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Mese: Aprile 2007

Voilà la rénovation politique

Voilà la rénovation politique

segolene e bayrouCe qui nous rassemble est plus important que ce qui nous différencie. Voilà la rénovation politique que je vous propose. Lo slogan introduce il resoconto dell’iniziativa di Lione su Dèsirs d’avenir .Non ha torto Ségolène Royal che in poco tempo ha risuscitato le ambizioni di uno spento partito socialista francese, operando una rivoluzione a partire dal linguaggio e dalle modalità comunicative.L’idea di affrontare il più atipico dei dibattiti, quello con l’eliminato Bayrou , le ha guadagnato  ribalta e apprezzamenti, irritando oltremodo Sarkozy che pur di impedire l’evento, non ha esitato a giocare tutte le sue carte, dalle pressioni al richiamo alla par condicio e oggi dal suo sito denunzia la petite combine, mentre l’Humanitè finalmente si scuote dal torpore plaudendo all’iniziativa,definita inédit quasi iconoclaste .L’incontro pubblico contraddice l’Immaginario che vorrebbe l’intervallo tra il primo ed il secondo turno come occasione di accordi segreti all’ombra del voto di scambio.In questo Madame ha rivelato tutta la sua accortezza.Altro che non avere idee.Il futuro sembra adesso meno scontato, Bayrou definendo il clima che ha accompagnato l’incontro, sereine ha aperto il dibattito sul suo sito.Le differenze emerse tra Ségolène e lui ,concernono le 35 ore, l’istituzione del salario minimo e l’abrogazione della riforma delle pensioni varata quattro anni fa.Il contendere quindi è tutto  economico anche se, nei ben 563 ( fino a questo momento) commenti dei sostenitori  si avvertono, altre obiezioni e sentimenti contrastanti,gli stessi che accompagneranno fino all’ultimo, il voto. Uno dei motivi che probabilmente ha spinto Bayrou a lasciare liberi gli elettori sta proprio in queste differenti sensibilità  della sua base elettorale.L’idea di un sostegno a Sarkozy è praticamente assente, quantomeno dal forum in questione ,mentre tutta l’attenzione è rivolta alle elezioni legislative e all’erigendo Partito Democratico,una struttura della quale a questo punto Bayrou non può proprio fare a meno.

Fuor di retorica

Fuor di retorica

tuca38278112_c8d1b9f3d9I valori della resistenza vivono nei vincoli materiali  e nelle regole che devono governare la nostra convivenza.Noi dobbiamo ricordare quanto è stata aspra la lotta per affrancare il paese dal nazifascismo per restituire le libertà democratiche e consentire l’elaborazione della Costituzione Repubblicana .Solo così restituiremo alla lotta partigiana, il significato di un evento storicamente motivato nel suo naturale contesto storico e ai  valori della resistenza il senso della loro attualità e della loro permanente necessità.Il venticinque aprile rimane un fatto fortemente simbolico un punto fermo  di cui una collettività ha bisogno come riferimento ma non sono solo  i miti e i riti ad alimentare la memoria.Essa può vivere solo negli indirizzi politici improntati al rispetto della dignità dell’uomo, alla giustizia sociale e all’eguaglianza.Una carta dei valori presente nelle Lettere dei condannati a morte della resistenza europea una lettura istruttiva da riproporre in epoche di poca memoria e scarso futuro.

Liberazioni

Liberazioni

Immigrati irregolari su una barca a Lampedusa. REUTERS/Tony Gentile

Alla vigilia del 25 aprile il Governo approva un disegno di legge delega sull’immigrazione che porterà alla cancellazione della Bossi Fini. Il provvedimento a cura dei Ministri Amato e Ferrero,vede il ritorno di saggezza e  buon senso  in materia di programmazione dei flussi e acquisizione di permessi di soggiorno,rende più trasparenti i canali legali, l’incontro tra domanda e offerta, con diritti e servizi che favoriscono l’inclusione sociale. Saranno inoltre chiusi i CPT di Ragusa  Brindisi e Crotone. Mentre saranno approfondite le condizioni di altre strutture di permanenza temporanea degli immigrati: in particolare, quelle di Torino, Bologna, Modena e Gradisca d’Isonzo (Gorizia). Attività che potrebbero concludersi con eventuali altre soppressioni o riqualificazioni delle strutture stesse. Una legge questa più umana, civile, e moderna che di sicuro contrasterà il fenomeno dell’immigrazione clandestina.Tramontano definitivamente,si spera,numerose storture contenute nella Bossi Fini non ultima una visione dell ‘immigrato come  potenziale nemico, con pericolosità propria. e pertanto destinatario di un diritto criminale apposito.

Alberto

Alberto

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Perchè da un sottoscala facemmo a pezzi Hollywood. Prefazione alla Verifica Incerta. La Prevost col piano di legno. Alberto Grifi

Alberto se ne è andato.A questo distacco ci aveva preperati la sua lunga malattia ma poi,come sempre capita, la partenza pure se annunciata, si carica egualmente di tristezza.Ho visto nella mia vita tanti film,ho vissuto con/per/nel cinema, gli anni più interessanti .Ho trascorso ore  a disputare e a contendere sui fotogrammi e sulle inquadrature  eppure nonostante questo cospicuo bagaglio visionario,  non so parlare, come vorrei, del cinema di Alberto.Le definizioni..underground, sperimentale, non sono sufficienti a comprendere un’opera tanto vasta.Per fortuna ci lascia una ricchissima eredità e dunque come è giusto,siano i suoi film e le sue parole a raccontare del suo cinema sovversivo e geniale.

