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Anno: 2008

Un mondo che parla con sé, di sé

Un mondo che parla con sé, di sé

L’altra sera, ospite di Matrix, Veltroni ha detto : se alla sinistra, come argomenti, togli la mancanza di progetto, quella di democrazia interna e di un grande dibattito da avviare nel paese, si avvilisce. Sono considerazioni  che condivido. Non fosse altro perchè  tra chiudi e apri partiti , in questi ultimi anni, i temi propri dell’autoreferenzialità hanno sempre occupato uno spazio spropositato rispetto al resto. Insomma si è trascorso molto più tempo a discutere di  forme partito, rinnovi di classi dirigenti, quote e correnti, piuttosto che della società, della vita reale, ottenendo così sostanzialmente due risultati : uno quello di non rinnovare affatto quanto aveva eventuale urgenza di essere rinnovato, due, quello di rendere incomprensibile il proprio discorso all’esterno, alle persone comuni, determinando con ciò un conseguente allontanamento del partito dalla stessa società. I medesimi concetti sono stati al centro dell’intervento di Veltroni, ieri pomeriggio,  all’assemblea dei Mille  il cui topic  Superare il passato, liberare il futuro: la necessità di uccidere il padre  al di là degl’intenti provocatori,  pone più di un interrogativo – ma non è un po’ tardiva per un gruppo di ultraquarantenni questa esigenza parricida? E posta sul terreno delle rivendicazioni non assegna comunque al discorso un carattere  invariabilmente subordinato? – Non stupisce che Veltroni rispetto alle intenzioni omicide abbia avuto buon gioco a rispondere . Uccidete pure il padre, uccidete chi vi pare, ma non diventate come lo zio e il nonno. Il rischio c’è ed è serio nel momento in cui dalla relazione del portavoce non s’intuisce il tipo d’iniziativa politica cui s’intende dar seguito. Si parla di potenziamento della rete di rapporti che il gruppo ha saputo costruire e dei blog come veicolo ed interazione. Pertanto ancora di metodo. Ma che cosa veicolano questi blog ? Presumibilmente Informazione. Auspicabilmente corretta. Ma è sufficiente ciò  per essere vicini alla società? E non è forse questo uno strumento che seppur utilizzato con intelligenza e professionalità, raggiunge solo un nucleo ristretto di cittadini? Vizi che vengono dal passato, non siate separati dalla società come è successo anche a una parte della nostra classe dirigente. Non rannicchiatevi in una discussione su voi stessi, ma aprite le porte, fate irrompere la vita reale nelle vostre discussioni. Se volete maggiore innovazione io ci sto e sono il primo a chiedervi di collaborare. E’ l’invito finale  del segretario .Ecco qualcosa che ancora latita dai nostri discorsi politici, mantenendoli nel vano dell’astrazione :  il filtro della propria esperienza,della propria pratica comune. Quel modo non autocompiaciuto di partire da sè per connettersi agli altri. Non distanziarsi dalla società significa anche questo.

