Bree (e le altre)

Bree (e le altre)

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E’ finita mercoledì scorso la terza stagione delle Desperate Housewives lasciando aperta ogni singola vicenda delle abitanti di  Wisteria Lane, a soluzioni che potranno agevolmente dipanarsi nella prossima serie. Checchè se ne pensi, Desperate è un prodotto televisivo dai molti pregi. Il mix giallo rosa è ben amalgamato e il contrappunto esistenziale introdotto dalla voce narrante, arricchisce notevolmente il racconto senza scadere troppo nel moralistico melenso (alle volte è un attimo) . Da ultimo: il dialogo serrato  e vivacissimo è di buon livello ed ironico senza forzature. Riflettendo su questo tipo di telefilm di pura evasione ,dal costo, almeno fin qui, non elevatissimo – quasi tutto si svolge in interni , case dislocate nei 100 metri di un tratto di strada e in altre semplici  ambientazioni ricostruite in studio – dalla sceneggiatura  accurata e coerente nonostante i mille intrecci , non si capisce bene perché  le nostre serie televisive non riescano ad avere la  stessa verve e lo stesso successo e soprattutto vendano così poco all’estero.Personalmente non sono riuscita ad andare oltre la terza puntata dei Cesaroni (troppi stereotipi) e di Un ciclone in famiglia (troppo Vanzina) che pure sono interpretati da bravi attori.Il punto credo sia nella sceneggiatura, vicende famigliari, complicazioni  sì, ma con l’happy end troppo a portata di mano,personaggi complessi e pieni di difetti ma che poi trovano remissione dei peccati e facile ravvedimento nell’arco di una o due puntate. Desperate è diverso : non c’è una figura femminile che abbia un buon carattere o un tic che l’abbia portata sull’orlo della crisi di nervi, quando non alla violazione delle regole di buona convivenza eppure alla soglia della quarta stagione e nonostante discrete peripezie,ognuna è rimasta quel che era, senza miracolosi interventi d’innamorati o di vicissitudini strazianti.Come poi, in fondo, è anche nella vita.

Nell’illustrazione : il personaggio preferito

Amore tra le rovine

Amore tra le rovine

ColosseoRomanticissimo – location poco poco decadente ma quelli sono gusti – è il bacio di notte sotto la luna e all’ombra della madre di tutte le rovine.


Niente ponentino (posso confermare) ma egualmente l’Incanto assicurato da cipressetti, fasci di  luci morbide sul monumento  e da storici lampioni dislocati qua e là.

Loro due, nella notte stellata.

Un bacetto è pressocchè d’obbligo. Focoso?Audace? Sulla spalla? Sul petto?.

E che sarà mai…Si nun sei pratico p’aregge i moccoli…ammonisce una vecchia canzone, in certi posti nun ce passà.

Vallo a raccontare alla pattuglia che da quelle parti , ce deve passà per servizio : cioè per esempio a controllare che gli ubriachi non siano molesti, che giovani e giovinette  non impovvisino partite di pallone, spogliarelli pro you tube , cori sguaiati, risse e gare con  moto o  macchine smarmittanti.

Ma torniamo alla serenità del  bacio sulle scale prospicienti il Colosseo e ai tutori dell’ordine improvvisamente turbati dalle effusioni a cielo aperto della coppietta .

Identificati, perquisiti e  tradotti separatamente alla caserma del Celio ,gli autori del misfatto, sono stati prima trattati con la consueta ruvidezza e poi denunziati per atti osceni in luogo pubblico.

Epilogo da commedia all’italiana anni cinquanta, quella delle immancabili preghiere al vigile col cipiglio di non far sapere niente a mammà.

Preghiere che in questo caso, non ci sono state, tant’è che questa vicenda è su tutti  giornali del mattino opportunamente commentata e discussa.

Sfacciati fino in fondo, quei due hanno raccontato in giro la loro (brutta ) avventura raccogliendo solidarietà un po’ dovunque. Un piccolo risarcimento al sogno, bruscamente interrotto, al senso di frustrazione,alla paura, all’ingiustizia subita nella notte precedente. Ma cos’è poi un bacio…etc

Town hall multimediale

Town hall multimediale

 

Per l’incontro televisivo tra i candidati democratici (in studio) e i cittadini (via You Tube), Anderson Cooper anchormen CNN, aveva raccomandato agl’internauti : video della durata di tre minuti e domande  very creative .I circa tremila invii dai quali  sono state selezionate poche decine di performances, hanno sicuramente premiato le attese, se si pensa al tizio che interloquisce abbracciando per tutto il tempo la propria mitraglietta (chiamata Baby ) o a quello vestito  da pupazzo di neve  che  pone un quesito sul riscaldamento globale. Il matrimonio internet – televisione ( o meglio la joint venture CNN -You Tube) combinato, in questo caso, per rivitalizzare i rituali un po’ smorti del dibattito politico in tv, non ha mancato di suscitare interesse anche se il contrasto tra la scarsa qualità dei filmati, appiccicati come figurine dell’album su uno schermo blu troppo grande e l’importanza dell’allestimento era assai stridente. Impeccabili e a loro agio i candidati,  niente affatto preoccupati dalla spontaneità e dell’irriverenza degl’interlocutori. Al dunque, se accurate selezioni devono precedere questi incontri e abili conduttori tessere le fila del dibattito cui, tra l’altro, al momento della risposta,nemmeno presenziano i vari pistoleri e pupazzi di neve  , non c’è ;gran differenza tra queste iniziative e quelle abituali tipo talk show se non in una maggiore spettacolarizzazione dell’evento,cosa della quale ,forse,non si sente troppo il bisogno.

