L’aria che tirerà ( chez Lucia)
Dice Tremonti – e la digressione è stata cento volte più interessante dell’annunciata querelle extragettito si, no, forse, all’interno del programma televisivo in mezz’ora – che la sinistra non è vicina alla gente. Veramente non lo dice solo Tremonti, sono in molti a sostenerlo.Un progressivo scollamento dall’elettorato tradizionale è in atto già da qualche anno sebbene, sottoforma di quesito ricorrente – come essere vicini alla gente – la sinistra si sia posta a più riprese ed anche in sedi autorevoli, la questione di come articolare la sua presenza nella società. Diciamo da quando la crisi della partecipazione alla vita politica ha cominciato a funzionare un po’ come la crisi delle vocazioni, una contribuiva a svuotare i conventi, l’altra le strutture territoriali. Il partito leggero al quale molte colpe, in tal senso, si vogliono attribuire, più che una scelta, ha rappresentato una necessità derivante da una presa d’atto iniziata già dai tempi del PCI . Certo si sarebbe potuto fare di più, stringendo alleanze con l’Associazionismo o patti più funzionali tra gli eletti nelle amministrazioni locali e i cittadini, per esempio. Le circostanze in cui simili relazioni si sono attivate, hanno prodotto risultati importanti ma è pur vero che la temperie del riflusso nel privato ha favorito l’insorgenza di spinte individualistiche inconciliabili con le istanze del sociale. Difficile contrastare un fenomeno che investe settori che vanno ben oltre la politica. Miglior gioco ha invece avuto la destra nel cavalcare il disagio che occasionalmente si esprime a livello locale su specifici problemi. Ma in quel caso è l’approccio di sinistra a non essere popolare e vicino alla gente . Non sono da disprezzare problemi che investono la vita dei cittadini ma non c’è risoluzione al disagio, in una società complessa, che non importi il mettere le mani in un sistema di connessioni di dati derivanti da altri sistemi : industriale – economico, politico globale e locale, sociale con gli indicatori sulla oggettiva e soggettiva qualità della vita e così via. Non è un caso che nel momento in cui tali considerazioni vengano poste ai barricaderi del Nimby, la sensazione di distanza si accentui. Lo stesso vale per i temi definiti dell’allarme sociale anche nel caso in cui il senso d’insicurezza derivi da reali inconvenienti e non da predisposte campagne mediatiche. Si possono non demonizzare le ronde, considerarle per dirla con D’Avanzo una misura di tutela delle comunità smarrite e disgregate ma poi la Politica deve trovare soluzioni ai problemi in ambito istituzionale, non delegando ai cittadini funzioni di polizia. Tra qualche giorno Maroni presenterà una serie di provvedimenti su Immigrazione e Criminalità la cui piena attuazione – ammessa che sia quella la strada – richiederebbe un sistema giudiziario più efficiente, più strutture detentive, più centri di accoglienza, una diversa legislazione europea e in qualche caso anche un’altra Costituzione Repubblicana oltre che la cancellazione di Schenger. Eppure questo pacchetto che è di puro impatto mediatico, obbedisce ai desideri di coloro ai quali la sinistra non riesce ad essere vicina semplicemente perchè tende a concepire il governo dei processi in altri termini. Diciamo che per Tremonti and co, lasciando in pace Gramsci, pur convocato in soccorso delle tesi sull’anacronismo della sinistra, è facile essere vicino alla gente dispondendo di un sistema d’Informazione che pur non orientando direttamente il voto, definisce sin nei minimi particolari, spesso costruendoli, quali siano i connotati del mondo in cui viviamo e lo fa con gran dispiego di mezzi, non solo attraverso le campagne di stampa, i telegiornali o i talk show ma destinando all’uopo, l’intero palinsesto, le fiction e i mille programmi d’intrattenimento, quiz della speranza compresi. Determinato il clima, non è difficile inventare la misura salvifica da diramare sottoforma di spot. Se l’aria che tira è questa, e a quanto sembra non riguarda solo la sinistra italiana ma la sinistra europea più o meno al completo, non sarà cosa di poco conto invertire la tendenza. Forse aveva ragione Pintor a dire che la sinistra è finita. E probabilmente questa incapacità di affermare le proprie pur dignitosissime soluzioni altro non è se non un segnale d’invariabile declino.
2 pensieri riguardo “L’aria che tirerà ( chez Lucia)”
ma c’è la bora da te ??? da me c’è il “mistral” invece … :-)
Qui vento di ponente ( la Bora è a Trieste e basta) detto ponentino per ragioni turistiche, il diminutivo è un optional