiaro che è stata Rifondazione a tirarsi indietro rispetto all’unità e spero che la buona affermazione di Vendola (nonostante le sue arditezze linguistiche) riesca nell’impresa di spostare quelle poche residue risorse votate alla vera unità e alla vera innovazione.

    Per me il 4 fu contrattato da Lombardo, ma è una mia idea.

  5. Che Rifondazione si sia tirata indietro rispetto all’unità è un fatto che viene da lontano.

    Cioè – insisto – da un congresso che per come era andato, aveva fissato un punto di non ritorno :

    Vendola vincente sulla carta viene battuto da un’ alleanza notturna e gruppuscolare di formazioni – le più svariate!!! –

    I perdenti giustamente si rifiutano di essere minoranza pur essendo maggioranza – casini inenarrabili ne sarebbero derivati – e danno vita a Sinistra e Libertà.

    “Giustamente” dico io.

    Che altro potevano fà?

    A quel punto manco uno sceneggiatore americano di quelli che fanno resuscitare gl’interpreti della soap sfracellatisi in un incidente aereo, sarebbe stato in grado di ricostituire un ritorno all’unità che non avrebbe avuto altra spiegazione se non quella del cartello elettorale.

    La sintassi è importante quanto il linguaggio colorito.

    Così i voti si sarebbero persi egualmente, poichè dall’una e dall’altra parte sarebbe venuta meno la logica del salvataggio del Panda.

    Ce lo vedi un simpatizzante di Mussi and co, accorrere festoso a votare con i trotzkisti?

    Io no.

    L’unità è una cosa seria, non può essere esclusivamente un’operazione di marketing elettorale.

    Ora che il sogno socialdemocratico si è definitivamente infranto – o meglio lo hanno schifato gli elettori del vecchio continente, pure quelli che dalla socialdemocrazia hanno avuto dei vantaggi in termini di migliore vivibilità, beati loro – vediamo quale altro stratagemma linguistico s’inventa Nichi.

  6. Ma in Italia ci saranno sicuramente altre cause e altre dinamiche, visto che l’Italia dei Valori se ne esce con un risultato che fino a due anni fa sarebbe stato impossibile.

    Io spero solo che Vendola abbia la pazienza di Di Pietro, e soprattutto impari qualche parola dal suo dizionario.

    Fatto sta che molti dei nostri potenziali candidati (Borsellino, Capacchione, Crocetta) ci hanno mollato sul più bello: non c’è intorno all’idea di socialismo e di sinistra quella fiducia che ci dovrebbe essere per le cose nuove e necessarie.

    Il Pd suscita ancora idee di dovere, di partito e di solidarietà, e credo che avrà vita lunga.

    Era proprio quello di cui aveva invece bisogno Sinistra e Libertà da parte di queste personalità, perché è necessario sconfiggere quell’idea di sinistra (comunque perdente, i risultati lo dimostrano visto che SL ha recuperato quasi tutto il grosso distacco che la divideva dal Prc) che ha animato il Congresso di Rifondazione e quella lista, che ha avuto l’ardire politico di professarsi Anticapitalista coi tempi che corrono.

    Purtroppo il lessico è un problema comune.

    Ma da quando è nato, il Pd continua incessantemente a perdere voti al centro (perché da quel punto di vista, il Pd è uno spostamento a sinistra): nessuno riesce a spostare i voti al di là del Rubicone.

    Vedrai che rinascerà qualcosa di simile alla Margherita, elettoralmente non vedo alternative.

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