Spiacenti ma….

Spiacenti ma….

canalisSpiace ammetterlo ma Adrian Michaels ha ragione quando dice che in Italia c’è una stretta relazione tra la maggioranza di seni esposti dai mezzi di comunicazione e la minoranza di donne dirigenti o ministre o parlamentari.Dimentica però che il pervicace attaccamento ai ruoli istituzionali (ci sono politici che stazionano al timone dai dì della Costituente), è un problema ulteriore che le donne di questo paese devono affrontare rispetto alle loro omologhe all’estero, le quali – fortunate loro – se la devono vedere al  massimo con il comune  (e internazionale) sciovinismo.Inutile dunque che lo stesso Michaels sancisca sul Financial Times, il fatto che in Italia si è tradito il femminismo. L’ingresso delle donne in politica comporta necessariamente il farsi da parte degli uomini,per ottenere questo, non sono sufficienti  le pur dirompenti  battaglie femminili, ne’ i proclami di buona volontà maschile : servono regole, riforme e un nuovo modo d’intendere la rappresentanza e la politica.Passando poi a temi solo apparentemente più leggeri ma invariabilmente legati alla mercificazione, cioè all’utilizzo del corpo femminile fin per la vendita dei fertilizzanti in agricoltura,non si può davvero pretendere che dopo aver (faticosamente) mostrato al mondo i termini del problema,le donne si facciano anche carico del ruolo di cani da guardia , a questo punto, della pubblica morale.Pertanto, invece di chiedersi dove siano finite le femministe ogni qualvolta una giovane  mostra sui cartelloni le sue grazie, qualcuno si ponga il problema degli uomini, che saranno pure diventati taaanto bravini a cambiare il pannolino e a fare i lavori di casa, rispettosissimi del microcosmo femmile fatto di mogli, figlie,amiche,mamme, colleghe e nonne (sempre a patto che non gli rompano le palle ) che gli gira intorno ma sono rimasti in fin dei conti egualmente maschilisti.Provate a metterne insieme su di un divano, dai due in su e ad ascoltarne segretamente i discorsi,  sentirete che liberalità di argomenti,che eloquio e che esame accurato di parti anatomiche.No allupati No culi. Trattasi di senso comune prima ancora che di regola di mercato.Dunque il seno della Canalis che tanta preoccupazione desta al Financial Times, obbedisce all’immaginario maschile corrente.Qualcuno, a partire dalle menti più illuminate del proprio genere , chiede mai agli uomini di cambiare? Sta a vedere allora che la colpa è di Elisabetta o delle femministe che non fanno più le vigilantes .Aver consegnato alla società una generazione di Figlie, putative o naturali, che aspirando alla propria indipendenza economica prima ancora che al matrimonio, ne hanno scardinato le regole, è stato un traguardo importante, qui da noi.Il resto del percorso è un problema delle donne e degli uomini di questo paese.Poichè le conquiste strappate a fatica dalle donne, costituiscono un beneficio per l’intera società.Se gli uomini non si fanno carico insieme alle donne, del prosieguo, alle femministe non rimarrà che dire : Meglio Velina che Mogliettina.Date loro torto…

Adesso basta con questa tortura

Adesso basta con questa tortura


Mentre in Parlamento procede ( a rilento ) il dibattito sul Testamento Biologico,il Tribunale di Roma ha prosciolto Mario Riccio il medico che interruppe la ventilazione meccanica a Piergiorgio Welby, una sentenza in linea con l’articolo 32 della Costituzione sul diritto del malato al rifiuto della cura ma soprattutto che fuga ogni dubbio sul capo d’imputazione coatto –  Omicidio del consenziente –  per il quale Riccio era stato rinviato a giudizio.  Si sancisce così che il rifiuto della cura riguarda tutte le terapie comprese quelle definite salva-vita .Il medico dunque ha agito secondo il proprio dovere attuando un diritto del paziente.Se solo si pensa al clima arroventato da polemiche che seguì la decisione di Welby di porre fine alle proprie sofferenze,non c’è che compiacersi di questa sentenza che consentirà a molti cittadini di comportarsi di conseguenza, consapevoli di essere protetti dalla Costituzione.Adesso basta con questa tortura.Sono le ultime parole di Giovanni Nuvoli che è spirato ieri  e al quale è stato impedito dai carabinieri ,il 10 luglio scorso,di attuare la stessa procedura di Welby.Vittima della violenza di una Stato ottuso,ha rivendicato il suo diritto,lasciandosi morire di fame e di sete, tra sofferenze che possiamo solo immaginare.