Le débat

Le débat

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Questi due giornalisti si chiamano  Arlette Chabot e Patrick Poivre d’Arvor e oltre ad aver presenziato alla sfida Royal – Sarkozy, in onda ieri sera per circa  venti milioni di telespettatori,ne avevano precedentemente definito la scaletta strutturando il dibattito su alcuni temi fondamentali : Definizione del mandato,Istituzioni ,Problemi economici e sociali e  Politica estera. Onore al merito,intanto,per un lavoro di conduzione non invadente e  interessato più alla resa del programma in termini politici, che all’effettiva moderazione dei contendenti, i quali  hanno così potuto esprimere liberamente le loro posizioni adottando i toni loro congeniali (che in qualche caso, si sono rivelati anche forti e sostenuti).Questo tipo di incontri, se troppo appiattito sulle regole dei dibattiti televisivi, finisce con l’essere invariabilmente monotono,invece grazie ad una sapiente gestione e ad una serie appropriata di domande,l’incontro ha avuto un andamento interessante. Era fin troppo ovvio che Ségolène avrebbe messo in evidenza la sua passionalità in contrapposizione alla obbligatoria flemma di Sarkozy che ha recitato con convinzione il suo ruolo di favorito nei sondaggi e probabile futuro inquilino dell’Eliseo, lasciando trasparire solo in qualche caso nervosismo e disappunto, particolarmente quando  un’arrembante Ségolène gli ha materialmente  puntato il dito contro, accusandolo d’immoralità politica o quando ha rivendicato le  mancate realizzazioni  nei campi della sicurezza e del sociale.Questi dibattiti,si sa,più che spostare sensibilmente l’opinione degli elettori servono a rassicurare i propri sostenitori, nell’ipotesi che siano poi loro a fare da cassa di risonanza.Ségolène da questo punto di vista ha convinto moltissimo e stamane quasi tutti i giornali erano pieni di quella pugnacité che la sinistra ha salutato con entusiasmo.E mentre l’UMP il partito di Sarkozy  pubblicamente denunziava sugli stessi giornali  l’ Agressivité della Royal,giustamente sul forum di Liberation qualcuno osservava : Quand on voit M. Sarkozy aller faire le Zorro dans les banlieues s’offusquer comme une jeune fille effarouchée de la vivacité de Madame Royal, décidèment il n’est vraiment pas crédible…;

Forever Young

Forever Young

139289571_b1fb622dccPassi che non abbia capito (tuttora) bene dove si trovasse :  una piazza debordante e vivace,d’accordo,ma fondamentalmente ospite dei sindacati,in una manifestazione unitaria.

Passi che si sia fatto dare del terrorista dall’Osservatore Romano ( che invece sa molto bene come si fa a cavalcare l’onda emotiva)

Passi che abbia dato l’occasione a Bonanni, di affermare che la chiesa col cavolo che non si evolva, essendo oramai rimasta praticamente sola ad affermare che l’uomo non è merce (da due pontefici almeno ) utilizzando  ben altre casse di risonanza.

Passi che con poca spesa, abbia dato partita vinta all’Apparato ( a tutti gli apparati).

Passi che continui a ripetere che per lui Sovrano è il Popolo cioè quello di San Giovanni, mica la (numerosa) componente cattolica sindacale.

Passi pure tutto ciò (anzi, è bello che passato) ma…perchè Rivera non coglie l’occasione per rinnovare il suo repertorio, acciocché il popolo sovrano non sia più costretto a difendere lui e le sue battute ritrite e francamente un po’ agé?

Têtes de bois

Têtes de bois

Visto che al concerto del primo maggio stanno suonando i Têtes de bois ai quali si deve soprattutto la riproposizione in italiano di alcuni brani di Léo Ferré,dirò,per facile associazione, che mi ha incuriosito non poco la presenza di gruppi anarchici nei cortei dei paesi dell’est, questi ragazzi sono di Sofia :

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e questi altri invece.. ucraini

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La revanche des législatives avec Monsieur Le Pen

La revanche des législatives avec Monsieur Le Pen

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Jean Marie Le Pen, leader indiscusso e carismatico  del Fronte Nazionale (oltre il 10% dei consensi al primo turno delle presidenziali) ogni primo maggio,cravatta e pochette color celeste giglio di Francia, marcia alla testa di un corteo nel centro di Parigi,  anche quest’anno le Grand défilè avece Le Pen  si è concluso sotto la statua di Giovanna d’Arco.Particolarmente atteso ,il suo discorso per la  consigne de vote  che però si è risolta nell’invito all’astensione massiccia e mentre qualche migliaio di manifestanti scandiva lo slogan Ségo, Sarko, même pipeau, Le Pen a lenire il disappunto dei suoi, ha spiegato che
la légitime revanche sarebbe stata agguantata senz’altro, in occasione delle legislative del 10 e 17 giugno prossimi e che quello del 1 maggio andava inteso come primo discorso della campagna elettorale per le legislative.Una cronaca della manifestazione particolarmente  “cattiva” su Liberation di oggi.

I Sassi di Portella

I Sassi di Portella

 Su grandi steli di pietra, a Portella della Ginestra, sono state impresse scritte in rosso, per non dimenticare. Fu proprio da uno di questi sassi – il sasso di Barbato -,mentre il sindacalista Schirò si apprestava a parlare alla folla, che si udirono gli spari. Sulle prime, i superstiti raccontano, si pensò ai fuochi d’artificio che segnalavano l’inizio della festa. Si celebrava il primo maggio ,il primo dopo la caduta del fascismo, le menti erano lontane dal concepire la possibilità di un attentato. L’assassinio – nove persone – fu eseguito dalla banda di Salvatore Giuliano ma i mandanti non furono solo gli agrari. Intrecci importanti tra servizi segreti americani e potere politico in Italia sono oggetto di indagini da parte della Procura di Palermo che di recente ha di nuovo aperto il caso.

U me cori doppu tantanni è a Purtedda enta petri e ‘ntu sangu di compagni ammazzati

Una delle scritte sui sassi di Portella