Se il mito dell’Indistruttibile crolla

Se il mito dell’Indistruttibile crolla

Cinefilo di un certo rango, colto in flagrante visione di questo imprevedibile blockbuster, sere fa, ha prodotto  a – peraltro non richiesta –  sua  discolpa la seguente citazione da Wittgenstein ( Ludwig ) C’è sempre qualcosa d’intelligente in uno stupido film americano, mentre sono sempre stupidi i film non hollywoodiani intelligenti. Dunque, se ancora persiste in qualcuno, l’idea balzana di voler sembrare intelligente,  la citazione è disponibile e utile in varie occasioni. Nel caso di Hancock – che così si chiama in omaggio al primo firmatario della Dichiarazione d’Indipendenza –  però siamo di fronte ad un fenomeno di vera e propria mutazione del supereroe cinematografico made in USA. I tempi cambiano e non ci sono più le tutine pastello, le mantelline e quell’aria sana, vitaminizzata e consapevole della Missione Superiore da compiere che solo i titolari di superpoteri, possedevano. Tant’è che persino il Batman di Nolan ha dato forfait, divenuto incapace finanche di distinguere  il bene dal male. 

Hancock è perfettamente allocato sulla scia di questa trasformazione, ricoprendo in questo film il ruolo dell’ anti – supereroe riluttante e maldestro. Un vagabondo astioso, puzzolente, e quasi sempre ubriaco, come da stereotipo razzista del maschio afroamericano, inaffidabile e potenzialmente pericoloso  – ma niente paura,  il  cast di questo film vota tutto per Obama –  con berrettaccio di lana calato sulla fronte, barba lunga  e mise  lercio – grunge metropolitana. Come se non bastasse, è teorico del lavoro zero, quindi sordo e insensibile a tutte le  imperative sirene del Sogno Americano.  Intruppone come non mai, al punto che quando, seppur controvoglia, si adopera per soccorrere i Buoni, combina una tale teoria di catastrofi, da far riflettere se i danni derivati da effetti collaterali non siano più insidiosi del Pericolo da Scongiurare (e qui sorge il dubbio se sia questo o meno, un film sull’Iraq). Conseguenziale a tanta sottoproletaria sgradevolezza, è l’essere impopolare tra gli stessi cittadini che dovrebbe proteggere.A rompere la catena dei … salvo – nove – persone – ma – devo – nove milioni  per – danni – alla città – di – Los Angeles,  arriverà proprio uno dei miracolati che, scampato ad un incidente per provvidenziale supereroico intervento, sempre  a costo di distruzioni e crolli, si renderà disponibile – non a caso è un pubblicitario – a sostenere il disastrato eroe in una necessaria operazione di cambio d’immagine. Basteranno un soggiorno in prigione, una conferenza stampa, alcune – esilaranti – lezioni di bon ton e finalmente l’adozione di un abbigliamento più consono rappresentato da  regolamentare tuta in pelle ? La prevedibile  redenzione del maschio afroamericano come Hollywood comanda, è dietro l’angolo. Hancock terrà fede al suo essere bizzarro e fuori dagli schemi, fino in fondo? Chissà. (rivelare il misterioso finale sarebbe delittuoso ). Un Will Smith, finalmente liberato dall’essere leggenda o cercare felicità, al meglio delle sue performances.  Effetti speciali a gogò, forse con qualche eccedenza. Ancora una bella metafora leggera ed autoironica dello Stato in cui versa l’Unione . Mentre il mito dell’Indistruttibile crolla, forse è meglio limitare i danni  attraverso  un cambiamento a tutto tondo. E se questo cambiamento è incarnato da un uomo di colore, tanto meglio.

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Hancock è un film di Peter Berg. Con Will Smith, Charlize Theron, Jason Bateman, Eddie Marsan, Jae Head, David Mattey. Genere Azione, colore 92 minuti. – Produzione USA 2008. – Distribuzione Sony Pictures –

2 pensieri riguardo “Se il mito dell’Indistruttibile crolla

  1. Mi sono addormentata a 10 minuti dalla fine..ops..

    Ma ero molto stanca, e fino a quel punto li il film mi aveva preso…poi mi ha preso morfeo,e non ho potuto farci nulla!

    Mi è sembrato carino, ma niente che rimanga.. mi è piaciuto molto batman di nolan, invece.

    Il defunto Ledger mi ha inquietato e presa non poco..

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