Giovanna chi?
Poche ore sono bastate perchè il tema della violenza sulle donne, trasversale, transnazionale e globalizzata, venisse rimosso a destra come a sinistra per lasciare spazio alla razionalità politica,ai temi alti della biopolitica, dell’immigrazione,della costituzionalità dei provvedimenti,della sicurezza nell’era post ideologica ,della responsabilità penale individuale o delle espulsioni vere o presunte,di massa, individuali o di famiglia.Sui temi si sono pronunziati i giuristi i sociologi,gli psichiatri i sacerdoti, le camere penali ,i prefetti,i politici i giornalisti e l’immancabile Comunità Europea.Tutti invariabilmente dimentichi di Giovanna. E’ indecente la strumentalità con la quale si vogliono legittimare i provvedimenti,le ronde e il repulisti da una parte ma è altrettanto disdicevole dall’altra ,la facilità con cui quell’omicidio scivola nelle argomentazioni di chi vuole difendere i colpevoli e si rifiuta di criminalizzarli.La questione sessuale è radicata nel razzismo come nella solidarietà.Non uno degli uomini che proclama di avere a cuore la sicurezza e il bene comune sarà credibile finchè trasferirà sui romeni (o chi per loro) un’autocoscienza che non riesce a fare su di sè.Nessun uomo che ha a cuore l’accoglienza dei rom o dei romeni sarà credibile finchè non s’interrogherà sulle violenze di cui le donne romene o rom sono vittime nelle loro case.Il ventiquattro novembre si annuncia una manifestazione di donne contro la violenza sulle donne, in occasione dell’omonima giornata internazionale (che poi è il venticinque) .Mi rifiuto (per la prima volta) di scendere in piazza o di partecipare a convegni.L’omicidio di Giovanna ad opera di un romeno per caso,chiama ad un ordine differente delle cose : quando gli uomini convocheranno la manifestazione del 25 novembre,io parteciperò alle iniziative.Prima no.
29 pensieri riguardo “Giovanna chi?”
hai ragione, la violenza sulle donne non ha confine né geografici né sociali …
E’ triste constatare come nel 2007 in questa parte di mondo come in moltissime altre, il potere delle donne sia in mano… agli uomini.
Aloha – StefsTM
E fai bene, Sed. Come è doveroso ricordare che la violenza è trasversale e il suo luogo privilegiato è la casa, la famiglia.
Odio questo fatto per come è stato strumentalizzato. Negli stessi giorni in cui Giovanna veniva uccisa da un romeno, una studentessa inglese a Perugia è stata sgozzata da un italiano, un ugandese (?) con la complicità di un’americana (pensa se a farlo fosse stato un musulmano). Anche qui vi erano aspetti di violenza, anche sessuale, su una donna. Eppure… Qui le trombe non suonano. Lo stesso vale per Garlasco, se non per quella curiosità onanista tipica dei media.
Ma le morte non dovrebbero essere tutte uguali, Sed? E tutti uguali gli assassini agli occhi perlomeno della Giustizia?
Perché Giovanna da morta deve diventare un simbolo marcio della nostra politica? Per fortuna, che i suoi parenti a differenza nostra, sono persone intelligenti e hanno risposto alle trombe con il silenzio.
Il precedente commento, che condivido, mi pone un dubbio: forse proprio per queste motivazioni e per quelle ben spiegate nel post, bisognerebbe manifestare. Forse non andrà bene quella manifestazione, ma non si può aspettare l’autocoscienza del maschio, per proteggersi dalla violenza.
Iole
Gli uomini devono prendere la parola.Cominciamo da quelli che abbiamo in casa,gli amati compagni,i figli, i cari amici, quelli che pensano di essere “diversi da”,quelli che nel tempo abbiamo educato,abbiamo reso migliori,quelli verso i quali siamo indulgenti perchè cambiano il pannolino al pupo.Facciamogli del bene.Prendiamoli a calci in culo quando ci vengono a raccontare di luci per le strade e di telecamere (possono le luci fermare la psicosi omicida?) o quando ci offrono l’ennesima versione sociogeopolitica.Siano loro i primi a dire agli altri uomini che è ora di finirla.Oggi sulla limitazione della libertà delle donne si combatte una guerra planetaria rispetto alla quale i Provvedimenti sono pannicelli caldi.La parola ai maschi.Sono loro il problema.
