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Spes contra spem

Spes contra spem

Io sarei stata concettualmente favorevole all’ emendamento Manzione  (quello odierno) ma sono contenta che l’Aula lo abbia respinto perchè credo che la tenuta del Governo sia più importante della presenza degli avvocati nelle commissioni giudiziarie. E in questo ragionamento, forse per colmo della perversione o delirio senile o sopraggiunta rassegnazione o quel che è,  non percepisco schizofrenia, ne’ avverto ferite alla dignità,ne’ al diritto di veder prevalere un’opinione.La politica è anche determinazione delle priorità nel perseguimento del Bene Comune.Se a questo si aggiunge la piena legittimità costituzionale del voto in questione,posso dire di sentirmi finanche soddisfatta.

No diritti No voti

No diritti No voti

E’ lo slogan più tosto del Pride, quello più difficile. E’ scritto in calce ad un volantino dell’ArciLesbica, lo distribuiscono alcune ragazzette dall’aria risoluta ma a me lo passa ripiegato un amico con un cenno – che ne pensi?, vorrebbe significare – d’implicita richiesta.Che posso dire di uno scritto appuntito sul bullismo omofobo, sulle discriminazioni, sul riconoscimento delle coppie omosessuali ? – No diritti No voti – è la logica conclusione delle speranze disilluse. Hanno ragione – cos’altro? – son io che  sento scaduta ogni  considerazione di buon senso. No diritti No vo ti. Ho paura,o forse spero,  diventi il tema del futuro. Così non rincorro le ragazzette, non le fermo – parliamone !- Le seguo con lo sguardo ,ne osservo le schiene dritte.E penso con fastidio al potere di chi sta loro contro.No diritti No voti è un ricatto contro altri ricatti .Temo di non poter essere loro utile .Siano allora quelli che hanno deluso quest’altra generazione di strafottenti con i quali è impossibile trattare, intolleranti di autorità, partiti e voti, siano loro a recuperarne la fiducia ed il consenso.Io, con le mie piazze bruciate e le mie linee di scontro, con la mia addomesticata protervia è meglio che taccia . Anche se rimarrò lì. Che altro non so fare.

Cambio stagionale ( con bilancio di previsione)

Cambio stagionale ( con bilancio di previsione)

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L’idea di un template meno drammatico e più estivo,è stata accantonata subito per mancanza di tempo : il color oro del testo, in caso di trasformazione,si sarebbe rivelato impegnativo oltre il consentito ed allora ho rinunziato,almeno per il momento.Un orribile ruolino di marcia, impone saggezza nel dosare i tempi.In compenso ho trovato un titolo nel quale è contenuta anche l’impressione che  della blogopalla ho maturato in un anno di militanza nel settore.Non dirò oltre, a parte la personale difficoltà di trovare stimoli nelle riflessioni collettive (la carta stampata continua, quantunque esperienza individuale, a detenere il primato) e a trovare argomenti sui quali riferire e che non appartengano esclusivamente al mio particolare che immagino poco interessante per gli altri.Archiviata l’idea del consuntivo e lungi da me le abusate considerazioni sul virtuale e relative dinamiche,dirò che il brodo ristretto è godibile quando la molteplicità degl’ingredienti si mescola e senza appiattimenti  trova una sintesi felice e saporita e che, in particolare, il court boullon, banalmente realizzato con sedano-carota-vino-prezzemolo e alloro ( ma che ci tiene quell’alloro) rende glorioso il risultato di cottura del più banale dei pesci d’allevamento.Così sia.Nella speranza di vivere stagioni interessanti come da noto augurio cinese,e di saperne cogliere sempre i diversi aspetti, compresi quelli infinitesimali o “scomodi” o contraddittori,proseguo con la cucina di court boullon a modo mio ma con l’idea sempre presente di commensali da entusiasmare.

