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Dedicato a Giuseppe Garibaldi (nel bicentenario della nascita)

Dedicato a Giuseppe Garibaldi (nel bicentenario della nascita)

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Il bicentenario della nascita di  Giuseppe Garibaldi, che cade oggi, è stato completamente oscurato dal compleanno del Pontefice e anche se diverse associazioni e centri studi  hanno ricordato il generale con pubblicazioni e convegni,così non è stato per giornali e televisione.Ecco dunque una piccola menzione al combattente della Repubblica Romana.Centocinquanta giorni che sconvolsero l’Europa.

Io  son fatto per rompere i coglioni a mezza umanità e l’ho giurato sì!Di consacrare la mia vita all’altrui perturbazione e già qualcosa ho conseguito ed è nulla a paragone di ciò che spero,se mi lasciano fare o se non possono impedirmi il farlo

A.Scirocco  : Garibaldi  Bari 2001 ( da una lettera ad un amico)

Tu es Petrus

Tu es Petrus

pasqua

Auguri Santità.Per il Suo compleanno ho scelto un’immagine della liturgia pasquale che ha sempre avuto un forte impatto su di me.Un uomo potente che si prostra dinnanzi al Dolore con tale pentimento da aderire con tutto il corpo alla terra, compie un atto di umiltà e devozione così sublimi da lasciar pensare che, rialzandosi, si senta necessariamente  migliore e pronto a qualunque gesto di amore e riconciliazione.Così sarà probabilmente stato.La stessa percezione non abbiamo potuto avere noi,forse distratti dagli appelli incessanti e dalle sollecitazioni che direttamente o per interposta persona Ella rivolge ai Fedeli.Appelli che hanno poco di conciliante nel momento in cui additano alla pubblica riprovazione, persone che pur non essendo ladri ne’ assassini,hanno deciso di vivere secondo le proprie inclinazioni,fuori dai Precetti di Santa Romana Chiesa certamente, ma non per questo meno degni di umano rispetto.Ma se è lecito che un Pontefice si rivolga ai fedeli per richiamarli ai doveri connaturati alla loro appartenenza, non è altrettanto comprensibile il fatto che in quella riprovazione sia contenuta la motivazione di una minaccia ai Valori  che la Fede suggerisce:Come Ella ben sa,due persone che si amano e devono nascondersi,una donna che non può avere un figlio e quanti desiderano una morte dignitosa,nella loro qualità di poveri cristi oberati da numerosi problemi e afflitti da tristezze cosmiche,non sono in grado di minacciare proprio nessuno.Forse a sentirsi minacciato è l’Apparato,la Struttura,la Chiesa ma quello è un altra storia,lì Le può essere riconosciuta solo la tensione tutta politica del Papa Re.Tu es Petrus etc etc ..ma su quella pietra era una comunità di fedeli che doveva sorgere,non uno Stato Teocratico con parlamentini e banche.E anche qui,romanamente,mi verrebbe da dire  –  Sacra Corona,ma chi v’ammazza? Due leggi  per restituire dignità a chi sente di averla perduta nei sotterfugi, nei viaggi all’estero  per la fecondazione assistita,in quello staccare la spina in segreto dei medici pietosi?O nell’affidare ai tribunali e ai giudici la gestione della vita di chi si vuol bene ?  –  .Ciò nonostante auguri ai Suoi ottant’anni di raffinato pensatore tedesco.Il Suo libro,su Gesù ha riempito le pagine della cultura di tutti i giornali e va già a ruba.L’idea di organizzarne la presentazione nell’aula del Sinodo con Massimo Cacciari e Daniele Garrone poi, è stata sorprendentemente laica,infatti così vorremmo procedere anche noi quando  affrontiamo questioni nodali.Mettere tutte le sensibilità  intorno ad un tavolo e ricercare la sintesi.Magari senza le conclusioni di un arbitro di parte come il Cardinale Schoenborn.

Martiri (la classe operaia va facilmente in paradiso)

Martiri (la classe operaia va facilmente in paradiso)

modellini lego per la formazioneSe il modello culturale imperante riduce il lavoro a merce disponibile e di conseguenza considera la risorsa umana come oggetto subordinato, se l’attuale modello di organizzazione del lavoro è concepito da managers e imprenditori sulla scorta del modello culturale di cui sopra, non ci saranno Testi Unici sulla Sicurezza che tengano,poichè il rischio d’infortunio è tutto inscritto in quella sorta di stortura originaria e nel suo non prevedere spazi  per la cultura della sicurezza.Penso a tutte le buone leggi che abbiamo, comprese quelle che individuano precise responsabilità in materia di sub-appalti.Penso anche di aver visto difficilmente gl’Ispettori del lavoro verificare, soprattutto in quei cantieri in cui insistono,proprio in virtù del sub-appalto,più imprese, e, manco a dirlo, nelle stesse circostanze, pochi managers preoccuparsi di coordinare l’incrocio di lavoratori e macchinari che operano senza conoscersi, condividendo un medesimo spazio produttivo.L’unica speranza per ovviare alle mutilazioni, agl’infortuni e ai decessi sul lavoro è che il Governo investa quante più risorse possibili in Ispezioni.Se i managers si accorgessero che tra mettere o meno in sicurezza un luogo di lavoro c’è una consistente differenza economica a favore di chi osserva le leggi e vitando così multe e salassi, forse si potrebbe avviare una  riflessione sui profitti che non non possono essere fondati esclusivamente sull’intensificazione dei ritmi di lavoro. La fabbrica dei martiri parte da lì.