Sono d’accordo sul concetto che la violenza è un problema prettamente maschile. Credo che se si fa un’analisi sulla popolazione carceraria di quanto siano in più gli uomini rispetto alle donne e soprattutto di che tipo di reati si macchiano gli uomini e quante donne sono in carcere per atti violenti, avremmo delle belle sorprese. Di questo sono cosciente e lo vado dicendo da una vita anche e soprattutto ai miei amici e compagni. Ma non sono d’accordo sulla conclusione. Che fine ha fatto l’iniziativa “La violenza contro le donne ci riguarda”? Non se n’è fatto più nulla. Ma tu veramente credi che agli uomini in una società come la nostra prendano in massa coscienza? Ma stai scherzando?
Non capisco allora perché non scendere in Piazza e porre al centro dell’agenda politica un problema gravissimo quale quello della violenza sulle donne soprattutto in famiglia. Trovo questa conclusione autolesionista e sbagliata sotto un profilo politico ed anche etico in un paese in cui si parla già solo di emergenza sicurezza. Non è poi secondo me solo una questione di prender coscienza del problema da parte dei maschi, ma anche di elevare il grado culturale sia delle popolazioni immigrate sia dei nostri concittadini che vivono in situazione di arretratezza e di marginalità. Quelli che arrivano da noi in cerca di lavoro sono spesso persone ignoranti con un basso profilo culturale e questo è l’ambiente ideale dove si sviluppa la violenza. Quante donne emigrate si trovano a dover subire le peggiori angherie proprio all’interno del proprio nucleo familiare. Ricordiamoci di Hina.
Io poi non sono un politico, sono solo un ragioniere, non è che voglio mettermi a competere con analisi che voi sicuramente sapete fare meglio e avete anche strumenti migliori dei miei per poterle fare, volevo solo dire come la penso e credo che lottare sia sempre stato il modo migliore e più sicuro per ottenere che vengano riconosciuti i nostri diritti. “A gratis” come si dice “non te dà niente nessuno.”
Madri trafitte da angoscia e morte,
guardate il cuore del nobile giorno che nasce:
sorridono i vostri morti dalla terra,
tenendo in alto i pugni sopra il grano.
(Pablo Neruda)
Intanto grazie per il link di Pangea al quale mi riprometto di dare quanto prima lo spazio che merita.
E grazie anche per l’intervento.
Il punto è che le strategie quando diventano esclusivamente difensive, fiaccherebbero chiunque.Avremmo bisogno di essere più determinate/i e più assertive/i, ma un po’ manca lo spazio e un po’ come è accaduto nel caso di Giovanna, tutto diventa occasione per convogliare le istanze più nobili e sacrosante verso derive di inutili conflitti tra antichi contendenti,tutta roba che di politico ha davvero ben poco.
Giovanna è stata l’occasione per rinfacciarsi dal degrado alle leggi berlusconiane fatte con i piedi con tutto quello che c’è in mezzo . Persino la festa del cinema è stata tirata in ballo.
Quando dico che l’ordine delle cose e delle priorità deve cambiare è perchè ho rispetto della politica e credi,mi pesa,dare addosso a formazioni che, bene o male, sono pezzi importanti della mia identità e rappresentano la mia appartenenza.Ma identità e appartenenza devono coniugarsi con dignità, altrimenti tutto si frantuma e diventa inutile.
Questa è parte dell’amarezza,per il resto,mi è difficile non fare la mia parte e già so che il giorno 24 se anche se non venissero a tirarmi per la manica le persone o gli eventi, io stessa provvederò ad autosollecitarmi.Come non mi asterrò dal dire la mia sui Provvedimenti presenti e futuri,perchè sia chiaro che indicare le vere responsabilità, non significa entrare comunque nelle cose come sono e per quello che significano.
Vorrei aprire una parentesi stimolato dalle prime righe del commento di Gemisto, ed in particolare alla frase:
“Sono d’accordo sul concetto che la violenza è un problema prettamente maschile.”