Il lodo alla gola

Il lodo alla gola

Condicio sine qua non, l’emendamento blocca processi sparisca dal decreto sicurezza, è l’approvazione in tempi rapidi del Lodo Alfano. Casini ieri ha definito  baratto l’astensione dell’UDC in sede di Commissione, promettendo ulteriori chiarimenti quest’oggi in aula. Presumibilmente dirà che la norma blocca processi, oltre a difettare di requisiti costituzionali,  comporterebbe gravi danni all’amministrazione della giustizia : migliaia di processi sospesi oggi, graverebbero tra un anno sulla già oberata normale amministrazione. Quindi la scelta dell’UDC sarà non ostacolare l’adempiersi di quello che viene considerato il  male minore : l’immunità sino alla fine del mandato per le alte cariche dello Stato. Quanto al PD, la posizione di netta contrarietà può essere attenuata dalla rinunzia all’ostruzionismo, se la blocca processi viene ritirata ed accolti due emendamenti a miglior chiarimento della non reiterazione dell’immunità. Siamo ad una delle pagine peggiori della vita politica in questi ultimi anni , non tanto per lo scambio che è una pratica consolidata, ma per l’entità del ricatto che sovrintende tutta l’operazione. Se sarà approvato il Lodo è possibile che si risolva  l’attrito tra magistratura e governo, tra Governo e  Quirinale e che i rapporti tra Opposizione e Maggioranza si normalizzino e con essi – si auspica – anche una ripresa dell’attività parlamentare fin qui, tutta incentrata a risolvere i casi giudiziari del Premier. Se fossimo in un paese normale anche lo scudo dell’immunità sarebbe, magari con qualche correttivo riguardante reati e cariche, un provvedimento normale. Se ne potrebbe parlare come di un istituto di  garanzia, un contrappeso all’indipendenza della magistratura. Così non può essere, segnati come siamo da questa quindicinale anomalia, non riusciamo nemmeno a pensare ad un provvedimento in astratto,come si dovrebbe. Ed è per questo che oggi la maggioranza si assume una grande responsabilità : quella di far approvare un provvedimento che  in molti ritengono addirittura di natura costituzionale, con il voto contrario dell’opposizione. Il Lodo in questione è una brutta legge, non ci sono paragoni ne’ analogie possibili con paesi che ne adottano di simili. Estende al presidente del consiglio  l’immunità che abitualmente è dei capi di stato, allarga la rosa dei reati non processabili, fino a comprendere quelli comuni. Siamo lontani da quell’idea di Politica che si vuole  immune perchè in grado di processarsi da sè. Siamo ad un’ipotesi truffaldina sostenuta da un  ricatto. Di questo almeno, si spera, che gl’italiani abbiano consapevolezza .

Hic et nunc

Hic et nunc

Navona40Chi voleva scendere in piazza hic et nunc –  perchè le cose succedono adesso e a ottobre ..chissà –  ha avuto la sua occasione di spiattellare in faccia al Cav  ( No Cav ! No Cav!) che ne terrà, assieme al governo , il dovuto conto, ( cioè zero, visto anche come sono andate le cose)  tutto il suo risentimento per le leggi canaglia, vergogna, ad personam etc etc etc. A quella piazza, continuo a pensare,  sia  dovuto ogni democratico rispetto. Proprio per questo, cioè proprio perchè rispetto non diventi uno dei tanti  termini privi di senso, rifiuto l’idea che dei convenuti  a quella manifestazione, sia stata carpita la buona fede. Come dire: sono arrivati per una civile protesta e si sono ritrovati – sorpresa ! – sul palco, Guzzanti figlia a cantare le osterie o Grillo a pigliarsela con chi capita – di questi tempi  è di turno Napolitano – Che dire…uno che si sente turlupinato e non ha voglia di menar le mani o di aizzare una polemica, gira i tacchi e se ne va. Diversamente, di quella piazza è parte. E senz’appello. Mi dispiace per quegli organizzatori che hanno tentato in extremis di mettere una pezza, ma a chi predispone  la prima uscita ufficiale dell’Opposizione, non  è consentito che l’iniziativa sfugga di mano, ne’, visti i rapporti di forza, che la consistenza numerica non sia rilevante. Pena la figuraccia della montagna che partorisce il topolino o dei pifferi, sempre della montagna, che andarono per suonare e furono suonati. E poichè il taglio degl’interventi era largamente annunciato e noto ad ognuno l’acume politico di Guzzanti figlia and co, quel che è accaduto non è stato poi un fatto così accidentale. Il punto  è,  che pur di far numero per dimostrare a Veltroni e ai suoi, chi regge le fila della Vera Opposizione, non si è badato troppo per il sottile, convocando una manifestazione dagli obiettivi fragili, "con chi c’è". Siamo alla pre-politica con tutto quel che ne consegue in termini di efficacia dell’azione di contrasto. Bene fa Veltroni a marcare le distanze. Lo vogliono i molti elettori del PD che non riconoscono nelle modalità di Piazza Navona i termini di una cultura del conflitto così come la sinistra li ha sempre intesi. Nel frattempo in Parlamento va in discussione il Lodo Alfano che la maggioranza vorrebbe approvato per domani. Con trecento emendamenti dell’Opposizione la vedo difficile  ma magari Di Pietro tira fuori dal cappello un’idea migliore.