Nell’immagine uno degli allestimenti pubblicitari più divertenti di Cannes 2007

Alberto

Alberto

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Perchè da un sottoscala facemmo a pezzi Hollywood. Prefazione alla Verifica Incerta. La Prevost col piano di legno. Alberto Grifi

Alberto se ne è andato.A questo distacco ci aveva preperati la sua lunga malattia ma poi,come sempre capita, la partenza pure se annunciata, si carica egualmente di tristezza.Ho visto nella mia vita tanti film,ho vissuto con/per/nel cinema, gli anni più interessanti .Ho trascorso ore  a disputare e a contendere sui fotogrammi e sulle inquadrature  eppure nonostante questo cospicuo bagaglio visionario,  non so parlare, come vorrei, del cinema di Alberto.Le definizioni..underground, sperimentale, non sono sufficienti a comprendere un’opera tanto vasta.Per fortuna ci lascia una ricchissima eredità e dunque come è giusto,siano i suoi film e le sue parole a raccontare del suo cinema sovversivo e geniale.

Un nuovo pensiero per questo secolo (al Pantheon andateci voi)

Un nuovo pensiero per questo secolo (al Pantheon andateci voi)

Devo dire che la mia idea di rinnovamento non contemplava affatto l’ipotesi di un Pantheon, vuoi perchè il Tempio di Agrippa, è un monumento celebrativo infinitamente più funereo del necessario, vuoi perchè quest’ansia di trasloco in ulteriori (ennesime) case, socialiste o popolari o liberali che siano,al seguito della galleria degli antenati (e per di più discutendo se il ritratto del nonno sia meglio di quello del prozio o se quello del biscugino tocchi a me oppure a te) mi pare un’inutile pratica. Ciascuno è la storia che è, per darne conto non ha bisogno di esporre le medaglie e nemmeno i santini. Se i processi di beatificazione degli artisti o degli scrittori – De Andrè con l’aureola, per dirne una o Pasolini interrogato costantemente su disastri contemporanei  - chissà che avrebbe detto – mi sembrano operazioni niente affatto rispettose e di pura necrofilia delirante, per i politici, i pensatori, i filosofi , stante l’epoca di grandi capovolgimenti dalla caduta del muro in qua, al senso di inutilità si aggiunge quello dell’inopportunità. Chiunque  , da Togliatti a Berlinguer a Gramsci a Bordiga, fino a Malatesta (così sono contenti tutti) , trovandosi proiettato in questo secolo, avrebbe bisogno di nuove riflessioni,nuove articolazioni dell’analisi, prima di profferir parola e tornare a impartire le istruzioni del caso.Mi ci vedo comunicare a Carlo Marx  che il capitalismo dopo aver fatto man bassa ,ha vinto anche  la più importante delle battaglie : quella culturale. E a Berlinguer che da un momento all’altro…puf ..sono spariti i blocchi e l’assetto mondiale si è stravolto con le annesse minacce alla sicurezza di milioni di donne e di uomini o a Togliatti che la partita oggi si gioca sui Diritti,sull’Ecologia,sulla mancanza di cibo e di libertà di moltitudini nel pianeta. e che l’idea del pacchetto onnicomprensivo del comunismo, all’interno del quale abitava la soluzione di tutti i problemi, è defunta.La nostra ricetta di cambiamento dello stato delle cose è fallita e di fronte alla complessità delle sfide a venire, anche l’idea novecentesca del socialismo, che ha lavorato soprattutto sulle quantità, vuoi per redistribuzione, vuoi per utopia egualitaria è superata.Oggi abbiamo bisogno di discutere di qualità dello sviluppo che non può essere risolta nell’ambito esclusivo e limitato del pensiero liberal democratico.Del resto mi sembrano incredibili anche le etichette : che vuol dire essere socialisti oggi ?: Voler più bene ai lavoratori?Il problema non ha una risposta definita tantomeno possiamo credere che basti l’incentivo distribuito dalle Urne dei Forti, a costruire  un nuovo pensiero, per questo secolo.C’è un passaggio molto incisivo nella Mozione di Piero Fassino che recita più o meno : Non si governa il mondo nuovo senza un nuovo linguaggio.Mi ha convinta.Io dunque non so ancora  se il Partito Democratico sarà la mia nuova casa.So soltanto che potrò rendere disponibile il mio impegno solo nei luoghi in cui si vogliono costruire alleanze e un nuovo linguaggio che veicoli  idee nuove .Il che è tanto di più che limitarsi a recuperare il meglio di una tradizione.La concreta priorità data  alle donne e ai giovani, nella nuova casa, sarà la cartina di tornasole.Altrimenti va bene anche restare a occuparsi dei fatti propri.Se tanto mi da tanto…al Pantheon finiteci voi…