Ritengo questa valutazione errata. Io penso che la violenza sia una faccenda innanzitutto antropologica che sfocia da un essere umano su un suo simile, più debole. E che questo complesso tema non si possa studiare analizzando statistiche e numeri. Se solo si presta attenzione alla cronaca si noterebbe come i mariti che uccidono le moglie non siano diversi (forse nemmeno come numeri, tra l’altro) dalle madri (e quindi donne) che uccidono i propri figli. E che senza arrivare a tanto e ci si volesse soffermare “solo” sulla violenza domestica, non c’è diversità dalla violenza del “capofamiglia” sulla moglie, rispetto a quello della madre sui figli (esiste una notevole letteratura sull’argomento)… Persino in un ambito odioso qual è quello dell’abuso, il ruolo delle donne è presente sia attivamente, sia passivamente di copertura/consenso/protezione del criminale (se sufficientemente robusti, consiglio la lettura di “Silence. On tue des enfants”, una testimonianza dolorosissima, in prima persona, di Regina Louf – caso belga – in cui si apprende come l’orrore non abbia sesso).
Sostenere che un genere è migliore è dal mio punto di vista un pericolo e sa di “razzismo”. Perché se si utilizza questo metro, lo si può usare anche al contrario. E’ basandosi su identiche fonti che qualcuno sostiene che donne/froci/negri siano inferiori.
La mia non vuole essere una polemica, ma un dialogo. Ritengo che per lottare contro le discriminazioni si debba lavorare sull’individualità, sul fatto che ci si trova davanti una PERSONA altra da te. E questo vale per le donne, i bambini, gli anziani, i gay, i rumeni e i musulmani.
Diciamo che la violenza è uno dei tanti esiti della cultura maschile.Il discorso sulle carceri è reale e a ben vedere, le donne conniventi o responsabili in prima persona oltre che essere una percentuale irrilevante, hanno ruoli o storie assai particolari.Credo che non si ponga in nessun caso una graduatoria tra generi ma alcuni distinguo sono necessari, altrimenti per non essere tacciati di razzismo finiamo con l’avvalerci comunque di un’analisi monca.
Semmai della cultura “maschilista” o “patriarcale” o “fascista”. Non maschile. Il termine maschile è di per sé innocuo. Come femminile. Che poi la violenza si esprima in forme diverse più idonee a seconda dei generi, questo è probabilmente vero.
Ritengo che qualunque analisi E’ inevitabilmente monca: ma per tutto quel mondo di violenze che non approdano neppure nelle aule di un tribunale. E che non determinano “dati di fatto”.
No è monca nel momento in cui si ha paura di fare le dovute differenze.Che vuol dire che anche le donne picchiano i bambini o li uccidono o fanno i capomafia?Sono fenomeni che anche a volerci aggiungere il sommerso,non eguaglierebbero mai il dato della violenza maschile.Che non è solo quella sanguinaria delle guerre o dell’omicidio,tra l’altro.Le donne hanno altri tratti : il soccorrevole, il materno,il creativo…che francamente non rinvengo nella cultura maschile. Uguale dei maschi, fatte le dovute eccezioni, d’accordo,ma non ci scriverei su un trattato a stravolgere l’ordine delle cose.
“Le donne hanno altri tratti : il soccorrevole, il materno,il creativo…che francamente non rinvengo nella cultura maschile.”
Scusa, ma non mi trovi per nulla d’accordo. Sono generalizzazioni. Il fatto è che NON esiste un “ordine delle cose”. Certo se parti da presupposti come quelli che ti ho riportato del tuo precedente commento, l’ordine c’è, eccome.
Ma non è così.
Infatti nella stragrande maggioranza dei casi sono gli uomini che prestano cure ai figli e agli anziani,che si preoccupano quando sono ammalati e che nutrono educano e sorvegliano su intere famiglie.
