I torti dei vincitori

I torti dei vincitori

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Forse il vero problema è che il Miracolo di Sant’ Anna nemmeno sembra un film di Spike Lee. Pletorico, lento, zeppo di episodi, sottostorie e sentimenti  a tal punto che diventa difficile dominare o ricondurre, con coerenza, al racconto, la materia che ne deriva . Quindi un po’ di polemica   - stucchevole in verità – sull’eventuale revisionismo dell’ operazione, potrà guadagnare  qualche spettatore in più ad un film ambizioso che non sempre si rivela all’altezza delle aspettative.  Lui, Lee, d’altro canto, non ha dubbi e sa benissimo da quale parte siano le vere responsabilità e questo non solo perchè nei titoli di testa avverte che quella strage fu ordita e messa in atto, con ferocia inaudita, dai nazisti – come pure ha stabilito una recente sentenza del tribunale militare – Tuttavia non rientrando il suo punto di vista nella logica della guerra giusta con i buoni tutti da una parte e i cattivi dall’altra, concentra le sue attenzioni sui  torti dei vincitori. Non sulle ragioni dei vinti, si badi bene, tantomeno sulla loro buona fede,  Categoria alla quale,  qualcuno vorrebbe attribuire dignità di strumento d’indagine storica ma che forse è  più consona a valutazioni di carattere morale. Ciò detto, la visione di Spike Lee – che tra le infinite qualità non annovera quella della simpatia, soprattutto quando si tratta di difendere le proprie scelte artistiche – si colloca tra quelle autenticamente pacifiste che definiscono la guerra una follia, da qualunque angolazione la si guardi. Da qualunque parte si sia schierati. La quadratura del cerchio sta tutta in questa premessa. E’ revisionismo tutto ciò? Magari se si trattasse di un libro di storia se ne potrebbe discutere. Qui però si tratta di fiction, uno dei territori dell’Arte in cui la verità è importante ma soprattutto è in gioco come la si racconta. Lo ha ribadito l’autore del libro dal quale è stato tratto il film, James Mc Bride, definendo  con chiarezza il suo, un modo romanzato di raccontare la realtà, laddove si immagina, tra le altre cose,  una faida tra partigiani uno dei quali è in combutta coi nazifascisti per vendicare il fratello ucciso dal suo capobanda. Spike Lee fa bene a non scusarsi per aver indagato sulle perverse ricadute che una guerra civile importa. Anche noi italiani del resto abbiamo qualche episodio non proprio commendevole da annoverare in merito al comportamento e alle strategie degli alleati – qualunque fosse il colore  della pelle – Ciò sia detto  non per pareggiare una partita d’impossibile quadratura. Ma tanto per rafforzare la tesi del regista sulla follia del conflitto. Anche se nessuna verità, nessun fare i conti col proprio passato nessuna vera o presunta buona fede del nemico, potrà mai compromettere il senso che ha avuto la battaglia per affrancarsi dalla dittatura. E questo Spike Lee lo sa.

Miracle at St. Anna è un film di Spike Lee. Con Derek Luke, Michael Ealy, Laz Alonso, Omar Benson Miller, Matteo Sciabordi, John Leguizamo, Joseph Gordon-Levitt, Valentina Cervi, Pierfrancesco Favino, John Turturro, Chiara Francini, Omero Antonutti. Genere Drammatico, colore – Produzione USA 2008. – Distribuzione 01 Distribution

 

13 pensieri riguardo “I torti dei vincitori

  1. Massì, anche l’ Anpi e il Presidente Napolitano invitano a smetterla con le polemiche.

    Come giustamente dici tu, nei titoli di testa è spiegato chiaramente…

    In fondo, è vero, se un film aiuta a ricordare ( e a non ripetere) certe nefandezze, ben venga.

    Se poi non risulta “fatto” benissimo, ecco, questo sì che sarebbe un peccato…

    OT: mi dispiace ribadire che anche la foto di Spike Lee sborda sul Links.

    A questo punto ( visto che tu utilizzi il template a tre colonne, ho fatto una prova.

    Sono entrata nel mio spazio splinder, ho provato a cambiare il mio template ( a due colonne) con uno a tre e , anche a me, le foto hanno iniziato a spaparacchiarsi sui laterali….:-0

  2. Però…anche l’altro template era a tre colonne…( prigioniera di un template?) proverò a cambiare.

    Vabbè. ..

    Dunque a proposito di Sant’Anna, il mio paterno genitore si è confrontato con Lee ben due giorni prima del presidente Napolitano e siccome mi si riferisce che alla fine di uno scambio piuttosto serrato, si siano ” capiti”, ‘sto povero Spike, secondo me, ha mollato non potendone più di vecchietti belligeranti e anglofoni ( non è un paese per giovani).

    Roba da matti, invece di pensare ad attività più consone, va ai dibattiti a minacciare gli oratori.

  3. Macchè…sta preparandosi per andare a Cuba,con altri due ottuagenari e relative consorti.Piuttosto dimmi del template…è ancora incasinato?

  4. mi spiace se Spike Lee non ha centrato il film. Lo apprezzo da sempre, anche quando fa la pubblicità della BMW.

    Simpaticissimo tuo padre :-))

  5. Non che abbia fatto un brutto film, non è questo, solo che è troppo lungo, gonfio e ridondante. Lui dice di aver pensato al neorealismo…boh..

    E ora…..la verità,vi prego,sul template come diceva quello.

    Ho tolto le foto grandi…ancora slitta?

    Attendo risposta prima di buttare il pc dalla finestra.

  6. non solo le foto strabordano a destra, ma si è sonquassato anche il primo commento che risulta lungo e stretto.

    Maronna !!!

  7. saro’ faziosa (mi piace Spike), ma a me è piaciuto il film. Poi se volevo vedere un documentario mi cercavo la settimana incom oppure mi guardavo tutta la serie di Band of brothers.

  8. Quello che non è chiaro è perchè io vedo tutto normale.

    Il film, l’ho detto, non è brutto ma è troppo lungo e troppo pieno di roba.

    Il bello di Lee è che è un regista disordinato e anarchico se uno così però si mette a trattare una materia complessa è la fine.Il film non ci guadagna.E infatti non è uno dei suoi migliori.

    Cambio template.Ma che strapalle.

  9. Il template adesso è perfettamente in linea e le foto sono tornate normali !

    ( però chiaro era più leggibile: che stranezza, però….) ?!

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