Si potrebbe tutti quanti andare…

Si potrebbe tutti quanti andare…

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…a Piazza Navona oggi pomeriggio, i buoni motivi nemmeno mancherebbero, la democrazia è in pericolo e  l’indignazione è come il dolore secondo Shakespeare, bisogna che abbia voce . Poi, benedicenti Micromega, Repubblica  e l’Italia dei Valori, la lista delle adesioni eccellenti si allunga e ad ogni nome – ohhhhhh – anche la nota delle  motivazioni, delle perplessità e dei distinguo, si arricchisce. Abbiamo Pardi, Furio Colombo, Guzzanti figlia, Camilleri, Eco, Travaglio, Ravera, Celestini, Hack e tanti altri ancora.  Ma chiunque abbia più di quindici anni, oramai sa bene che la partecipazione ad una protesta è tanto subordinata al chi c’è quanto al chi manca  non, irrilevante questione – a  chi marcia in testa e perchè. In questione, inutile negarlo,  è il modo di fare opposizione, un nobile argomento, intorno al quale saremmo in molti a voler prendere la parola, se non fosse posto in chiave di competizione tra IDV che si propone come unico baluardo contro la degenerazione e  PD accusato di poca reattività nei confronti della maggioranza quando non di inciucio . Come dire che la contesa è tutta domestica e che Di Pietro contende a Veltroni il primato, pescando però in un bacino di consensi che è sempre il medesimo. Magari sarebbe il caso di cominciare a rivolgere la parola a quei cittadini che votano  centro destra ma che berlusconiani non sono affatto. Magari, in tal caso,  per rendere più interessanti le argomentazioni , le rogne giudiziarie e le avventure erotico sentimentali del cavaliere, non bastano. E anche a noi aficionados non farebbe male sentire cos’hanno da dire Di Pietro and co sull’impoverimento del Paese, sulle impronte ai ragazzini Rom, sulla politica caritatevole di Tremonti, sulla militarizzazione di La Russa, sul nucleare di Scajola o sullo smantellamento  che Brunetta e Sacconi hanno in animo di eseguire quanto a diritti dei lavoratori. Dov’è che vogliamo andare a cercare l’essenza vera delle politiche della destra e dare battaglia ? In questi provvedimenti o nel fatto che Berlusconi sia un essere indegno, un satiro telefonico, pieno di avvocati e di Procedimenti sul gobbo? La piazza di oggi pomeriggio è variegata e tuttavia rispettabile, viene impropriamente paragonata ai girotondi di buona memoria, ma quelli, pur con tutti i loro limiti, nacquero da un’iniziativa spontanea e per tutto il tempo che furono in vita, seppero interpretare un malcontento sotterraneo della sinistra rispetto alla propria classe dirigente. Al loro interno c’era la sinistra sociale e la società civile ( a proposito di chi manca, oggi a piazza Navona ) , avevano nella zucca un’idea di Società e di Giustizia da non asservire al Capo del Governo e però che fosse tale da non ammazzare i poveri cristi. Non li ho mai frequentati ma li ho visti all’opera : per il loro porsi come intelocutori attivi, per la loro volontà di dialogo che nulla aveva a che vedere con l’offerta di un contraltare, erano altro . Probabilmente oggi a  piazza Navona manca qualcuno che dal palco dica Con questi movimenti non si vince ! No, non ci sono motivi al mondo, per augurare alla manifestazione di oggi pomeriggio l’insuccesso.Tranne forse uno :  che Giorgio Napolitano sia lasciato fuori dalle polemiche, proprio per il ruolo di equilibrato garante, fin qui svolto. Poi si può discutere su tutto ..il PD, l’IDV, il Lodo, lo scambismo, l’immunità ….persino se la palma del miglior oppositore se l’aggiudica Di Pietro o Veltroni, persino se la piazza di stasera sia di sinistra o di destra …ma non bisognerebbe mai dimenticare che il primo argine contro la barbarie è proprio la buona tenuta delle Istituzioni. Chi ha a cuore la Giustizia, dovrebbe saperlo molto bene .

