Rispettiamoci

Rispettiamoci

Adesso se scrivo che questo titolo sparato in prima pagina è un affronto, di sicuro qualche appassionato di comunicazione, mi viene a fare il pistolotto sul senso provocatorio dell’affermazione  che fa tanto bene alle coscienze. Grazie tante. Ho già fatto il pieno di paternalismo quando mi sono aggiudicata i sentiti ringraziamenti del Segretario del Partito – non ci posso credere – contenuti nell’articolo di fondo.Titolo : Ne va della civiltà di un intero paese. Appunto. Ma poi grazie de che? Noi giovedì scorso eravamo di presidio ai nostri interessi leggittimi, a protestare per un abuso,a chiedere il ripristino della legalità , mica per fornire gratuiti spot elettorali. A chicchessia. E infatti chicchessia s’è premurato di fare sul proprio giornale , un titolo speculare a questo. Anch’esso  provocatorio. Anch’esso per scuotere le coscienze addormentate e suggerire civili scatti d’orgoglio. Noi non possiamo davvero permetterci di trascinare i temi della dignità della persona, della nascita, dell’amore, della malattia e della morte nelle trappole di basse speculazioni politiche.Ne’ possiamo giocare di rimessa su temi largamente affrontati in passato e su conquiste di civiltà faticosamente ottenute . Tantomeno possiamo assitere alle liti tra PD, Arcobaleno o quel che sia, sul diritto di primogenitura di eventuali battaglie. Rispettiamoci. Se temi del genere devono essere inseriti nei  programmi elettorali, che lo si faccia politicamente,nel senso più alto che questo termine suggerisce ma soprattutto evitando gli effettacci. Nei momenti chiave della lotta per la 194, le autodenunciate  per interruzione volontaria di gravidanza, pur nell’estrema provocatorietà di quel gesto, non si sono mai definite assassine, ciò nel rispetto delle donne che avevano praticato l’aborto, del loro dramma, del loro dolore. Narcisate di questo genere, ci trascinano sul terreno che l’avversario desidera, retrovie abitate da mostri colpevolizzanti. Rispettiamoci e rispettiamo le nostre battaglie. Contrariamente a chi ci chiama assassine, stavolta siamo noi ad essere dalla parte della legalità.

Indietro non si torna (soglia di sbarramento)

Indietro non si torna (soglia di sbarramento)

lungara 1A riprova del fatto che indietro non si torna, non ci sono solo le manifestazioni  e i presidi in molte città , l’Appello delle donne promosso da Micromega e le iniziative sul piano istituzionale dei ministri di Salute e Giustizia ma, inedita quanto appropriata, anche la risoluta presa di posizione delle sei consigliere del CSM  perchè il Consiglio intervenga a riflettere sull’intervento dell’autorità giudiziaria, sulle sue modalità di esecuzione, sulla tutela dei valori costituzionalmente protetti . Nello stesso documento si sostiene  inoltre  che per quanto si apprende da organi di stampa, sembra sia stata pretermessa ogni considerazione della particolarissima e traumatica situazione imprescindibilmente correlata a ogni interruzione volontaria di gravidanza. Fatto che, se troverà conferma, merita l’attenzione del Consiglio soprattutto se si considera che la legge 194, disciplinando le condizioni e le modalità per l’interruzione, prevede una procedura che consente di verificare documentalmente l’osservanza delle condizioni di legge.

Se è vero che i fatti di Napoli sono maturati in un clima di regressione civile, l’unico modo per annullare possibili, effetti intimidatori sulle donne che in futuro dovranno avvalersi della legge 194, è l’individuazione di specifiche responsabilità. In questo caso non si tratterebbe di confrontarci sui temi dell’etica, della vita, sulle nuove tecnologie diagnostiche o sull’opportunità di  moratorie internazionali . Si tratta di ristabilire la legalità. Ogni riflessione che non trovi cittadinanza in un quadro di valori democraticamente definito, sarebbe , in tal senso, pleonastica e fuorviante. Piacerebbe molto agli esponenti del neo movimento per la vita, cavalcare il clamore dell’episodio guadagnando un bel po’ di visibilità, magari , già che ci sono , confondendo le acque con vittimismi, banalizzazioni e apprezzamenti disgustosi e fuori di luogo sulla sindrome di Klinefelter. Non a spese dei diritti violati però, tantomeno a spese delle donne. Chi ha duecentocinquantamila euro (pochini in verità, per una robusta campagna, dunque ci si attende il peggio in termini di pubblicità occulta)  da investire per produrre la propria Tavola di Valori sulla vita, la nascita, la maternità, in una competizione elettorale, dev’essere accontentato. Che li spendano tutti ,fino all’ultimo centesimo, poi s’infrangano su quel Santo Istituto che si chiama Soglia di Sbarramento.Amen.

