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Mese: Febbraio 2007

L'Infinito creativo

L'Infinito creativo

L’ultima foto di famiglia

L’ultima foto di famiglia

 

A Lucia Annunziata va sicuramente il merito di avere messo insieme, episodio dopo episodio,documento dopo documento, il racconto di un anno – il 1977 –  denso di accadimenti.La cronaca non scarna e al contempo rigorosa di uno dei passaggi chiave della storia della sinistra italiana, è accompagnata da analisi e considerazioni nonchè da una conoscenza puntuale delle forze in campo,il  Movimento soprattutto, nelle sue articolazioni e con le sue dinamiche.Tuttavia il punto di vista prevalente rimane quello della testimone, più che quello della protagonista (nel doppio ruolo di cronista del Manifesto e di militante ) e questo ci fa ritrovare quella felice modalità del giornalismo  che non solo vuole i fatti distinti dalle opinioni ma che considera professionale la  limitazione del narcisismo e dell”invadenza delle sensazioni del narratore, sulla materia trattata.E quantunque il libro non sia privo di percezioni che attengono anche alla sfera emotiva,va detto che la scelta degli umori è caduta su sensazioni  ampiamente condivise di rabbia,spavento,incertezza ma anche di voglia di venirne a capo,di continuare nonostante gl’innumerevoli lutti, i fallimenti e il conseguente senso d’impotenza.Nessuno di quelli che “fecero l’impresa” è autorizzato, a mitizzare.Ma ognuno di noi può riconoscersi nel racconto.Ognuno potè “vedere" ,come l’Annunziata, il materializzarsi sotto i propri occhi,  del conflitto politico generazionale tra i militanti del PCI e i sindacalisti da una parte e il Movimento dall’altra,la mattina del 17 gennaio 1977 alla Sapienza.Ognuno potè prendere atto della infinita distanza tra l’uno e l’altro schieramento mentre si fronteggiava,rincorreva,picchiava  e dell’indisponibilità caparbia a qualsiasi tipo di interlocuzione politica.Ecco dunque il tema centrale del libro: il rifiuto  di confrontarsi, in primo luogo da parte di quel Pci che dopo aver superato, un anno prima, il 35 per cento dei voti, ritenne che il modo migliore, o forse l’unico, per utilizzare quei consensi, fosse la politica di unità nazionale, scomoda anticamera forse del compromesso storico o forse, chissà, di una democrazia dell’alternanza del futuro. Chiudendosi a riccio nei confronti di chi questa scelta la contestava, nella convinzione che, magari “oggettivamente”, lo facesse per contrastare “l’ascesa della classe operaia alla direzione dello Stato”: non a caso “diciannovismo” e “sovversivismo” furono le maledizioni più utilizzate.
Non era semplice trovare interlocutori nel Movimento. Ma, se non ci si provò neppure, non fu solo perché il movimento, tutto il movimento, a quella politica era fieramente avverso. Fu prima  ancora perchè quella generazione appariva letteralmente incomprensibile, del tutto diversi com’era dalla gruppettistica dei primi anni Settanta. Così diversi da rendere inservibili, nonostante fossero oltre ogni dire, estremisti, una categoria classica come quella dell’estremismo: quasi degli alieni che erano cresciuti attorno alla sinistra tradizionale senza che questa ne avesse il minimo sentore.Alieni Ostili. E più di tutto colpiva, come ha scritto Adriano Sofri, quel loro voler essere prima di tutto comunità, senza tema di vedersi ristretti in una sorta di riserva indiana: Non aveva voglia, quel movimento, di conquistare il potere e nemmeno di guadagnare alla propria causa la maggioranza, ma di mettersi in proprio. E se non si riuscì in alcun modo a comunicare fu pure perché quel movimento, quei giovani anticipavano a modo loro un mondo nuovo, il nostro, che di emancipazione del lavoro, movimento operaio, blocco storico, egemonia e strategia delle alleanze, non si ricorda neanche più; e irridevano prima ancora di contestare non solo i sindacati ma i partiti, anzi, il sistema dei partiti, proprio quando questo si sentiva invincibile, e come si vide poi,non lo era affatto.