Saranno generalizzazioni ma è quel che si vede.E in genere quel che è . Se non si ha chiaro l’ordine delle cose (che poi è l’analisi delle priorità non il podio per la medaglia) che intervento politico potremmo mai fare?Siccome a via Garibaldi 23 c’è un padre che ha l’affidamento dei figli,calibriamo le nostre considerazioni pensando a lui ? A me pare che le generalizzazioni mostrino i loro limiti quando si tratta di formulare giudizi morali.Ma qui si fotografa la realtà, al più si mette in atto qualche timida forma di riprovazione.L’idea di un relativismo ad ogni costo mi pare speciosa e fuorviante.Pericolosa in una parola.C’è un problema di libertà femminile che risveglia gli istinti peggiori dei maschi .Buon per quelli che sanno fare i conti con tutto ciò.Non saranno deportati,come del resto tutti gli altri.
Oddio che slalom!
Io non mollo su questo punto. Ognuno ha la sua storia che è frutto della propria esperienza, delle persone che ha conosciuto, dei loro racconti e vite, dei libri che ha letto, etc. Io parlavo di violenza. e ho le mie idee a proposito. Non di affidamenti, di chi cura gli anziani, percentuali statistiche. Madre del cielo, ho il cervello caldo! (vero è che mi ci vuole tanto poco… ;) Ma che ti sembro un maschilista? Senti, l’importante è che sia chiara una cosa, poi tutte le altre discussioni sono cose che potrebbero andare avanti in eterno e senza risultati (trattandosi di punti di vista): la violenza è una cosa odiosa in sé, quella su una donna è profondamente schifosa. E va combattuta. Compito mio da maschio (anvedi) è quello di spingere per una cultura diversa, tenere le orecchie aperte, stare vicino, se caso denunciare (Sed? Io, Biru e altri 2 amici accompagnamo da anni una giovane cinese con 4 figli, in un recupero da un marito ubriacone e violento. Lei si è confidata. L’abbiamo portata al pronto, ai servizi sociali, dai cc, etc. Ho pure testimoniato alla pg… non è che vivo su Marte. Ho visto lividi, e sentito la sua rabbia cazzarola!).
Ma questo non mi porta a considerare la violenza come un fatto maschile. Tié.
Ti voglio tanto bene, sa’.
E non conosco nessun signore che abita a via Garibaldi 23! :)
Ma che c’entra il livello personale.Certo che non sembri maschilista e manco lo sei tuttavia .. sei convinto che per cercare la verità bisogni essere neutri e al bisogno,anche disposti ad abbattere le evidenze.Qui si parla di una cultura che tu hai rifiutato fino alle conseguenze estreme.In più sei solidale e generoso . Che cavolo di esempio puoi rappresentare TU ?
Qui si parla di guerre e stupri..di cultura della sopraffazione.Manco il fisico c’avresti…se provassi a sopraffare ti ritroveresti al traumatologico in due secondi netti.E adesso vado a vedere santoro poi farò il millesimo post sulla Forleo.Il cerchio si chiude e io devo prendermi qualche soddisfazione in ordine alla capacità di prevedere le cose.
Ora intervengo io che sono per la pace che ‘sti due non fanno che litigare…..
:-)))))))))))))))))))))))
Dunque….storicamente e preistoricamente, presso quasi tutte le culture, all’ uomo viene assegnato il ruolo di capofamiglia. E’ una scelta che affonda le radici nella notte dei tempi ed è legata al ruolo del cacciatore, alla difesa del territorio, al testosterone che torna buono quando si tratta di braccare l’ antilope e accoppiarsi. Da questo ruolo di dominio totale sulla comunità deriva la sottomissione della donna. E dalla sottomissione alla prepotenza/violenza domestica il passo è molto più breve di quello che si può immaginare. Detto questo si deve dire che la donna comincia a ricoprire (finalmente) nella nostra società un ruolo assolutamente paritario rispetto a quello dell’ uomo e, avendo anche lei comportamenti innati e violenti (legati ad altri ormoni ed altre spinte istintive, ma ugualmente aggressivi rispetto a quelli maschili…), sarà presto protagonista di nefandezze di tipico stampo “umano”. Si, perchè è l’ essere umano che è un grandissimo infame (più degli animali), che sia uomo o donna poco importa. In più, se devo sconfinare vergognosamente nel ‘ opinione personale (fin qui mi sono appellato all’ antropologia spicciola) la donna potrebbe risultare, come capo famiglia, anche più disastrosa dell’ uomo, perchè affetta da sentimento di rivalsa per il ruolo smaccatamente secondario che da sempre gli è stato imposto dal ‘maschio dominante’…e non c’è niente di peggio della rivalsa sessista a parer mio, anche se è il frutto amaro di una discriminazione millenaria….
