Ma come parli?

Ma come parli?

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Ma da dove l’ha tirato fuori  il termine utilizzatore finale l’avvocato Mavalà ? Non certo dai codici che in materia di prostituzione – esercizio, sfruttamento o induzione che sia – adottano  definizioni più congrue e civili. Cliente contraente, per esempio. Visto che di quello si tratta.

Utilizzatore finale è un termine che, nel caso in questione, non ha dignità giuridica, è una brutta espressione in lingua  italiana, e come eventuale metafora fa direttamente ribrezzo.

Tanto per dire che si può soccorrere il proprio datore di lavoro, assistito, capo,  senza bisogno d’infangare il resto del mondo, uccidere il linguaggio e screditare una professione che di tutto ha oramai bisogno, meno che di ulteriore discredito.

10 pensieri riguardo “Ma come parli?

  1. nel ddl che fecero contro le prostitute, ispiratrice la carfagna, “l’utilizzatore finale” viene chiamato cliente e le sanzioni contro il cliente sono parecchio dure

  2. Ma scherzi, il legislatore pesa le parole col bilancino del farmacista. Necessariamente.

    E che tratta le persone come oggetti?

    Utilizzatore finale è un termine che non è nemmeno della sociologia o dell’economia dove si parla al massimo di “consumatore finale”.

    A quello non c’è arrivato Mavalà, ma siamo prossimi.

  3. a Napoli direbbero che il giovane Mavalà “se n’è gghiuto ‘e capa”.

    Passato lo scivolone dell’utilizzatore finale s’è messo a dire che il suo capo non paga le prostitute perchè ne può avere gratis quante ne vuole.

    Questo non ci meraviglia visto ciò di cui si parla, ma costui ha fatto scandalizzare persino l’elefantino.

  4. il verbo corretto è canoscère

    anzi meglio ancora accanoscère

    usato nel senso di “te faje sempe accanoscère”

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