Per me tra le ultime foto di famiglia più eloquenti c’è quella qui in alto : E’ il 17 febbraio 1977,il ragazzo che sta cancellando la scritta alla Sapienza fa parte di una task force di iscritti al PCI e al sindacato che precede di poche ore la visita di Lama e ha il compito di ripulire l’ateneo dalle scritte irriverenti degli Indiani Metropolitani.L’obiettivo non può cogliere la sua perplessità che è data sia dai baroni (da cacciare) definiti bianchi rossi e neri (quindi tutti sullo stesso piano), sia da quell’ a pallini espressione fantasiosa ed inedita nell’ambito della comunicazione politica che all’epoca si avvale  di registri seriosi e severissimi.Quel giorno furono  i canti,i balli,le invettive e i calambours,i giochi di parole (Lama non l’ama nessuno, o i Lama stanno in Tibet) ad alimentare il  clima di tensione.Curiosamente quei segnali di evidente diversità tra loro e gli altri inquietarono i militanti del PCI assai più che i servizi d’ordine agguerriti.Cominciò così…con la decisione di opporre a Lama,prestigioso capo sindacale,l’ironia.Finì come finiva sempre allora.Botte e cariche della polizia.

L’ Ultima foto di famiglia è un libro di Lucia Annunziata edito da Einaudi

Pasque di sangue

Pasque di sangue

Il bel gruppo dell’illustrazione rappresenta il martirio del Beato Simonino ed è custodito nel Museo Diocesano di Trento.Nel marzo del 1475 l’intera comunità ebraica di quella stessa città, fu accusata di un atroce assassinio rituale: ne sarebbe stata vittima un bambino cristiano, il piccolo Simone, torturato e crocifisso in periodo pasquale in evidente spregio della fede cristiana. I presunti responsabili, fatti imprigionare dall’inflessibile vescovo Renetta, principe della città e sottoposti a interrogatorio e a tortura, naturalmente finirono col confessare e furono condannati a morte.Su questo caso Ariel Toaff nel suo Pasque di sangue assume,una posizione  che è stata motivo di aspre polemiche in seno alla comunità ebraica italiana e tra i medievisti.In sostanza Toaff   non  fornisce le prove  inconfutabili e definitive di un fatto che davvero sarebbe per noi sconvolgente –  la realtà di quell’assassinio rituale – ma si limita, con  dovuta prudenza ed esemplare coraggio, a osservare che in assenza di prove ma dinanzi a una casistica storica quanto mai complessa, nessuno è autorizzato a scartare aprioristicamente la possibilità che le indagini condotte dalle autorità del tempo fossero corrette e che ci si trovi veramente dinanzi a uno spaventoso delitto.L’indagine si basa sulle carte processuali ,in particolare quelle inquisitoriali piuttosto minuziose nella descrizione degli usi liturgici ebraici, sostenendo Toaff essere queste troppo dettagliate,troppo al corrente degli usi e costumi ,per non essere vere, assume in buona sostanza gli stessi documenti dei negazionisti,rovesciandone però l’interpretazione.Non sono in grado di stabilire attraverso l’esame delle carte quale sia la corretta interpretazione di quell’episodio,tuttavia mi sono sembrate eccessive le preoccupazioni possibili istigazione all’antisemitismo espresse con forza dalla Comunità Ebraica Romana e dallo stesso padre di Ariel,il rabbino emerito Elio Toaff .E’ di oggi la notizia del ritiro del libro,probabilmente per fare in modo che Ariel vi aggiunga alcune annotazioni.L’idea di poter essere strumentalizzato ha prevalso su tutte le altre,io spero che il libro,che è bellissimo,torni sugli scaffali delle librerie opportunamente chiosato ma integro.A me sembra che Toaff piuttosto che consolidare un odioso luogo comune antisemita,contribuisca a formulare un’altra ipotesi egualmente  irrispettosa della figura classica dell’ebreo come vittima inerme e rassegnata al proprio destino.Nelle sue pagine si legge quanto fosse diffuso e violento l’anticristianesimo in alcune frange delle comunità ebraiche in quelle regioni e a quei tempi,e che tale  ostilità espressa per lo più con insulti o derisioni era motivata dal clima di particolare oppressione che cristiani esercitavano in maniera cruenta e sistematica.La storia che Toaff racconta è quella di una una probabile forma di esasperazione aggressiva come reazione ad infinite violenze subite.Non discuto che siano contestabili le tesi ma è innegabile che da parte di alcuni la lettura che di questo libro è stata data, è emotiva e non del tutto equilibrata. In Occidente, fu Agobardo di Lione, nel nono secolo, il primo ad accusare gli ebrei di infanticidio rituale. Alcuni decenni più tardi, alla fine dell’undicesimo secolo, i crociati in partenza dall’Europa per la Terra Santa si resero responsabili di orribili e odiosi massacri contro le comunità ebraiche tedesche e boeme. Da allora, la storia del popolo d’Israele nella nostra Europa è stata una sequenza continua di violenze e di soprusi, culminati nel tentato genocidio durante la seconda guerra mondiale. Ebbene: è poi così antistorico, così privo di plausibilità, il pensare che, fra tante migliaia di vittime innocenti e silenziose, di tanto in tanto non ci fosse qualcuno che – più feroce, più disperato e meno rassegnato degli altri – concepisse e mettesse in atto qualche atroce disegno di vendetta? 