Ora intervengo io che sono per la pace che ‘sti due non fanno che litigare…..
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Dunque….storicamente e preistoricamente, presso quasi tutte le culture, all’ uomo viene assegnato il ruolo di capofamiglia. E’ una scelta che affonda le radici nella notte dei tempi ed è legata al ruolo del cacciatore, alla difesa del territorio, al testosterone che torna buono quando si tratta di braccare l’ antilope e accoppiarsi. Da questo ruolo di dominio totale sulla comunità deriva la sottomissione della donna. E dalla sottomissione alla prepotenza/violenza domestica il passo è molto più breve di quello che si può immaginare. Detto questo si deve dire che la donna comincia a ricoprire (finalmente) nella nostra società un ruolo assolutamente paritario rispetto a quello dell’ uomo e, avendo anche lei comportamenti innati e violenti (legati ad altri ormoni ed altre spinte istintive, ma ugualmente aggressivi rispetto a quelli maschili…), sarà presto protagonista di nefandezze di tipico stampo “umano”. Si, perchè è l’ essere umano che è un grandissimo infame (più degli animali), che sia uomo o donna poco importa. In più, se devo sconfinare vergognosamente nel ‘ opinione personale (fin qui mi sono appellato all’ antropologia spicciola) la donna potrebbe risultare, come capo famiglia, anche più disastrosa dell’ uomo, perchè affetta da sentimento di rivalsa per il ruolo smaccatamente secondario che da sempre gli è stato imposto dal ‘maschio dominante’…e non c’è niente di peggio della rivalsa sessista a parer mio, anche se è il frutto amaro di una discriminazione millenaria….
Mi piace questo nuovo stile “rubrica scientifica”:Applausi applausi.Anche l’immagine è azzeccata….questo Capelli,io l’ho sempre detto che ha un suo stile inconfondibile.
Ho deciso che devo prendere il posto di Cecchi Paone nel panorama della divulgazione in campo televisivo…..non ci vuole molto, ma io sono ENORMEMENTE più bravo. E affascinante, ma per quello ci vuole poco…..
:-))))))))))))))
mah… sarà che so’ rimasta a Superquack
:-D
..e poi non avendo dubbie identità sessuali non devi manco fare l’outing che poi mamma s’impressiona.
Si si si io sono d’accordo per il nuovo mestiere di anchor men..appoggio in pieno l’iniziativa.
Ok, ora vado a Via Teulada e gli spiego che non possono fare altro che assumermi….magari prima mi fermo al Serpentone per comprare qualche pensierino di presentazione…
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mi raccomando : confezione elegante senza fronzoli e scarpe lucidate
hihihi… lo vorrei proprio vedere il Capelli in confezione elegante e lo scarpino di vernice nera.
:-DDDD
ma che credi …Cap è un pezzo di marcantonio da non credersi..la scarpa di coppale gli donerebbe,però il mio era un invito generico a lucidarsi le scarpe…quelle normali
Se potessi incontrarli veramente me le luciderei le scarpe…..ah, se me le luciderei….non so se mi spiego….
:-))))))))))))))))
non so perchè, mi ero fatgta l’idea che Cap fosse il tipo che se le lucida le scarpe (dietro i pantaloni) eheheh
Si è vero la violenza sulle donne finirà quando gli uomini smetteranno di picchiarle e ucciderle. Ma siccome non credo succederà spontaneamente, credo sia il caso non di iniziare, ma di continuare, ad organizzarsi di conseguenza. A scendere in piazza, ad incontrarsi, a ricordarci che non è giusto subire. A creare quelle reti di solidarietà che permettono di sottrarsi alla gabbia (vedi i centri antiviolenza).
dai su… il 25 più siamo e meglio è :)