Politiche inclusive

Politiche inclusive

via sarpi

Prima ancora di domandarci quale mai possa essere l’ipotesi di reato contestata a questo cittadino asiatico ( Complotto?Adunata sediziosa?Banda Armata?Resistenza?) che lo rende tanto pericoloso agli occhi dei tutori dell’ordine pubblico,da essere costretto a sdraiarsi per terra mentre viene ammanettato, qualche considerazione sul modo tutto milanese d’intendere l’immigrazione,la toponomastica e le Invasioni Barbariche:Insomma se la cavalleria araba è accampata a via Jenner in attesa dell’istituzione del Califfato Mondiale,il Gran Mogol ha stabilito la sua corte in via Sarpi.Presto saremo tutti chiamati a rendere conto agli uni e agli altri delle nostre malefatte.Questo è quantomeno lo spirito con il quale il Comune di Milano,luogo privilegiato della Programmazione e dell’Ordine ha inteso favorire le concentrazioni di attività ed abitazioni in determinate zone della città.Fallimentari ed analoghe esperienze in molte parti d’Europa non sono bastate agli amministratori della città che evidentemente pensano che l’istituzione di alcuni Ghetti, se non favorisce  politiche inclusive, quantomeno facilita l’individuazione del Nemico.Son tecniche militari e come ognuno sa,  pressocchè inservibili  all’arte del buon governo di una città multiculturale Eccoci qui : il sindaco Moratti ha già chiesto,fiaccola alla mano e Capo dell’Opposizione al suo fianco ,l’invio di nuove truppe a presidiare la città.Magari qualcuno mormora che prima ancora di schierare gli eserciti ,la Generalessa farebbe bene a ispezionare le retrovie, quelle in cui vigili compiacenti e funzionari comunali scellerati si sarebbero dati un discreto dafare contribuendo così,al fiorire selvaggio sregolato e irrazionale di attività.Ma sono i soliti maligni, quelli che pensano che un così forte spiegamento di attività commerciali vada concertato e regolato facendo accomodare intorno ai tavoli operativi , i consoli , le camere di commercio,le asl,le associazioni,i vigili…Che fissazione hanno costoro con questa storia del dialogo e che perdite di tempo …perchè preoccuparsi tanto quando si può tranquillamente affidare la consegna delle multe ai battaglioni, chiedendo è ovvio,l’invio di rinforzi allo Stato.

I numeri

I numeri

afghanistanUn milione e mezzo di afghani curati e oltre 30mila interventi chirurgici nei tre ospedali e nei 28 centri di pronto soccorso; oltre mille uomini e donne locali a cui e’ stata data una professionalità e un lavoro, quasi tremila bambini nati nel centro maternità. E’ il bilancio di Emergency in otto anni di attività in Afghanistan, da quando cioé nel ’99 l’associazione umanitaria convertì un’ex caserma ad Anabah – un villaggio nella valle del Panshir allora controllata dagli uomini del comandante Massud – in un centro chirurgico dedicato alle vittime di guerra.
Emergency ha in nel paese 3 ospedali – il centro chirurgico di Kabul, quello di Anabah e quello di Lashkargah – un centro di maternità, sempre ad Anabah, e 28 posti di pronto soccorso sparsi un po’ in tutto il paese. Dal ’99 ad oggi, nei tre ospedali, sono stati ricoverati 50.477 pazienti, mentre gli interventi chirurgici sono stati 30.419: significa circa 11 operazioni al giorno. I posti letto a disposizione nei tre ospedali e nel centro di maternita’ sono complessivamente 260. L’ospedale di Kabul è il più grande dei 3 e il più importante centro di chirurgia di guerra del paese: aperto ad aprile 2001, si trova all’interno di un ex asilo bombardato ed é l’unica struttura ospedaliera di tutto l’Afghanistan che ha un apparecchio per le tomografie computerizzate. Vi lavorano 303 afghani e in otto anni ha eseguito 42.111 trattamenti di ambulatorio e 14.128 ricoveri.
Il più vecchio è quello di Anabah, aperto nel dicembre del ’99: 70 posti letto, 223 impiegati tra personale amministrativo e sanitario, quasi 10mila interventi chirurgici. Il piu’ giovane è invece quello di Lashkargah: fino a 20 giorni fa era diretto da Rahmatullah Hanefi. L’ospedale, considerato che ha aperto soltanto nel settembre del 2004, è quello in cui sono stati realizzati più interventi chirurgici: 4.757 in due anni, più di sei al giorno. Ma la nota forse più bella per il personale di Emergency arriva dal centro di maternità di Anabah: la nascita in otto anni di 2.794 bambini.