Particolarmente in materia di Giustizia

Particolarmente in materia di Giustizia

Non mi piacciono gli allarmismi.Meno che meno in materia di Giustizia.Meno ancora se di allarmi infondati, ci si serve per concludere che quanto a tutela dei diritti ,un governo vale l’altro.Ora, un governo, per quanto antidemocratico,oligarchico e puzzone possa essere, per arrivare a valere quanto il governo Berlusconi deve impegnarsi parecchio.Particolarmente in materia di Giustizia .Cinque anni di rullo compressore,di provvedimenti illiberali,di leggi ad personam sono difficili da emulare.Tuttavia è bastato poco a questo Governo per essere tacciato di essere la fotocopia dell’altro.

E’ il caso del Provvedimento “Disposizioni in materia di intercettazioni telefoniche ed ambientali e di pubblicità degli atti di indagine” che va sotto il nome di Decreto Mastella (peraltro annunciato e provocato  da recenti, incresciosi episodi di cronaca,),che è stato licenziato dalla Camera con voto pressocchè unanime ed è  in attesa dell’approvazione del Senato.

Il testo è attualmente tacciato di minare la libertà di stampa, per contenere dispositivi che priverebbero i cittadini di conoscere le indagini della magistratura e in certi casi anche i processi di primo e secondo grado.Così leggo in Rete, in un accorato appello o articolo per la salvezza delle libertà democratiche.A scriverlo è un giornalista che va per la maggiore.Non per questo infallibile. Ora a parte il linguaggio approssimativo ed ambiguo, secondo il quale,dopo tale decreto , ancora un po’ e i processi dovrebbero celebrarsi a porte chiuse e gli atti della magistratura essere secretati sempre e comunque,va chiarito   che in materia di conoscibilità degli atti sono state apportate dal decreto Mastella,modifiche  al  Codice di Procedura Penale  che non comportano sostanziali novità ai fini della pubblicazione degli atti, come viene detto dall’articolo in questione Non è una novità  non poter pubblicare atti non più coperti dal segreto fino a che non siano concluse le indagini preliminari ,ovvero fino al termine dell’udienza preliminare, come non è una novità che se si procede al dibattimento, non è consentita la pubblicazione, anche parziale, degli atti del fascicolo per il dibattimento se non dopo la pronuncia della sentenza di primo grado, e di quelli del fascicolo del pubblico ministero , se non dopo la pronuncia della sentenza in grado di appello.

Come non è una novità che  anche dopo che l’indagato è venuto legittimamente a conoscenza dell’atto di indagine, (a seguito, ad es., di perquisizione, di sequestro, di accertamento tecnico non ripetibile o di interrogatorio), l’atto stesso può   non  essere oggetto di divulgazione e questo in base in base all’ultimo comma dell’art. 329 :  il p.m. ha ancora la facoltà – per precise “necessità investigative” ulteriori – di disporre, mediante apposito decreto motivato, il permanere della cd. segretazione con “divieto di pubblicare il contenuto di singoli atti o notizie specifiche relative a determinate operazioni.

Perchè allora tanto chiasso? Per i trenta giorni di carcere o, in alternativa, una multa da 10mila a 100mila euro per chi pubblica o diffonde il contenuto di atti di indagine e di intercettazioni telefoniche?

Perchè in base a questo decreto, i magistrati devono rendere conto alla Corte dei Conti dell’attività investigativa relativa alle intercettazioni,  dell’anno precedente?

Per il divieto di pubblicare informazioni su persone che  con l’inchiesta non hanno nulla a che vedere?

 

 L‘esercizio della libertà di stampa, comportando delle responsabilità, può essere sottoposto a certe formalità, condizioni, restrizioni e sanzioni previste per legge, le quali costituiscono misure necessarie, in una società democratica, alla prevenzione del delitto, alla protezione della reputazione e dei diritti altrui o a garantire l’autorità e l’imparzialità del potere giudiziario”  Lo dice la  Convenzione europea dei diritti dell’Uomo del 4.11.1950 resa esecutiva in Italia dalla L. 848 del 1955. (art 10)

Dove sono queste novità illiberali ?. Il diritto di una collettività  di essere informata  deve essere  connesso alla maggiore efficacia possibile delle investigazioni preliminari affidate al pm ed alla pg – ad una concreta tutela di quello che è stato, sinteticamente, definito segreto investigativo

I limiti alla divulgabilità degli atti di indagine preliminare si collegano inequivocabilmente alle esigenze investigative

Il protrarre il divieto di pubblicazione di atti del fascicolo del p.m. anche a dopo il termine delle indagini preliminari, trova fondamento nel fatto di evitare una distorsione delle regole dibattimentali, cosa che si realizzerebbe ove il giudice formasse il suo convincimento sulla base di atti che dovrebbero essergli ignoti, ma che, in mancanza del suddetto divieto, potrebbe conoscere completamente per via extraprocessuale attraverso i mezzi di informazione.
In sostanza, il solo criterio oggettivo cui è possibile ancorare la distinzione tra l’ “atto" ed il suo “contenuto" è quello che vieta la pubblicazione integrale (con virgolette) del testo dell’atto, ma non la pubblicazione e la diffusione delle informazioni che se ne possono ricavare .

Esiziale è, a proposito di libertà d’informazione , questo spargere notizie prive di fondamento, preconizzando improbabili ricadute sulla vita democratica Come richiamato dal nostro Ordinamento, l’informazione è responsabilità e oserei aggiungere conoscenza.Ergo :  se non si è sicuri di quello che si scrive su  un determinato argomento, meglio passare ad altro.A meno che non si abbiano secondi fini.Ma questa è un’altra storia.