Tina

Tina

Tina, ospite di Matrix in collegamento dalla sua abitazione ,  racconta la sua storia con la schiena appoggiata ad un mobile sul quale è stato sistemato un presepe che i bambini le avevano chiesto in anticipo sulla data prescritta. La sua severità non lascia spazio ad indagini inappropriate sugli stati d’animo che accompagnano il lutto. Così, tirerà diritto fino alla fine della trasmissione con gli occhi asciutti parlando il necessario, dunque dicendo molto con quel porre al centro del suo racconto i fatti. La condizione di Tina, vedova recente di Antonio, e della sua famiglia, a noi viene generalmente  raccontata per spot ripetitivi ai margini di talk show di ministri ed esperti  – salari i più bassi in Europa ! La benedetta quarta settimana. Dismissioni. Flessibilità. Precariato. Sicurezza . Ecco perchè, da ieri sera ,  al di fuori degli enunciati e delle semplificazioni, la strage alla Thyssenkrupp assume altri connotati. Ed è Tina con la sua rinuncia alla terminologia e agli atteggiamenti di circostanza a tirarci per la manica e a ricondurci alla realtà delle cose, per fare questo sono sufficienti la sua compostezza ed  alcuni stralci di vita quotidiana : dai contrasti col marito che lavorava troppo alle apprensioni per il rientro o l’andata sul tratto di strada che separa casa sua dalla Thyssenkrupp. Settanta chilometri . Le conclusioni di chi sta ad ascoltare sono semplici : Da qualche parte, noi consentiamo che la dismissione di un impianto delle acciaierie , avvenga senza alcuna programmazione, come fosse un’attività  da poter destinare a  naturale esito senza procurare danno. Eppure sono note ai dotti capitani d’industria tedeschi  e non e ai loro consulenti, le ricadute che insistono su simili eventi, sfilacciamento dell’organizzazione del lavoro,quantitativi di ore di straordinario dissennate fino al raddoppio del singolo turno,abbandono di ogni pratica di manutenzione e sicurezza anche la più elementare.Tanto si deve chiudere, a che serve investire ? Così come stanno i fatti sarebbe stato un miracolo se l’incidente NON fosse avvenuto. Allora un Consiglio dei Ministri, i decreti attuativi, l’inasprimento delle pene ai trasgressori , lo stanziamento di fondi per le famiglie delle vittime, non bastano.Ai tavoli e ai tavolini governativi manca il Convitato di Pietra, il maggior interlocutore e in molti casi Responsabile : manca la Confindustria alla quale rammentare che i benefits ricevuti  da questo Governo, erano destinati alle Imprese per creare Sviluppo, non funerali. Sotto questo aspetto il lancio di uova all’indirizzo dell’Unione Industriali ieri a Torino è francamente il minimo che potesse accadere .Tina ha fatto bene a mostrarsi in pubblico e a dire dolorosamente la sua, compresa,allentato solo per un attimo il riserbo, l’unica preoccupazione : quella di essere dimenticata.

6 pensieri riguardo “Tina

  1. Ah, finalmente qualcuna che “vede”! Ho seguito anch’io ieri sera Matrix. Quel volto, il cui sguardo è stato spento, era talmente “reale” da commuovere.

    Grazie per averne scritto.

    Iole

  2. e non si sbaglia, Tina.

    C’è proprio la volontà di dimenticare.

    Domenica dall’Annunziata c’erano Fassino e un sindacalista, non ricordo il nome. Questi, alla fine della trasmissione, disse che la Krupp, non erano passate neanche 2 ore dall’incidente, faceva pressioni per riaprire subito la lavorazione. Ovviamente hanno “dimenticato” anche di fare almeno una telefonata di cordoglio alle famiglie.

    Chissà a Terni come stanno messi, mi chiedo.

  3. E’ diverso.Terni non è in chiusura quindi negli stabilimenti si tende a comportamenti procedurali da normale amministrazione.Qui non funzionava manco il telefono.Ma Terni o Torino o Roccasecca le precauzioni soggiacciono agl’imperativi produttivi.Allora è inutile se non posso ricaricare l’estintore perchè perso tempo destinato alla produzione,a che mi serve la 626?

    E ho visto di peggio.

    Mentre invece mi ci gioco quello che ti pare che in Germania tira un’aria diversa.

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