Simone, Joséphine, Nathalie

Simone, Joséphine, Nathalie

La Passerelle Simone De Beauvoir nel XIII arrondissment  parigino, è un ponte pedonale in metallo e legno realizzato dall’ architetto Dietmar Feichtinger che del congiungimento – quando si tratta di includere strutture nuove tra contesti  differenti  e non solo di semplici  passaggi tra una sponda e l’altra del fiume – ha un’idea molto precisa. La costruzione, molto ardita e priva di piloni centrali,  quindi con piacevole effetto di amaca sospesa sull’acqua,  è strutturata su più livelli, ed è stata concepita  per ospitare mostre ed iniziative culturali. Collegando  la Biblioteca Nazionale François Mitterand al parco di Bercy, consta da un capo all’altro del ponte di prospettive paesaggistiche totalmente diverse, da una parte un quartiere modernissimo sorto laddove erano mulini a vento e vinattieri  e dall’altra un bosco.

Se la visita parigina cade di questa stagione – meglio lasciar perdere Aznavour che promette mirabilia : à Paris au mois d’août ci fa un caldo pazzesco, altro che storie,  mentre è meglio fidarsi sempre e solo di Jacky e  della sua  Je suis un soir d’été   – ed è,  come auspicabile, di quei soggiorni senza fretta, avendo in precedenza evaso il Louvre, Les Invalides, la Tour, nonchè gli Champs-Élysées  , si può dedicare alla Passerelle e ai bellissimi dintorni, una giornata intera.  Lontani da itinerari turistici, si può imparare ad usare la città mescolandosi ai parigini, che poi è sempre il modo migliore per godersi la vacanza.  A pochi metri dal ponte infatti, somigliantissima ad un’ imbarcazione, “galleggia" la piscina Joséphine Baker che sfrutta l’acqua (depurata!) della Senna ma  soprattutto le relative piacevoli atmosfere, dalle banchine, agli alberi, ai battelli, essendo completmente all’aperto, d’estate (mentre d’inverno o in caso di pioggia viene chiuso il tetto ed è circondata di vetrate) . La piscina, che è comunale, offre una rosa di efficientissimi servizi oltre all’illusione di nuotare nel fiume . Qui sopra, nell’illustrazione a sinistra, la piscina in versione diurna e qui sotto invece, di notte quando viene coperta. Il palazzo che la sovrasta è  la Biblioteca Nazionale.

Tutto il XIII arrondissment  è una zona  in fase di costante evoluzione ed è assai istruttivo guardare in che modo viene declinata  la convivenza del nuovo con l’antico, vuoi  recuperando e conservando quanto è possibile,  vuoi col metodo dell’inclusione di strutture moderne come la Biblioteca Nazionale o la Passerelle De Beauvoir o la Piscine Baker. Un’estrema vivacità di iniziative culturali poi, mantiene attivo l’insieme, garantendo  un’ affluenza di pubblico di ogni tipo, obiettivo ed essenza  vera di ogni progetto di riqualificazione . La giornata  potrebbe avere un’ adeguata conclusione in un ristorante di cucina tradizionale francese. Un po’ defilato, poco frequentato dai turisti e  a soli dieci minuti dalla Biblioteca, percorrendo una via pedonale vicinissima al giardino della Montgolfiére, Chez Nathalie, è un posto tranquillo con discreta carta di vini, cucina accurata, servizio impeccabile e prezzi non proibitivi.

 

Non ho la foto di Nathalie ne’ del suo piccolo  ristorante che si trova al 45 di rue Vandrezanne. Ripropongo quindi un’ immagine con la passerella, la piscina e la biblioteca nazionale, quel palazzo con la X luminescente che segnala all’interno  la presenza dell’Expo Eros, un’iniziativa di qualche tempo fa. 

(Si può tornare a casa con il  metro alla fermata  Bibliothèque François Mitterand)

La chaleur se vertèbre
Il fleuve des ivresses
L’été a ses grand-messes
Et la nuit les célèbre
La ville aux quatre vents
Clignote le remords
Inutile et passant
De n’être pas un port
Je suis un soir d’été

Jacques Brel Je suis un soir d’été. Sue le parole, sua la musica