Pasque di Sangue Ebrei d’Europa  e omicidi rituali è un libro di Ariel Toaff edito da il Mulino

Semplificazioni

Semplificazioni

E’ vero quello che osserva Giorgio Bocca su Repubblica di oggi (l’articolo s’intitola Nella mente dei terroristi ): quel che più colpisce del linguaggio del partito comunista militare è la semplificazione, quella in base alla quale, per esempio, Ichino incarnerebbe il nemico di classe nel momento in cui rende più tollerabile il dominio del capitalismo globale. Nel caso, non sarebbe l’unico ma ovviamente la semplificazione è la tara di tutte le propagande, inutile tracciare paralleli con le vecchie BR in base a slogan o a conclusioni affrettate in calce ad analisi tirate per i capelli. Egualmente vale per il quadro psicologico : le scelte disperate sono figlie della Caduta del Sogno, un surrogato di una realtà deludente che non si riesce in nessun modo a scalfire…ma anche qui : questo valeva per Moretti, Azzolini and co ,come per questi ultimi esponenti del partito comunista militare ma è un tratto che facilmente si attaglia a qualunque esponente della Società dello Spettacolo che si stufa di fare lo spettatore..dunque via libera alla catalogazione in questa patologia dei violenti di tutte le specie. Anche quella del narcisismo autodistruttivo è una teoria omnibus in cui infilare i destinatari di parecchie ipotesi di reato. L’uomo si sa è un animale banale con coazioni a ripetere .Ma se, puta caso, volessimo spostare l’analisi su un terreno più propriamente politico, le considerazioni sarebbero altre. Meno banalizzanti, meno consolatorie. Decisamente più inquietanti dell’improbabile fil rouge che legherebbe, sempre secondo alcuni, i nuovi e i vecchi gruppi eversivi. L’acqua in cui sguazzano le scelte disperate è il vuoto della Politica e soprattutto quello del confronto, se la Sinistra non interviene più nel mondo del lavoro, lascia aperti varchi a scelte suicide e cioè alla negazione del conflitto democratico che si fonda sulla partecipazione di massa. I fischi di Mirafiori non hanno nulla a che vedere con queste frangette di ultima generazione ma sono un sintomo inequivocabile del disagio dato da un’ Assenza che dura da troppo tempo. Al momento l’unico segnale che si registra è il clima di emergenza, le solite speculazioni  e i soliti ricatti cui inevitabilmente segue la rinunzia a rivendicazioni garantiste. E questo non è un bel sintomo per nessuno.

