E’ il 1996 all’ospedale militare di Vallegrande in Bolivia, un uomo che si è sottoposto ad un intervento chirurgico, nel delirio dell’anestesia grida ripetutamente : ” Io so dov’è sepolto il Che , l’ho seppellito io ! “. Tornato in sè , non sa spiegarsi quel cedimento :i particolari e il luogo della sepoltura di Ernesto Guevara sono coperti da segreto militare e lui ,che quella fossa ha scavato davvero, per trent’anni ha taciuto ogni cosa, fedele alla consegna, persino con sua moglie. Comincia qui l’ultima avventura di Ernesto Rafael Guevara De la Serna, dal complicato ritrovamento delle sue spoglie, da un piccolo militare caparbio, unico sopravvissuto all’impresa della tumulazione frettolosa, in una notte di settembre del 1967, che pretenderà l’anonimato e che continuerà a opporre sistematici dinieghi a proposte allettanti, fino a quando verso la metà del 1997, lo Stato Maggiore dell’esercito non rimuoverà il segreto, ingiungendogli di collaborare con i cubani per il ritrovamento dei resti di Guevara.Ma soprattutto che continuerà ad avere con la memoria del Che notevole distacco e dell’uomo,del combattente una scarsa considerazione. Gli scavi durarono un tempo lunghissimo per problemi di conflitti burocratici,finchè come raccontano le cronache, un giorno le scavatrici furono fermate e gli operai allontanati dall’area : finalmente le spoglie erano riemerse dalla terra rivoltata. Il piccolo militare caparbio commenterà: Se era venuto qui per uccidere anche lui doveva morire. Per me non fu un eroe .Credo sia una delle poche persone che non abbia subito il fascino, in negativo o in positivo del Che. Da anni infatti la querida presencia di Ernesto Guevara, nel classico ritratto di Alberto Korda i cui negativi erano stati consegnati dal fotografo a Giangiacomo Feltrinelli, è su ogni maglietta,murales,striscione,bandiera,adesivo, tatoo: un’icona pop, un eroe talmente leggendario da essere condiviso con l’estrema destra che gli ha dedicato canzoni e ritratti affiancati a croci celtiche o con Jovanotti che invece lo immagina a braccetto con Madre Teresa. Praticamente un esproprio . O magari no. Quando morì, la notizia non fu certo di quelle da prima pagina,qualcuno in casa mi spiegò chi fosse stato,avevo pochi anni, il Che è rimasto legato all’annedottica di quel pomeriggio : il suo ingresso a Montecitorio nel 1964 , in tenuta militare e con una grossa Mauser infilata nella cintura ( e relative contumelie con i carabinieri di guardia a Palazzo) ospite di Togliatti ,le perplessità di alcuni esponenti del PCI,il fatto che fosse stato abbandonato al proprio destino,che avesse perso a Valleverde, giorni preziosi nell’inutile attesa della colonna guidata dalla guerrigliera Tania, morta insieme al resto del contingente circa dieci giorni prima e come fosse stato tradito e venduto dai contadini del luogo .Su tutto poi l’ombra del sospetto : che Fidel Castro lo avesse in qualche modo trascurato perchè voleva che quella Rivoluzione fosse tutta sua.Non ho mai indossato una maglietta con l’effige del Che e non ne ho mai esposto il ritratto, sebbene non mi dia noia alcuna, la commercializzazione del rivoluzionario di professione,comunque credo che chi esibisca questo simbolo, un messaggio seppur confuso di riscatto,di eguaglianza di purezza, lo voglia trasmettere.Ed è un messaggio che mi sento di rispettare.Di Ernesto Rafael Guevara De la Serna amo la pulizia , l’intransigenza e la gentilezza e quel Pensiero di Giustizia e Solidarietà che è sì Completezza, ma che reca con se un’idea ineluttabile di fallimento.Non ho mai capito quanto egli stesso ne fosse consapevole.Guevara è sepolto a Santa Clara de Cuba , in un brutto, celebrativo, retorico, commoventissimo, monumento funebre. “CHE “ lingua Mapuche vuol dire Persona, Uomo.
Se qualcuno ti fa morto è una canzone di Ivan Della Mea, la meno retorica e trionfale del repertorio (vastissimo ) dedicato ad Ernesto “Che”; Guevara.Da segnalare ancora Nada Màs di Atahualpa Yupamqui, Zamba del Che di Victor Jara ed infine quella più segretamente dedicata a lui Soy loco por ti America di Gaetano Veloso (leggere tra le righe)