Anonimo Napoletano (o magari no)

Anonimo Napoletano (o magari no)

Se non ci fosse di mezzo una poveretta costretta a subire interrogatorio appena fuori della sala operatoria, si potrebbe ironizzare, particolarmente su quella irruzione delle forze dell’ordine a verifica di  malfunzionamenti ed abusi in un ospedale, guarda caso, di Napoli. E poi sulla segnalazione anonima che ha provocato tanta sollecitudine ma questo solo perché la Legge ne prescriverebbe l’inutilizzabilità . Così, dopo aver subito un iter ineccepibile quanto doloroso, un intervento e un trattamento  post-operatorio a dir poco singolare, quella Signora non potrà nemmeno procedere per calunnia. Non un gran risarcimento rispetto alle offese patite, ma insomma.. che qualcuno si scusi in modo tangibile, può aiutare a star meglio. Speriamo almeno che quanto si sta muovendo in termini di reazioni , soccorra l’inevitabile senso di vulnerabilità e solitudine. Sarebbe già un risultato.  Un clima intimidatorio, del resto, è un clima intimidatorio e monta in spregio dei singoli drammi, percorrendo le tappe canoniche dei convegni, delle esternazioni e dei pubblici dibattiti. La scienza e la fede si contendono la partita principale mentre nelle retrovie, tra etica, giurisprudenza e psicologia, un fiume di parole ci racconta che dalla denunzia dell’aborto selettivo dei concepiti di genere femminile in alcuni paesi asiatici (la grande partenza, di circa un anno fa) logico e conseguenziale mettere le mani sull’intero tema dell’interruzione volontaria di gravidanza e dunque rivedere anche la  legge sulla maternità responsabile. . Singolare è il fatto poi, che di quella legge venga attaccato il punto più delicato del conflitto tra i diritti della donna e quelli del concepito. Dal punto di vista politico è un agitare di grandi sensi di colpa a fini strumentali, da quello giurisprudenziale è un buttare all’aria il punto d’equilibrio faticosamente raggiunto trent’anni fa. Ed è davvero triste constatare che alla fine, sollevato il polverone immondo, ogni diatriba sembra valere zero. I vescovi chiariscono che non è allo smantellamento della legge 194 che puntano, i medici a convegno definiscono meglio il loro pensiero  e dalle irruzioni poliziesche risulta che nessun abuso è stato compiuto. Resta in piedi probabilmente solo il grande senso di colpa,chi lo ha agitato sa dove va a parare. Allora non si può fare a meno di concludere che nel mondo, l’esercizio di libertà da parte delle donne, comunque si manifesti, corrisponde ad una minaccia e scatena gl’istinti più bassi da parte di quella società patriarcale, indisponibile a cedere terreno, costi quel che costi. Dalle guerre, alle vessazioni,alle lapidazioni alle costrizioni dei corpi del mondo antico e non solo, fino ad arrivare a pratiche più sottili e devastanti, moderne ed evolute ma sempre meno anonime.

Tel quel (voici la fameuse Coupole de Montparnasse )

Tel quel (voici la fameuse Coupole de Montparnasse )

Millecinquecento coperti al giorno e, inevitabilmente, le tecniche della ristorazione moderna, non possono garantire accuratezza ma l’importante è non farsi irretire dalle complicazioni de la carte e puntare diretti al Plateau Royal se si è appassionati di belon o fines de claire ovvero, più sul sicuro,  al Cœur de filet de bœuf au poivre “flambé en salle” au cognac et pommes sautées che alla fine è solo un filetto al pepe con patate (flambè en salle per la coreografia) o a la Salade Coupole di fichi e fois gras che continua ad essere un’esperienza di rilievo. La cucina francese è tutt’altro che insidiosa ma quando ci sono molti ospiti, meglio non sfidare una partita di chef oberati . Infatti non è davvero per la cucina che si va alla Coupole o per farsi vedere o vedere l’intera sala da pranzo alle prese con la fricassée de poulet de Bresse : Alla Coupole ci si va perché nonostante l’elegante caciara è l’unica brasserie che nel tempo non è mai cambiata .

 E il tempo significa : a far data dal 1927. Dunque siamo in pieno  déco come da salone  vagamente Overlok Hotel, progettata dagli architetti Barillet e Le Bouc. Ventiquattro potenti pilastri delicatamente istoriati a sorreggere il tutto e al centro la cupola luminosa profilata pervenche e poi ancora i lampadari, gli stucchi , la boiserie e persino il logo sul vasellame limoges.Tutto come allora . Strepitoso anche l’american bar con il bancone in piuma di mogano e il raffinatissimo scaffale di servizio incassato nel muro.

