La révolution n’est pas un dîner de gala

La révolution n’est pas un dîner de gala


Stava scritto sui muri di Parigi . Non fatevi illusioni, era il messaggio, ma anche non siate superficiali. Questo lo imparammo a nostre spese negli anni successivi, in un lungo estenuante percorso segnato da sconfitte e tragici errori e ancora oggi che le rivoluzioni sono diventate , tra tristezza e sfortuna,  altre , il monito permane di tutta attualità. Altri avvertimenti sollecitavano la formazione di un’attrezzatura culturale – Studiate studiate studiate – .l’importanza dell’avversario e delle future battaglie da ingaggiare, lo imponevano . Diversa storia da quella che si dipana sotto ai nostri occhi ogni volta che un qualsiasi movimento di protesta si forma e scende in piazza sciorinando tutto il corredo : entusiasmo, proposizioni, asserzioni, voglia di contare, e naturalmente di vincere. Ma allora, chiosarono autorevoli intellettuali, si doveva uccidere il Padre. Qui mi pare proprio che se ne sia alla spasmodica  ricerca .Con tutto quel che comporta in termini di urli schiamazzi e desiderio di visibilità. Lo si vede da mille indizi : il candidato forte , il leader carismatico, il sistema politico che porta a decidere più in fretta, l’innamoramento per le boutade di Sarkozy, nuovissima incarnazione del decisionismo stizzito. Fortunatamente, sono passati i tempi in cui l’ufficialità dei partiti guardava a questi  fenomeni con sufficienza,troppi tragici errori di sottovalutazione sono alle spalle. Così, visto che da più parti viene detto che con il Fenomeno di questi giorni, si dovranno fare i conti, che si facciano, sempre che il movimento che col Fenomeno s’identifica, abbia un respiro talmente lungo da resistere oltre il tempo dei girotondi, del movimento per la pace e dei disobbedienti , tutte formazioni che,  sulla scorta di ben altre premesse, si sono dissolte o hanno perso consistenti pezzi  al terzo o quarto impatto con il Muro di gomma – le istituzioni in versione dialogante o militare, lacrimogeno in canna –  o alla presa d’atto che tutto quel girotondare,sfilare e in alcuni casi, prendere le botte, non produceva risultati immediati . Anzi. Portare un considerevole numero di persone in piazza, grazie alla possibilità di sfruttare il richiamo di un nome famoso, sollecitando pulsioni elementari, sfruttando una fase di disagio e disorientamento,utilizzando potenti casse di risonanza, non è difficile. Il difficile sarà mantenere alto il livello dell’attenzione contrastando l’inevitabile  scoramento dato dai tempi lunghi e dal probabile insuccesso. Internet non può tutto. E’ un trasmettitore  ma nulla più . Va riempito di contenuti. Invariabilmente il movimento che disprezza la Politica, non potrà fare a meno di confrontarsi con la Politica. La stessa proposta di legge d’iniziativa popolare, porterà il Fenomeno a misurarsi con le Regole. E se  costui pensa di andare a Palazzo accompagnato dall’analfabetismo politico e istituzionale di cui si va vanto, il Palazzo si comporterà al solito : fagocitando o stritolando.Cambiare lo stato delle cose è una magnifica ambizione,la migliore che io conosca  ma comporta una visione politica d’insieme e un rigore che manca a tutti coloro che credono che vi siano automatismi tali da produrre  reale rinnovamento.La révolution n’est pas un dîner de gala.Se ne accorgeranno.

8 pensieri riguardo “La révolution n’est pas un dîner de gala

  1. la révolution n’est jamais facile … poi le vere revoluzioni non nascono come tali … lo diventano nel tempo come la revolzione francese è poi diventata la più grande revoluzione borghese della storia …

  2. Une lettre-fleuve pour une rentrée sans vagues – extraits

    « Par une sorte de réaction, depuis quelques décennies, c’est la personnalité de l’enfant qui a été mise au centre de l’éducation au lieu du savoir. »

    « L’échec scolaire a atteint des niveaux qui ne sont pas acceptables. »

    « Il serait vain pourtant de chercher à ressusciter un âge d’or de l’éducation, de la culture, du savoir qui n’a jamais existé. Chaque époque suscite des attentes qui lui sont propres. (…) Ce que nous devons faire, c’est poser les principes de l’éducation du XXIe siècle. »

    « Nous devons remettre la culture générale au cœur de notre ambition éducative. […] Il ne faut chercher ni l’exhaustivité ni la quantité, mais viser l’essentiel et la qualité. »

    « Vous devez, vous le professeur, l’enseignant, comme les parents, vous montrer exemplaire. »

    « Ce qu’il nous faut retrouver, c’est la cohérence du projet éducatif. Elle passe naturellement par la remise à plat des rythmes et des programmes scolaires. »

  3. Ho passato una serata (quasi) con un gruppo di grillini. Li ho trovati entremamente… ottusi! Fermi alle battute del Grillo grosso e nulla più.

    Così ho raccolto le mie cose, lo scialle e la pochette e sono tornato tra i miei blog e a litigare con Pino Scaccia.

  4. @ Diazon (grazie) Se le cose stanno così, a Sarko non rimane che spiegarci a cosa servono sapere e cultura.Ma dove vuole arrivare ?

    @ Sam prima di raccogliere le tue cose, dovevi sbattere la pochette in faccia ai grilliani grillosi,come si conviene ad una vera signora,Pochette metallica ovviamente.Da sera.Con swaroski (che fanno più male) .

  5. la citazione completa è :

    La rivoluzione non è un pranzo di gala, non è una festa letteraria, non è un disegno o un ricamo, non si può fare con tanta eleganza, con tanta serenità e delicatezza, con tanta grazia e cortesia, la rivoluzione è un atto di violenza.

    Mao

  6. Pochette metallica, da sera, con swaroski? Fa tanto grunge-chic. Si potrebbe proporre alle forze dell’ordine al posto dell’antiestetica e classica bandoliera (che hai tempi usavo come portasigarette). E così non si parla più di tonfa.

    No, nell’appuntamente coi grillini ho preferito adottare la classica scusa del rifarmi il trucco e sgattaiolare via dalla finestra dei bagni.

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