Il y a longtemps que je t’aime

Il y a longtemps que je t’aime

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Tra Il y a longtemps que je t’aime  a Ti amerò sempre, ce ne corre. Dispiace unirsi al coro di quelli che dicono che qui da noi i titoli dei film vengono tradotti a capocchia ma siccome qui da noi i titoli dei film vengono tradotti a capocchia, tocca fare i coristi.

Tanto più che il regista, Philippe Claudel, appartiene alla schiera dei Meticolosi & Attenti alla cura del particolare. Atteggiamento frequente negli  scrittori prestati al cinema, sempre ansiosi di  tradurre in immagini tutti i tic, gli sbrodolamenti descrittivi e le vocazioni intimiste tipiche dei letterati. Il risultato però, almeno per quanto riguarda il nostro Claudel, è un lavoro di notevole pregio, forse un po’ troppo leccato in qualche momento, ma trattandosi di troppo che non stroppia, per di più sacrificato sull’altare di un rigoroso impressionismo,  non è lecito lamentarsene.

Figura  chiave è Juliette  una donna di quarant’anni i cui trascorsi  non sono immediatamente svelati e che ritorna a Nancy – cittadina resa più provinciale di quanto non sia in effetti – dopo quindici anni di assenza. Accolta in casa della sorella minore che a malapena conosce e con la quale cerca, riuscendovi, di costruire un rapporto emotivo, turba, come spesso accade quando un corpo estraneo vi s’inserisce, la fragilità di un ordine costituito magari solo all’apparenza. Ogni personaggio della famiglia che accoglie Juliette,  scopriremo, ha un lato oscuro, un segreto, un mistero che la sua presenza  farà emergere con risultati che si possono immaginare.

Film intenso, mai lacrimevole, costruito su di una progressione drammatica disseminata di piccoli colpi di scena, narrazione che lavora su più livelli : la donna che deve ricostruire la sua vita, la famiglia che deve fare i conti con segreti inconfessati, due sorelle che cercano di avvicinarsi….il tutto abilmente mescolato con finezza di racconto e d’analisi.

Un po’ Rohmer un po’ Hitchcock. Per questo chi scrive, fedele alla consegna, non svelerà di questo film, segreto alcuno.

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Ti amerò sempre è un film di Philippe Claudel. Con Kristin Scott Thomas, Elsa Zylberstein, Serge Hazanavicius, Laurent Grevill, Frédéric Pierrot, Claire Johnston, Catherine Hosmalin, Jean-Claude Arnaud, Olivier Cruveiller, Lise Ségur, Mouss, Souad Mouchrik, Nicole Dubois, Laurent Claret, Marcel Ouendeno. Genere Drammatico, colore 115 minuti. – Produzione Francia 2008. – Distribuzione Mikado

8 pensieri riguardo “Il y a longtemps que je t’aime

  1. Un po’ Romher, un po’ Hitchcock: da segnare subito!!

    Sul titolo hai ragione. Oltretutto, per un francese, il richiamo è d’ obbligo “A’ la claire fontaine”…

    Il y a longtemps que je t’aime/

    Jamais je ne t’oublierai !

    Salut! ;-)

  2. stavolta l’ho visto prima della tua recensione, ma meritava davvero. Mi piace molto la Scott Thomas e per questo ci sono andata.

    Mi sono affrettata per la ben solita ragione: qua i film talora spariscono dopo due giorni.

  3. Il fatto è che non faccio a tempo a scrivere dei film che mi piacciono, insomma rimango indietro anche col blog oltre che con il resto

    Ma una RECINZIONE va bene anche postuma credo.

    Lilas…ma è proprio quello il riferimento musicale e devi sentire che francese impeccabile l’inglesissima Scott.

  4. no sed, il dubbio era che non ti fosse piaciuto, visto che tu scrivi solo le RECINZIONI ai film che hai gradito.

    :-D

  5. Lilas mi ha rubato il commento…

    allora proseguo la canzone

    j’ai perdu ma maitresse sans l’avoir mérité

    pour un bouquet de roses

    que je lui refusais

    …da piccole cose escono sempre dei drammi…

  6. Ma io difficilmente scrivo male di un film, semplicemente perchè non sono un critico, l’unico vantaggio che posso rivendicare rispetto ad uno spettatore medio è di amare a dismisura il cinema e di averne visto davvero tanto e di tutte le specie fin da ragazzina.

    Nei momenti chiave della vita : nascite, funerali, amori, amicizie battaglie e sin…in luna di miele c’è stato UN FILM. E in ognuno vuoi o non vuoi è nascosto qualcosa che con la mia vita ha a che fare a prescindere dalle scelte del momento.

    Il cinema ci parla della realtà COMUNQUE.

    Tra venti o trent’anni per conoscere com’era assurda, bolsa e sgangherata la nostra ” borghesia” celebreremo ogni stagione di “Natale a …” ovvero li guarderemo con la stessa attenzione con la quale oggi guardiamo gli amatissimi Opzetek e Virzì.

    Un critico è altro. E’ uno che conosce tutti gli aspetti di un mondo complicato e che è molto molto molto meno sentimentale di me, innanzi allo schermo

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