 

E poi di qui sono passati e , questa è un’altra conclamatissima e assai documentata, attrattiva del locale : Majakowskij, Aragon, Man Ray, Simone Signoret, Chagall, René Claire, Giacometti, Isadora Duncan, Ezra Pound , Prévert, De Chirico, Sartre, Simone de Beauvoir e tantissimi altri.  In realtà anche alla Closerie des Lilas sulla stessa rue de Montparnasse hanno svernato e pasteggiato a Muscat più o meno gli stessi personaggi ma la Coupole si distingue oltre che per gli arredi anche per annedottica : solo qui è stata venduta all’asta una cicca di Boyard papier mais fumata e donata da Jean Paul Sartre per finanziare l’uscita di Libération, solo qui la Resistenza fece assumere come cameriere tre ragazze di famiglia borghese che avevano studiato il tedesco (ah les jeunes filles rangée) per spiare gli ufficiali della Wermacht,solo qui Simenon cenava con Josephine Baker e César seduto di fronte alla statua di cera (presa in prestito dal Museo Grévin)  del presidente della Repubblica Vincent Auriol dichiarava che quella sera avrebbe cenato au plus haut niveau. La Coupole viene raccontata in genere come un posto magico, ricco di ricordi, di storia di arte di raffinatezza e via dicendo, esattamente come negli anni cinquanta era considerato il ristorante di Sartre o di Camus e Ionesco e gli avventori facevano a gara per cenare ai tavoli circostanti.

Tutto ciò è probabilmente vero ma è anche uno dei posti più divertenti e vivaci di Parigi, un punto di osservazione irrinunziabile e un’occasione per godersi il pellegrinaggio degli speranzosi di tutto il mondo …hai visto mai s’incontrasse una celebrità. Un mito che resiste nel tempo come gli sgabelli del bar e nonostante les coupoliens siano decisamente cambiati . Ed è per portarsene a casa un pezzetto o per illustrarne le bellezze agl’ignari che Thomas Dufresne e Georges Vlaud hanno pubblicato un bel libro intitolato per l’appunto La Coupole edito da Le Cherche Midi. Scritto sottoforma di abecedario poétique et ludique, artistique et historique, anecdotique et iconographique:365 entrées pour tout connaître de cette célebre brasserie parisienne come da presentazione dell’intraprendente editore..voici la fameuse Coupole de Montparnasse (andateci)

Thinking points (il metodo Reagan)

Thinking points (il metodo Reagan)

Ronald Reagan , o meglio il suo stratega principale Richard Wirthlin aveva capito che una scelta elettorale è più improntata sulla capacità del candidato di entrare in sintonia con la gente che sul vero e proprio programma politico e che sono i valori, l’autenticità, la capacità di ispirare fiducia e di offrire un modello in cui identificarsi a determinare il voto. Reagan era considerato una persona vera ed aveva instaurato un rapporto  così viscerale che l’elettorato lo sostenne anche dopo aver capito che la sua politica economica non avrebbe dato impulso al Paese. Incarnava  un ‘ idea di America in cui si riconoscevano i repubblicani , gli elettori indipendenti e persino una larga fetta di democratici. Metodologicamente Obama guarda molto a Reagan, la sua proposta è diametralmente opposta ma la sua idea ricorrente di unire il paese e di colmare il deficit di empatia  tra politica e cittadini permea i suoi discorsi esaltando il pragmatismo del fare politico che produce risultati concreti per le classi più deboli e i ceti medi in notevole difficoltà in questo momento negli Stati Uniti. A differenza di Hillary Clinton che ha sempre sottovalutato l’acume politico di Reagan, ritenendo che il successo ottenuto per il prevalere della personalità sulla politica fosse in qualche modo, illegittimo . Al centro di queste Primarie però, non ci sono solo i candidati ma una profonda divisione nel Partito Democratico : la prima è una triangolazione :  spostarsi a destra per ottenere più voti,è stato uno dei motivi di successo di Bill Clinton e anche Hillary pensa di fare altrettanto quando parla di Bipartisansheep.Per Obama invece questo termine significa  riconoscere che i principi morali progressisti sono gli stessi di tutti gli americani,in questo modo non è costretto ad annacquare i suoi principi per apparire bipartisan. Poi c’è il gradualismo cioè la determinazione di Hillary a far passare una alla volta  una serie di decisioni ben strutturate e concrete mentre Obama crede nelle scelte coraggiose e nella costruzione di un movimento del quale farsi interprete. Entrambi i metodi, hanno guadagnato un maggior numero di elettori alla causa democratica, basti pensare al supermartedì e alla quantità di indipendenti che ha votato per i democratici sottraendo,dati alla mano, voti ai repubblicani ed è un bene che nelle prossime settimane altri elettori abbiano la possibilità di essere raggiunti dai messaggi e dalle sollecitazioni di Hillary e di Obama.Intanto le primarie e i caucuses di stanotte in Kansas, Louisiana, Nebraska e Isole Vergini se li è aggiudicati Obama raggiungendo i 1039 delegati contro i 1100 di Hillary e con buona probabilità accadrà altrettanto negli stati  in cui si voterà dal 10 al 19 febbraio , Maine, Maryland ,Columbia Virginia, Wisconsin e Haway che però attribuiscono pochi delegati. Una nuova  resa dei conti è prevista il 4 marzo con Texas, Ohio, Vermont e Rodhe Island ma in quel caso il raffronto inevitabile sarà con i repubblicani.In realtà tutto lascia intendere che sarà la Convention con i Superdelegati a decidere chi correrà la partita finale.