Ognuno
Mentre i traduttori finiscono di lavorare intorno a The Castle in the Forest ultimo,in ordine di tempo ,libro di Norman Mailer, esce, atteso (come merita) Everyman di Philip Roth.Centoventitrè pagine (meno di un pomeriggio, per il fortunato lettore) delle considerazioni di un uomo senza qualità, sulla propria morte che giunge al culmine di una vita che egli stesso definisce deludente seppure densa di avvenimenti e non priva di affetti.Differentemente dalle morality play del medioevo britannico cui il titolo – Everyman – allude, nelle quali i protagonisti in vista della fine, cercano di recuperare il tempo perduto diventando uomini migliori in virtù di percorsi edificanti, il Nostro protagonista (senza nome), s’impegna in un’ autoanalisi impietosa, in cui i flashback dei ricordi si mescolano alle considerazioni sull’Oggi scandito dall’abbandono progressivo di prestanza fisica e salute ,(temi centrali),o dall’ennesima delusione procurata da un talento per la pittura in cui aveva sempre pensato di potersi rifugiare in vecchiaia e che invece, scopre, non esserci nemmeno.Ma indipendentemente dalla trama o dall’interesse che comunque possono suscitare le riflessioni proposte,quel che colpisce di Roth è la scrittura,potente, strutturata priva di orpelli,di compiacimenti intorno ad un tema quello della Morte che pure è fortemente a rischio di cedimenti verso il lirismo,la nostalgia,il pentimento il recupero della spiritualità religiosa.Mancando tutto ciò, non rimane che l’osso : la propria mortalità contro la quale combattere tutta la vita ma attraverso la quale, infine, liberarsi del peso di esistere.
Everyman è un libro di Philip Roth tradotto da Vincenzo Mantovani ed edito da Einaudi
2 pensieri riguardo “Ognuno”
che strano, mi ricorda Memoria delle mie puttane tristi di Marquez. Sarà l’età?
Io amo Philip Roth e non me lo perderei.
Beh il tema è lo stesso ed è indiscutibilmente dato dall’età ma questo è un Americano del Nord, ben consapevole di essere titolare di un’ eredità niente affatto lieve : dalla metà del secolo scorso in poi,i grandi romanzi vengono da lì.Con tutto l’affetto e il rispetto per Marquez…questo è un altro andare.