Etica con profitto

Etica con profitto

Più che impresa etica quella di Brunello Cucinelli re del cachemire è un’impresa mistica.Lui direbbe umanistica ma quando gli capita di raccontare dei viaggi  per acquistare la  materia prima,di soggiorni in tende di pastori e del recupero e riqualificazione di alcuni edifici a Solomeo in Umbria dove ha trasferito la sua impresa non già in  capannoni ma in una serie di locali del borgo medievale ,tale è l’espressione trasognata che ti aspetti di vederlo levitare.Il motto  “il bello ci salverà”, la filosofia francescana del bene come obiettivo ultimo di ogni azione e una forte considerazione delle risorse umane (400 dipendenti) accompagnano da anni  l’impresa di Brunello rendendola unica come le collezioni che hanno rivoluzionato l’idea del pullover di cachemire trasformandolo da status symbol bon ton, in capi comodi colorati informali dalle rifiniture perfette (e dai prezzi stellari).Da tempo Cucinelli  ha istituito a Solomeo il “foro delle arti” dove finanzia progetti  ed iniziative culturali.L’ultima, quella di regalare una copia tradotta in italiano del Corano ai dipendenti perchè “l’integrazione nasce dalla conoscenza e dal confronto e leggere il Corano non può far che bene” ha naturalmente destato stupore.Brunello Cucinelli che si definisce “cattolico cultore della spiritualità” con grandi aperture verso tutte le religioni è un manager di razza di cui val la pena raccontare la vicenda,il suo successo dimostra che si può fare impresa mantenedo Valori che solo in apparenza contraddicono la logica del profitto,perseguendo l’eccellenza,mantenendo la produzione in Italia,rispettando il lavoro. 

Businnes street

Businnes street

I conti della Festa del Cinema sono presto fatti : due milioni e mezzo di euro investiti dalla Camera di Commercio,quattro milioni e mezzo dagli sponsor,tre milioni e mezzo dagli Enti locali.Non un centesimo dallo Stato.Il progetto è in piena sintonia col Modello Roma inaugurato dall’allora sindaco Rutelli, proseguito da Walter Veltroni e che ha visto crescere in modo esponenziale  l’economia di una  città,tradizionalmente fondata sull’edilizia e sul massimo utilizzo delle risorse archeologiche e  museali ma assolutamente inadeguata quanto a servizi e infrastrutture .La scelta di fornire servizi avanzati,congressualità,fiere,turismo ha pagato in termini economici.riversando su Roma ingenti capitali,ciò ha consentito di ampliare ulteriormente l’offerta culturale.La festa del Cinema è un importante passaggio di questo progetto.Centro artistico,culturale,proiezioni e tappeto rosso all’Auditorium, 20 sale cinematografiche in città più la Casa del cinema del Jazz  e della Letteratura in funzione ,Businnes Street a via Veneto dove sarà all’opera tra l’Hotel Excelsior e il roof garden dell’Hotel Bernini in cui sono state allestite piccole sale di proiezioni e punti d’incontro, una macchina silenziosa che cercherà di far funzionare il mercato,un luogo riservato ai Buyers and sellers,venditori e acquirenti di film non ancora finiti o in attesa di distribuzione o addirittura da  produrre di sana pianta.E’ una scommessa ambiziosa .”Wait and see”:intanto dei duecento buyers invitati 100 hanno già richiesto l’accredito e sono realtà importanti quali la Bavaria Film ,la Celluloids Dreams e la Pathe francesi,il media Asia Group,La Filmax spagnola e persino la Lakeshore Entertainment,oscar 2004 per “Million dollar baby”.Il tutto nel tentativo di creare una postazione di mercato per il cinema italiano che ne è privo da quando la Mifed  di Milano (la fiera di settore )ha chiuso i battenti.Roma può essere un’ occasione per inserire il cinema italiano nel network delle coproduzioni europee.La partita per il cinema non si gioca tanto sui film in concorso,le star,i parties benefici e gli stilisti pronti ad organizzarne di fantasmagorici,se vince Businnes Street vince la festa e vince il cinema italiano nel segno di una cultura che mentre migliora il livello di civiltà è anche un grande propulsore di sviluppo economico.

Lo scortato di Dio

Lo scortato di Dio

Magdi Allam, quello che, siccome il capo di Hamas in persona, gli telefona di notte,va in giro con la scorta, è molto risentito per il modo con il quale Benedetto XVI gestisce i suoi incontri interreligiosi , così dopo aver esaminato sull’avvenire del 24 settembre 2006 la composizione del parterre relativo all’ Udienza papale

Sono 22 i diplomatici dei Paesi a maggioranza musulmana che prenderanno parte all’udienza di oggi con Benedetto XVI. Ci saranno poi 16 membri della Consulta
islamica in Italia e 3 rappresentanti del Centro islamico culturale in Italia e della Lega musulmana mondiale invitati dal Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso.
Fra i Paesi rappresentati oggi all’incontro con il Pontefice anche il Pakistan, l’Indonesia, la Turchia, l’Iran e l’Iraq.