Se non li conoscete.. (le vecchie novità)

Se non li conoscete.. (le vecchie novità)

L’ala movimentista di seconda posizione,  emanazione del partito comunista politico militare – e già qui, uno si chiede : ma come parlano?  Ce ne sta anche una situazionista di terza fila? – fa  la sua brava rentree in grande stile con bagagli di trovarobato old fashioned way : biciclette modificate,passamontagna,carte topografiche,piani d’assalto,fiamma ossidrica, documenti,timer ed elenchi di obiettivi,  ben riposti negli scantinati di abitazioni in città o modeste santabarbara in campagna ,una decina di kalashinikov,pistole e proiettili appena sufficienti, forse un mitra seppellito nell’orto del nonno.Giusto il tempo di dichiararsi prigionieri politici che si beccano subito il primo provvedimento liberticida : niente avvocati per cinque giorni.(Se non li conosceste : sono quegli intelligentoni che con le loro performances si tirano addosso le invocazioni di altri intelligentoni – più ordine,più polizia,più disciplina,più carcere etc – e questo non è che l’inizio).A seguire ,possiamo prendere atto di pubblicazioni ideologiche a tiratura limitata ed intercettazioni, e qui stendiamo un vel pietoso, perchè dopo aver scorso il periodico Aurora  e ascoltato il piano d’assalto alla redazione di Libero o alla villa milanese dell’ex premier, viene voglia di abbandonare l’aplomb garantista, costruito in anni di Studio & Sacrifici, per unirsi al coro dei paneacqua e buttalachiave.La scemenza, si sa, fa più danni dell’efferatezza e se qualcuno di loro spiegasse a noi tutti,  quali benefici effetti sul proletariato produrrebbe la distruzione della moquette del giornale di Feltri o dell’impianto di telecamere a circuito chiuso della villa di Berlusconi,si avrebbe la Gratitudine Eterna (Se non li conosceste : sono quelli meno adatti a fare proseliti,la loro mancanza di senso della realtà è tale – e meno male che si dichiarano tutti marxisti – da far cadere le braccia a schiere di dannati della terra col risultato di veder scomparire negli stessi qualunque flebile aspirazione al riscatto ).Tuttavia nonostante la modalità assolutamente farsesca è verissimo che i Combattenti Comunisti Militari etc etc sono pericolosi.Per pochi,disperati,velleitari e cialtroni che siano,hanno il potere di comparire  sempre al momento opportuno e di combinare guai,i peggiori ai danni di chi lotta per il Vero Cambiamento.Non è un caso che nel mirino dei comunisti militari di seconda posizione ci fosse Pietro Ichino,per fare di lui quel che a suo tempo  fecero con Marco Biagi,un martire (e fin qui è vero) e del suo Libro Bianco l’ispirazione di una legge intoccabile ed inemendabile.Le vittime di quella operazione  sono incalcolabili.  (Se non li conosceste sono quelli che più odiano le riforme,i riformatori,i luoghi e i momenti di aggregazione democratica,la Stampa e la Sinistra al governo di questo paese non fosse altro perchè sottrae loro terreno e forza).La Sinistra non ha bisogno di mettere confini tra se stessa e gli epigoni di una stagione morta e sepolta,tra le ali seconde o terze che siano, e i sinceri democratici ci sono muri di disprezzo e una conta dolorosa di vittime in termini di perdite umane ma anche di quello che poteva essere e hanno sempre impedito che fosse.Che restituiscano loro gli avvocati.Vogliamo che si celebrino i processi per averne ragione, nell’interesse legittimo di tutti.