si dichiara insoddisfatto e dalle colonne del Corriere della sera pone a un Benedetto XVI, che mi piace immaginare tutt’orecchi, una serie di questioni fondamentali in ordine alla rappresentanza,all’immagine e alla gestione mediatica dell’evento.Tutte faccende che il romano pontefice ignora, compreso com’è della sua missione pastorale,infatti il Vaticano che da che mondo è mondo impartisce lezioni  su come si gestisce una relazione diplomatica , un impero economico ,una rete di banche, per finire a come s’imbastisce lo spettacolo dell’ agonia di un papa in diretta televisiva planetaria , che c’entra con Benedetto XVI? Ma Allam non demorde e attacca la solita tiritera dell’Islam senza figura religiosa unica che possa far da contrappeso a Benedetto XVI,dell’islam teocratico,dei diplomatici che non rappresentano gli ayatollah e degli ayatollah che non rappresentano i presidenti e  dei re che non sono rappresentati dalle corti islamiche, tant’è che alla fine di tutta questa analisi dell’ognun per sè, la sensazione di inutilità dell’iniziativa del pontefice (anzi di qualunque iniziativa) prevale insieme a quella di Barbarie Assoluta di un mondo che, a sentire  Allam,non potresti mai convocare a nessuna udienza,tavolo o trattativa, senza dimenticartene almeno la metà  causa  un misterioso moltiplicarsi di attribuzioni geopolicoreligiose in costante evoluzione.Come possa avvenire tutto ciò, non è dato sapere,lo sa Allam e tanto basta.Meno male che il  discorso  di Benedetto XVI, tenuto oggi, religioso e insieme politico nel senso migliore del termine, è andato in tutt’altra direzione, toccando temi unificanti cari cioè alle tribù come ai grattacieli:una bella risposta alle analisi svilenti e catastrofiche di Allam che riducono il rapporto tra culture ad una selezione di interlocutori e ad una provinciale  rivendicazione dell’orgoglio cristiano “Come italiano, musulmano laico di civiltà occidentale, considero una sconfitta il fatto stesso che oggi, per la terza volta, il Papa si senta in dovere di spiegare che non intendeva offendere l’islam, quando ha esercitato il legittimo diritto alla libertà d’espressione. Ma sarebbe una catastrofe se, in cambio del loro «perdono », venissero legittimati quali interlocutori della Chiesa in veste di «rappresentanti dell’islam», dei governi e delle organizzazioni che predicano e praticano il terrorismo, che mirano alla distruzione di Israele e all’annientamento della civiltà occidentale. Che nessuno si faccia illusioni: costoro si considereranno pienamente soddisfatti soltanto quando il Papa e i cristiani si convertiranno all’islam.

Corriere della sera del 25 settembre

Belli e morti

Belli e morti

l generalissimo Francisco Franco e Leonida Bresnev,si sa, sono sopravvissuti a se stessi, al di là di ogni decenza .Belli e morti, continuavano a essere mostrati nei telegiornali come se fossero ancora vivi onde evitare scompensi nelle masse e favorire elaborati avvicendamenti.Tant’è che ne per l’uno, ne’ per l’altro, si conoscerà mai la data effettiva del decesso, ma l’uno e l’altro,almeno quanto a prolungamenti virtuali dell’esistenza , sono destinati a scivolare nel dimenticatoio, oscurati dalla interminabile agonia di Osama Bin Laden.Ieri fuga di notizie con palleggio da spionaggio francese ai servizi segreti sauditi che lo davano per spacciato, ma mentre Chirac ordinava prevedibilmente un’inchiesta, Vladimir Putin ,lui si che se ne intende,spegneva gli entusiasmi paventando possibili manipolazioni, “Ogni fuga di notizie è mirata” ha dichiarato.Queste informazioni in realtà, rivelavano l’esistenza in vita di Bin Laden fino a un mese fa, in aperta contraddizione con la leggenda che lo voleva morto,  già da anni per un’insufficienza renale che la latitanza e l’ impossibilità di sottoporsi a dialisi,avevano impedito di curare.In realtà Bin Laden, dead or alive, occupa lo spazio virtuale continuando ad arringare le masse in video sulla cui veridicità, nell’epoca del ritocco digitale,è impossibile scommettere.E in questo spazio continuerà a predicare la Guerra Santa, ben oltre la riduzione delle sue ossa  in polvere e con la benedizione di Dick Cheney che ci ha promesso una guerra dei 50 anni contro il terrorismo.In questo ambito di moltiplicazione esistenziale,  s’inscrivono tutte le biografie, le congetture,le interpretazioni,lo studio del colore dei turbanti di Al Zawahiri ,le carte geografiche sulle possibili dislocazioni di grotte e spelonche ,le rielaborazioni di foto segnaletiche dell’ uomo, che quanto a terrorizzare ,se la batte col feroce Saladino e che è divenuto, grazie ad un battage pubblicitario non sempre autiprodotto, più famoso della Coca Cola..I maligni sostengono che in realtà l’Asse del Bene ha assoluto  bisogno del Nemico  per  realizzare il suo piano cinquantennale,dunque pochissimi hanno un vero interesse a celebrare le esequie di Bin Laden e  Osama, dalle mille vite ,c’è da esserne certi, non deluderà.